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  • News 2020

    Secondo l'ENAV il traffico aereo in Italia continua la sua crescita costante e progressiva. Nella prima metà di luglio i voli sui cieli nazionali sono più che raddoppiati rispetto a giugno.  Dal 1^ al 15 luglio, ci sono stati complessivamente 33.000 movimenti con una media giornaliera pari a 2.200 voli ed un picco massimo, il 10 luglio, di 2.521 voli.

    Nei dodici mesi che terminano a maggio 2020 il surplus di conto corrente è stato pari a 49,7 miliardi di euro (il 2,8% del PIL), da 45,4 miliardi nel corrispondente periodo del 2019. E’ quanto informa la Banca d’Italia secondo cui tuttavia “a maggio è proseguita, a causa della pandemia di Covid-19, la marcata contrazione tendenziale degli scambi di beni, più pronunciata dal lato delle esportazioni; l’avanzo turistico si è pressoché azzerato”.

    Secondo l'Osservatorio Enit le vacanze saranno concentrate nella seconda parte dell’estate, con estensione fino al mese di ottobre. L’outlook ha rilevato come il 47,5% degli italiani  farà almeno una vacanza questa estate e preferirà soggiorni di fine stagione: nei villaggi turistici il 46,2% delle vacanze degli italiani si svolgerà tra luglio e agosto, così come negli alberghi di categoria medio bassa (44,5%). 

    Il decreto Rilancio è stato approvato definitivamente e diventa legge. Il Senato il 16 luglio  ha confermato la fiducia al governo sul provvedimento con 159 voti a favore, 121 contrari e nessun astenuto. Il testo prevede interventi per un valore di 55 miliardi di euro, ma il turismo organizzato resta deluso e parla di “aspettative disattese”, aggrappandosi alla speranza di un decreto ad hoc per il settore.

    Il 21 luglio alle ore 11.00  si terrà l’ appuntamento di PricewaterhouseCoopers “Italia 2021  - Competenze per riavviare il futuro” dedicato al turismo e all’industria dell’ospitalità. E’ da qui che dobbiamo ripartire: dal territorio, dalla cultura, dalla nostra capacità di accogliere per rimettere in moto un settore in grado di trainare il Pil del nostro Paese. Saranno coinvolte le istituzioni, le associazioni di categoria e le imprese del settore per evidenziare le priorità post Covid-19, riflettere sulle prospettive di medio e lungo periodo e sulla trasformazione dei modelli di business grazie alla tecnologia e al digitale.

    L'Italia della ripartenza punta alla ripresa grazie alle vacanze prolungate fino ad ottobre. Il 47,5% degli italiani che farà almeno una vacanza questa estate preferirà soggiorni di fine estate: nei villaggi turistici il 46,2% delle vacanze degli italiani si svolge tra luglio e agosto come negli alberghi di categoria medio bassa il 44,5%. Negli alberghi (oltre le tre stelle) le vacanze degli italiani si svolgeranno - nel 71,2% dei casi - a fine estate. Il top delle vacanze di fine estate saranno le country house, i campeggi e le vacanze dai parenti.

    Secondo una ricerca del Sole 24 ORE e Infodata per Repower,  il turismo è uno dei comparti più interessati dallo scoppio della pandemia, colpito in una fase di forte crescita, soprattutto grazie alla diffusione di forme di accoglienza alternative a hotel e alberghi tradizionali come affitti turistici e B&B, che negli ultimi 5 anni erano cresciute del 48%, facendo salire il numero di imprese attive del 30%.

    Secondo l’indagine sull’impatto dell’emergenza Covid realizzato da Unioncamere e Isnart il 15% delle strutture alberghiere ed extralberghiere non ha ancora riaperto e sotto il profilo occupazionale  il 98,4% delle imprese aperte  ritiene di dover ridurre gli addetti – fissi e stagionali – rispetto allo scorso anno.
    Dall’indagine, svolta su un campione rappresentativo di oltre 2000 imprese ricettive, interpellate attraverso le Camere di Commercio, emerge anche una modesta adesione al bonus vacanze, con il 30,8% delle strutture che afferma di non accettarlo e il 57,6% che dichiara di non avere ricevuto prenotazioni con questa modalità. A determinare la scelta di restare ancora chiusi sono gli elevati costi di adeguamento imposti dalle linee guida del Comitato Tecnico Scientifico (segnalati dal 46% delle realtà che non hanno riaperto in Italia), e le scarse prenotazioni (indicate dal 34% delle imprese ancora non operative).

    Oltre sei alberghi e ristoranti su dieci rischiano la chiusura entro un anno a seguito dell’emergenza Coronavirus mettendo in pericolo oltre 800 mila posti di lavoro. Un’indagine dell’Istat, Nota Mensile sull'andamento dell'economia Italiana, indica che l’esistenza di fattori economici e organizzativi  mettono a rischio la sopravvivenza del 65,2% delle imprese di alloggio e ristorazione (19,6 miliardi di euro di valore aggiunto).

    Secondo i nuovi dati forniti dall’Osservatorio Deloitte Global State of Consumer Traker, la percentuale di consumatori italiani preoccupati di effettuare pagamenti imminenti (32%) e di ritardare i grandi acquisti (43%), non ha ancora mostrato segni di un calo consistente, anzi rimane piuttosto volatile, ma le intenzioni di spesa dei cittadini italiani in merito alla voce Travel mostrano un trend in costante miglioramento, si passa dal -64% di aprile, in pieno lockdown, al -22% di fine giugno.

    Secondo il rapporto di Etc ( European Travel Commission) la crescita del turismo europeo rimarrà al di sotto dei livelli del 2019 fino al 2023, nello specifico  i viaggi in Europa dovrebbero quest’anno subire una flessione del 54% rispetto al 2019.
    Durante i primi quattro mesi del 2020, l'Europa ha registrato un calo del 44% degli arrivi di turisti internazionali rispetto al stesso periodo nel 2019 e  la perdita di posti di lavoro nel settore turistico in Europa nel 2020 potrebbe essere compresa tra i 14,2 e i 29,5 milioni.

    Dall'indagine “Termometro Italia” stilato da Innovation Team, la società di ricerca del Gruppo Cerved, emerge l’insicurezza degli italiani: sei famiglie su dieci (58,3%) quest’anno non andranno in vacanza. Al 21,2% di chi non andava abitualmente si aggiunge il 37,1% di coloro che ci rinunceranno per la prima volta. E se la ragione è prevalentemente economica (41%), un buon terzo (31,5%) è invece frenato dalle preoccupazioni per la salute e dalle restrizioni imposte alla vita sociale e allo svago. Segue il 14,6% di chi decide di rinviare il viaggio a quando potrà scegliere liberamente la meta e il 12,6% di chi le ferie ha dovuto usarle durante il lockdown.