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    Dal rapporto ‘Viaggi e vacanze in Italia e all’estero’ dell’Istat emerge una sostanziale stabilità nel turismo degli italiani rispetto al 2014: con 57 milioni e 910mila viaggi con pernottamento e una durata di 5,9 notti.
    L’81,1% dei turisti sceglie di rimanere in Italia, mentre chi va all’estero (il 18,9%) si ferma nei Paesi dell’Unione Europea. 
    Le destinazioni preferite in Italia per le vacanze lunghe sono l’Emilia Romagna (17,4%) e la Puglia (11,3), mentre il Trentino Alto Adige è la meta preferita per l’inverno e l’ autunno. 
    Sull’estero, la destinazione prescelta per le vacanze lunghe è la Spagna, con il 15% di share e la Francia per i viaggi brevi con il 22,6%. Per quanto riguarda le mete extraeuropee, al primo posto si posiziona il Marocco, con il 6% di share seguito dagli Usa (3,2%). Prima per viaggi d’affari, la Cina.

    (Per maggiori informazioni: www.istat.it)

    Secondo quanto rivelano i dati dell'Osservatorio Business Travel, presentati dalla rivista ‘Turismo d'Affari’ alla Bit di Milano, nel 2015 i viaggi d'affari delle imprese italiane sono cresciuti del 3,3% rispetto al 2014 raggiungendo quota 31,8 milioni.
    Stati Uniti e Brasile sono i paesi che registrano la maggiore crescita, mentre frenano i viaggi verso la Cina. In Europa crescono le trasferte verso Germania e Francia. 
    L'escursionismo d'affari in aumento del 4,5% influisce negativamente sulla durata media dei viaggi. L'aumento dei pernottamenti si ferma al 2%. Nel 2015 la spesa per i viaggi d'affari è arrivata a 19,5 miliardi di euro (+2%). Differenti le dinamiche sui segmenti nazionale (+3,3%) e internazionale (+1,2%) soprattutto a causa dei prezzi dei servizi travel, in diminuzione sul mercato internazionale, mentre in Italia il calo del costo dei carburanti è stato in parte bilanciato da importanti aumenti nel costo dei passaggi aerei e degli hotel.
    Per quanto riguarda le prospettive per il 2016, a crescere saranno soprattutto spesa e trasferte sui mercati ‘core’ per il terziario ovvero i segmenti nazionale ed europeo. Nel complesso le valutazioni dei travel manager indicano un aumento della spesa, in termini nominali, tra 2,5 e 4,5%. 

    (Per maggiori informazioni: https://issuu.com/ediman/docs/obt_2015)

    Dopo il successo del 2015, che con gli oltre 43 milioni di visitatori ha segnato il miglior risultato di sempre per i musei italiani, i primi due mesi del 2016 stanno confermando una tendenza positiva.
    Nella sola mattinata della prima domenica di febbraio  il numero dei visitatori nei principali luoghi della cultura statali sono stati: 17.314 Colosseo e area archeologica centrale, 5.824 scavi di Pompei, 5.016 Reggia di Caserta, 4.328 Giardino di Boboli, 3.877 Museo nazionale romano, 3.851 galleria Palatina, 3.373 galleria degli Uffizi, 2.856 Villa d'este, 2.740 galleria dell'Accademia di Firenze, 2.600 Castel S.Angelo, 2.316 Museo nazionale archeologico di Napoli, 2.257 Musei reali di Torino, 1.720 Cappelle medicee, 1.711 Galleria dell’ Accademia di Venezia, 1.395 Museo Nazionale del Bargello, 1.303 scavi di Ercolano, 1.271 Terme di Diocleziano, 1.200 Galleria nazionale d'arte moderna di Roma; 992 galleria Borghese, 979 Parco archeologico di Paestum.

    (Per maggiori informazioni: www.beniculturali.it)

    La domanda per i voli aerei a livello mondiale del 2015 ha registrato il miglior risultato negli ultimi 5 anni: secondo i dati Iata, il traffico passeggeri globale è aumentato del 6,5% nel 2015. Si tratta del miglior risultato dopo il rimbalzo del 2010 post crisi finanziaria e rispetto al tasso di crescita medio pari al 5,5% degli ultimi dieci anni. L'area Asia-Pacifico ha messo a segno i migliori risultati, con un +8,2%, mentre il traffico europeo ha segnato una flessione del 5%. La domanda in Nord America è aumentata del 3,2%, il Middle East ha incrementato del 10,5% il traffico. Buono anche il risultato dell'area latino americana, +9,3%, mentre in Africa la crescita è stata del 3%.

    (Per maggiori informazioni: www.iata.org)

    I dati Istat relativi al terzo trimestre del 2015 confermano che l’anno si è chiuso con un deciso segno positivo per arrivi e presenze. Un leggero calo si è invece fatto sentire nella permanenza media, confermando la tendenza di vacanze sempre più brevi. 
    Il dato degli arrivi nel totale degli esercizi ricettivi sull’anno vede una crescita del 2,6%, mentre le presenze registrano un incremento dell’1,9%. Si scende nei decimali per verificare la presenza media, in calo di uno 0,03 %. 
    Nel solo terzo trimestre dell’anno Istat evidenzia arrivi per 42,7 milioni con 191,4 milioni di notti, una crescita rispettivamente del 3,1 e del 2,7% rispetto  allo stesso periodo del 2014. Significativo il peso del traffico interno: gli italiani crescono più degli stranieri, sia in termini di arrivi (+3,6% contro il +2,6 negli arrivi esteri) che di presenze (+3,5 rispetto a +1,7%).

    (Per maggiori informazioni: www.istat.it)

    Dall’Osservatorio della montagna di Trademark  l’andamento turistico della montagna italiana in occasione delle festività di fine anno sorprende positivamente gli operatori turistici. 
    Il primo bilancio stagionale registra un sostanziale equilibrio dei numeri rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Dal sondaggio emerge che il 38,8% degli operatori del panel interpellato non ha risentito della situazione meteo ottenendo ricavi assimilabili a quelle delle festività 2014-15, mentre il 26,2% dichiara risultati più positivi dello scorso anno. Resta una quota del 35% circa che malvolentieri dichiara una diminuzione del movimento (mediamente compresa tra il - 4% e il - 7%) e una palese difficoltà ad applicare i prezzi di altissima stagione.
    Sono soprattutto alcune località del Trentino e del Veneto oltre ai maggiori comprensori lombardi e piemontesi ad evidenziare flessioni della domanda e cali di arrivi e presenze. 

    (Per maggiori informazioni: www. trademarkitalia.com)

    Secondo i recenti dati di Eurostat per il turismo europeo nel 2015  si registra un nuovo record di notti con 2,8 miliardi, a +3,2% rispetto al 2014. L'Italia è terza con un +1,8% di turisti per 385 milioni di pernottamenti. 
    La meta favorita si conferma la Spagna, con un +4,3% per 421 milioni di notti, l'Italia è seconda per numero di turisti stranieri con 191 milioni e una quota del 15% a livello europeo. In prima posizione c’è la Spagna, con 268 milioni di notti. La Francia si colloca  seconda a livello complessivo con 413 milioni di notti, ma è terza in termini di turisti non residenti (134 mln). La Germania è quarta a livello assoluto, con  379 milioni di notti e una crescita delle presenze del 3,3%, ma soprattutto domestiche, visto che solo il 21% è la quota degli stranieri. 

    (Per maggiori informazioni: http://ec.europa.eu/eurostat)

    I dati delle transazioni transfrontaliere registrati da Visa Europe in Italia durante il periodo delle festività natalizie indicano una crescita nell’utilizzo di carte Visa del 6,7% anno su anno. 
    Il totale delle spese per i consumi da parte degli stranieri ha raggiunto i 426,6 milioni di euro nel periodo natalizio, in crescita rispetto agli oltre 384 milioni di euro registrati nello stesso periodo del 2014.
    Gli italiani all’estero hanno fatto registrare su Visa volumi totali pari a 423 milioni di euro, in crescita del 10% rispetto allo stesso periodo 2014.
    I dati di Visa indicano che durante le feste i visitatori provenienti dal Regno Unito hanno occupato la prima posizione nella lista dei 5 paesi ‘top spender’ nel nostro Paese, con 108,5 milioni di euro di spesa, +15,8% rispetto allo speso dei cittadini britannici nel 2014.
    Seguono i turisti francesi, che hanno speso 55,7 milioni di euro (+8,6%), i visitatori statunitensi con 39,3 milioni di euro di speso (+20,2%), i cittadini tedeschi con volumi di acquisti pari a 32,8 milioni di euro (+3,8%), e infine gli svizzeri che hanno speso nel periodo 25,7 milioni di euro (+6,2%).
    I cinque maggiori paesi top spender riportano uno speso  totale per 262 milioni di euro, contribuendo con circa il 65% allo speso totale degli stranieri nel periodo in Italia.
    Si spende di più  (97,8 milioni di euro)  in moda ed abbigliamento, ma sono in crescita anche strutture ricettive e alberghi con una spesa di 89,3 milioni di euro, per un  incremento del 6%. I prodotti e i servizi assicurativi si posizionano come la terza maggiore voce con 45,9 milioni di euro e una crescita in punti percentuali a doppia cifra del 20,1% rispetto al 2014. Chiudono la classifica l’intrattenimento e le voci di spesa legate all’elettronica di consumo, che segnano rispettivamente 43,1 milioni di euro (+11,7% a/a) e 27,1 milioni di euro (+9,7% a/a).
    L’intrattenimento risulta essere il settore che registra il maggiore volume di spesa da parte degli italiani all’estero con 50 milioni di euro, subito seguito dall’alberghiero con 47,4 milioni di euro, i trasporti aerei con 43,6 milioni di euro, le spese per i servizi con 39,3 milioni di euro e la moda/abbigliamento con 35 milioni di euro e crescita percentuale a doppia cifra di oltre il 10%.

    (Per maggiori informazioni: www.visaeurope.com)

    Nel 2015 sono stati oltre 157,2 milioni i passeggeri nei principali aeroporti italiani, con un incremento del +4,5% rispetto al 2014. Nella top list dei primi 10 scali per numero di passeggeri transitati, al primo posto l'aeroporto di Roma Fiumicino, con oltre 40 milioni di passeggeri, seguito da Milano Malpensa, con oltre 18,5 milioni di passeggeri e Bergamo (10 milioni).   Seguono Milano Linate, con quasi 10 milioni di passeggeri, Venezia (quasi 9 milioni), Catania (oltre 7 milioni di passeggeri). Al settimo e ottavo posto si trovano lo scalo di Bologna, con quasi 7 milioni di passeggeri e Napoli (oltre 6 milioni). A completare la "top ten" degli aeroporti italiani, lo scalo di Roma Ciampino, con quasi 6 milioni di passeggeri e quello di Palermo, con quasi 5 milioni di passeggeri.    Sul risultato complessivo ha inciso positivamente la forte crescita del traffico internazionale, +6,8%, e, in particolar modo, del traffico aereo UE che registra un +8,3% rispetto al 2014. Positivo anche l’andamento del traffico nazionale che si attesta ad un +1,2% rispetto al  2014. Significativo, poi,  il dato dei movimenti aerei, +1% rispetto al 2014, che testimonia come l’incremento dei passeggeri registrato nel 2015 sia dovuto, non solo ad un maggior tasso di riempimento degli aeromobili, ma anche ad una maggiore offerta di  voli.   I risultati positivi registrati nell’anno appena conclusosi testimoniano come anche il settore aeroportuale italiano contribuisca all’incremento della connettività aerea in Europa la quale, come evidenziato in un recente studio di Cassa Depositi e Prestiti, determina un rilevante impatto sull’economia nel suo complesso. In un recente studio commissionato da ACI Europe, si stima infatti che in media in Europa un aumento del grado di connettività aeroportuale del 10% sia in grado di produrre una crescita del PIL pro-capite dello 0,5%. Come specificato inoltre dalla Commissione europea nella nuova Aviation Strategy, adottata lo scorso 7 dicembre, il settore dell'aviazione UE è un importante volano della crescita economica, con quasi 2 milioni di persone impiegate direttamente e con un contributo diretto sul PIL europeo di 110 miliardi di euro. 

    (Per maggiori informazioni: www.assaeroporti.com)

    L’ultimo Barometro dell'Unwto registra 1,18 miliardi di viaggiatori internazionali nel mondo negli ultimi 12 mesi e cioè un +4,4% sul 2014. 
    La crescita maggiore è per l'Europa (+5% e 609 milioni di arrivi totali, cioè 29 milioni in più rispetto al 2014), Asia-Pacifico (+5% e 277 milioni totali) e Americhe (+5% e 191 milioni totali). Segnali negativi provengono dall'Africa che segna un -3% (53 milioni di arrivi) ma in particolare il Nord del Continente Nero arriva al -8%.   
    Ma le prospettive ottimistiche riguarderanno anche l'anno appena iniziato. Gli arrivi turistici internazionali dovrebbero crescere ancora del 4%. La crescita più forte dovrebbe essere in Asia e nel Pacifico (da +4% a +5%) e nelle Americhe (da +4% a +5%), seguita dall’ Europa (da +3,5% a +4,5%). Più incerte le prospettive di crescita per l'Africa (da +2% a 5%) e il Medio Oriente (+2% a +5%).

    (Per maggiori informazioni: www.unwto.org)