Dalla ricerca annuale di Booking.com su un campione di oltre 20mila persone che intendono viaggiare per svago o lavoro nei prossimi 12-24 mesi e sulle tendenze di viaggio per il 2023 emergono cinque mega trend. Tra i nuovi modi di concepire il viaggio irrompe la realtà virtuale, intesa dal 43% degli intervistati come fonte di ispirazione, mentre il 35% vorrebbe fare un’esperienza di viaggio nella realtà virtuale o aumentata, sebbene il 60% ritenga che non sia appagante come farlo di persona. Per contro, tra le tipologie di vacanza più popolari spiccano, con l’88% di preferenze, le vacanze nostalgiche. Su questa linea si inserisce anche il trend dei pellegrinaggi all’insegna della serenità e del piacere, dedicando la vacanza al benessere e alla salute: il 42% vorrebbe concentrarsi sulla propria salute, non solo fisica, ma anche mentale, con ritiri di meditazione e altre esperienze.
La maggiore flessibilità da parte dei viaggiatori, è una delle tendenze chiave evidenziate nello States of Mind Travel Report pubblicato da Allianz Partners, che indaga sullo stato attuale e sul futuro dell’industria turistica, dove dal 2019 al 2022 le intenzioni di acquisto di un’assicurazione di viaggio per le uscite internazionali sono passate dal 21% al 55% (dal 12 al 26% a livello domestico). Il report evidenzia l’aumento dei fattori di attenzione che oggigiorno i viaggiatori devono affrontare. Oltre alle preoccupazioni correlate alla salute, chi viaggia deve affrontare turbolenze geopolitiche, inflazione elevata e incertezza economica crescente. Questa situazione determina un nuovo atteggiamento nei confronti dei viaggi, in cui la flessibilità e la protezione integrate contro il “cosa succede se” svolgono un ruolo ancora più importante.
Ritorno alla redditività per l’industria aerea nel 2023 secondo la Iata, aggiungendo che i vettori continuano a ridurre le perdite derivanti dagli effetti della pandemia sulle loro attività nel 2022. Nel 2023 le compagnie aeree dovrebbero registrare un profitto netto di 4,7 miliardi di dollari. Si tratta del primo profitto dal 2019, quando il valore si attestava a quota 26,4 miliardi di dollari . Nel 2022, le perdite nette delle compagnie aeree dovrebbero essere di 6,9 miliardi di dollari, in miglioramento rispetto alla perdita di 9,7 miliardi di dollari indicata nelle previsioni Iata di giugno). Si tratta di un dato significativo rispetto alle perdite di 42,0 miliardi di dollari e 137,7 miliardi di dollari registrate rispettivamente nel 2021 e nel 2020. Le migliori prospettive per il 2022 derivano in gran parte dal rafforzamento dello yield e dal forte controllo dei costi a fronte dell’aumento dei prezzi del carburante. Lo yield derivante dai passeggeri dovrebbe crescere dell’8,4% (rispetto al 5,6% previsto a giugno). Grazie a questa forza, si prevede che i ricavi dei passeggeri aumentino a 438 miliardi di dollari (rispetto ai 239 miliardi di dollari del 2021). I ricavi complessivi dovrebbero crescere del 43,6% rispetto al 2021, raggiungendo una stima di 727 miliardi di dollari.
Le previsioni per Natale e Capodanno contenute nell’ultimo report The Data Appeal Company, che ha analizzato nello specifico il comportamento dei viaggiatori tra il 5 dicembre e l’8 gennaio prossimo, confermano una chiara preferenza per la montagna e un gradito ritorno dell’incoming, che vede in prima linea gli americani. Ottime, rileva la piattaforma aziendale Data Appeal Studio, le previsioni turistiche delle destinazioni montane, dove al 5 dicembre la saturazione media Ota risulta del 38% per tutto il periodo delle festività, con picchi che segnano il 75% per il weekend di Capodanno e quasi il 50% per Natale, ma anche nelle altre settimane le presenze sono elevate. Numeri senz’altro destinati a salire rapidamente nelle prossime settimane. I viaggiatori prediligono gli hotel agli affitti brevi e la media dei prezzi rimane per adesso coerente con lo scorso anno. Nel comparto ricettività, gli alberghi registrano il tasso più alto di occupazione seguiti dagli agriturismi. Per quanto riguarda la categoria, la più prenotata risulta quella dei 4 stelle, e a seguire i 3 e i 5 stelle, segno che la propensione alla spesa resta abbastanza alta.
Il III Rapporto dell’Osservatorio del Patrimonio Culturale Privato promosso dall’Associazione Dimore Storiche Italiane, Confagricoltura e Confedilizia, nell’auspicio di supportare le istituzioni nella definizione delle politiche da adottare per rilanciare il patrimonio culturale privato, ricorda che esso costituisce oltre il 17% del totale secondo l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione. Per il III Rapporto, l’universo di dimore storiche preso in riferimento è pari a 35.745 unità (dati di Vincoli in rete). Si tratta in prevalenza di case storiche, palazzi, ville, castelli, casali, giardini e parchi storici che configurano una rete diffusa su tutto il territorio nazionale, la maggior parte delle quali è situata nei centri storici e nelle aree rurali dei comuni italiani.