“Siamo lieti che questa bellissima ed importante destinazione stia riprendendo quota” afferma Roberto Corbella, Presidente di ASTOI. “Ci auguriamo che la Thailandia, che prima dei noti avvenimenti era una delle mete più gettonate dai nostri connazionali, possa nuovamente tornare ad essere una destinazione di punta per gli italiani”.
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Vivo apprezzamento per l'Unità di crisi della Farnesina viene espresso da Confindustria Assotravel in ragione del pronto aggiornamento della scheda paese in cui sembrano finalmente del tutto conclusi i problemi di ordine pubblico verificatisi nel mese scorso.
Come è noto la pericolosità di una destinazione può essere definita solo da un soggetto super partes come per l'appunto in Italia la Farnesina. Condividiamo infatti l'assoluta esigenza di garantire la sicurezza dei viaggi e l'incolumità delle persone che si affidano alla agenzie di viaggio per scegliere un periodo di vacanza e di rigenerazione delle proprie energie. Tutto questo non è ininfluente, come sappiamo bene, per il "tema penali", ma è giusto che sia così e che ci sia un punto preciso entro il quale queste siano dovute e oltre il quale invece il cliente fa una scelta che lo obbliga a riconoscere il mancato guadagno alle imprese. In questo contesto il ruolo della Farnesina vede aggiungersi al compito primario di tutelare l'incolumità dei connazionali anche quello, subito dopo, di definire "di rimbalzo" gli aspetti economici dei rapporti contrattuali in essere.
Ben venga allora un'attenta valutazione che si traduce in un puntuale aggiornamento della "scheda paese della Thailandia", punto di riferimento essenziale tenuto conto che questa destinazione, nell'ambito del lungo raggio, è tra le più gettonate sia in termini assoluti che relativi all'area.
Ecco di seguito la scheda paese ufficiale:
La situazione in Thailandia appare in via di normalizzazione e negli ultimi giorni non si sono verificati episodi di violenza. Le Autorità thailandesi dichiarano che la situazione è attualmente sotto controllo ed il 29 maggio hanno revocato il coprifuoco, che era stato imposto dal 19 maggio a Bangkok ed in altre 23 province del Nord e Nord Est del Paese. Rimane però in vigore lo stato di emergenza – che conferisce alle Autorità più accentuati poteri in materia di gestione dell’ordine pubblico – nella capitale e nelle seguenti province: Nonthaburi, Pathum Thani, Nakhon Pathom, Ayutthaya, Chon Buri, Chiang Mai, Chiang Rai, Lampang, Nakhon Sawan, Nan, Khon Kaen, Udon Thani, Chaiyaphum, Nakhom Ratchasima, Si Saket, Ubon Ratchathani, Nong Bua Lumphu, Mahasarakham, Roi Et, Sakhon Nakhon, Kalasin, Muk Da Han and Samutprakarn.
La situazione politica rimane comunque tesa e non si può escludere del tutto il ripetersi di episodi di violenza in particolare nella capitale. A tutti i connazionali temporaneamente presenti o che si apprestino a compiere un viaggio nel Paese si consiglia di tenersi alla larga da eventuali assembramenti o manifestazioni e di registrarsi sul sito www.dovesiamonelmondo.it. Si raccomanda altresì di tenersi continuamente aggiornati sull'evoluzione della situazione, attraverso gli organi di informazione locali ed internazionali, il proprio albergatore o l’agente di viaggio.
Si sconsigliano viaggi nel distretto di Kantharalak (nella provincia di Si Sa Ket) ed in prossimità del suo confine con la Cambogia, per via della presenza militare dovuta ad una disputa di confine recentemente risollevata con violenti scontri. Frequenti sono gli atti terroristici nelle province meridionali del Paese. A causa del proliferare del terrorismo separatista, vige dal 2005 lo stato di emergenza nelle province del sud (ove risiede la maggioranza della popolazione musulmana) di Yala, Narathiwat e Pattani, nonché nei distretti di Jana, Nathawee, Thepha e Sabayoi (nella Provincia di Songkhla). Si raccomanda di evitare viaggi nelle predette zone, se non motivati da effettiva necessità e, in ogni caso, di informarsi sull'evoluzione della situazione prima della partenza e di segnalare all'arrivo la propria presenza all'Ambasciata italiana a Bangkok, attenendosi scrupolosamente durante la permanenza ai suggerimenti forniti.
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UCINA - Confindustria nautica - presentata oggi a Genova durante il Convegno Satec 2010 lo stato della nautica italiana dopo la crisi.
Con oltre 3 miliardi di dollari l’Italia continua ad essere il primo paese per valore di esportazioni di yacht e barche da diporto, contribuendo per oltre 1,3 miliardi di dollari al surplus positivo generato dalle quattro “A” del Made in Italy (Abbigliamento, Automazione, Alimentare e Arredamento).
Qualità e innovazione di prodotto, aggregazione e co-branding tra realtà imprenditoriali sono la ricetta che le aziende nautiche italiane stanno adottando per uscire dalla crisi.
Con oltre 3 miliardi di dollari di valore, l’industria nautica italiana si conferma al primo posto nella classifica dei primi 20 paesi esportatori di yacht e barche da diporto nel mondo, avendo contenuto nel 2009, nonostante la crisi, il calo del valore del proprio export in un -15%. Si tratta di una flessione di gran lunga inferiore non solo a quella dell’export dell’industria nautica dei principali Paesi concorrenti, ma anche a quella della maggior parte dei settori del Made in Italy più vocati all’export, che hanno accusato diminuzioni dei valori esportati superiori al 20-30%.
Il comparto si proietta oggi oltre la crisi, puntando su una nuova spinta che fa riferimento a tassi di crescita storici nella produzione di yacht, a un posizionamento al “top” nel segmento dei grandi yacht (con oltre 2 miliardi di dollari di valore) e da terzo player mondiale (con oltre 55 milioni di dollari di valore) in quello delle imbarcazioni pneumatiche, al ruolo dei distretti cantieristici e al contributo fondamentale dato dal settore della nautica alla bilancia commerciale italiana.
Questo in sintesi quanto emerge da una ricerca condotta dal professor Marco Fortis della Fondazione Edison e dalla Fondazione Symbola per UCINA - Confindustria Nautica - presentata sabato 29 maggio durante la tradizionale Convention UCINA-Satec 2010.Dopo un benvenuto del Presidente di UCINA, Anton Albertoni, si sono confrontati in una tavola rotonda guidata da Sebastiano Barisoni del Sole 24 Ore: Aldo Bonomi, Vicepresidente di Confindustria, Tomhas Dammrich, Presidente dell’NMMA (l’Associazione di categoria dei produttori nautici nord americani), Annette Roux, Presidente del Gruppo Benetau e Massimo Perotti, Presidente di San Lorenzo.
La ricerca (parte quantitativa), intitolata “L’industria italiana della nautica da diporto oltre la crisi mondiale”, è stata condotta dalla Fondazione Edison che ha rilevato come il settore della nautica abbia reagito proattivamente alla crisi congiunturale che ha colpito l’economia globale, puntando sull’innovazione e la ristrutturazione delle proprie aziende conservando così il proprio primato nell’export.
Il valore dei diversi comparti in cui si articola l’export della nautica italiana comprende, tra gli altri, oltre 2,7 miliardi di dollari per quello dei grandi yacht, oltre 55 milioni di dollari per le imbarcazioni pneumatiche, oltre 130 milioni di dollari per le imbarcazioni a vela (fonte dati 2008).
Fortis ha sottolineato come “Il contributo positivo dato dal comparto della nautica da diporto al “surplus” commerciale con l’estero generato complessivamente dalle “4 A” del made in Italy (Abbigliamento, Arredamento, Automazione e Alimentare) è cresciuto di cinque volte negli ultimi 18 anni, passando dallo 0,3% del 1991 all’1,5% del 2009”.
Tra i temi principali che sono emersi durante il Convegno, la necessità per tutte le aziende del comparto nautico di “fare sistema”, scegliendo la strada dell’aggregazione per investire congiuntamente nella ricerca e sviluppo.
Uno spunto di riflessione significativo che ha trovato un immediato riscontro nella parte qualitativa della ricerca, intitolata “La sfida della qualità: strategie e riorganizzazione del comparto nautico dopo la crisi”, realizzata dalla Fondazione Symbola, e basata su 10 colloqui con big players del settore nautico italiano. A presentarla durante il Convegno UCINA - Satec 2010 che quest’anno si è tenuto al padiglione Blu del quartiere fieristico genovese il segretario generale della Fondazione, Fabio Renzi che insieme al Presidente Ermete Realacci ha illustrato alla platea di imprenditori le strategie intraprese da alcune aziende per rispondere alla crisi.
Nel 2008 la nautica italiana, dopo essere stata per anni il principale motore dell'innovazione e della ricerca nei processi produttivi, ha affrontato la difficile congiuntura economica ripensando le proprie strategie, avviando ristrutturazioni aziendali, ridimensionando le proprie prospettive di crescita e introducendo anche cambiamenti positivi.
In questo senso le innovazioni di prodotto e di servizio sono state determinanti per superare le difficoltà e sono state accompagnate dalla volontà delle aziende di puntare sul territorio italiano, non attuando la delocalizzazione della produzione, bensì puntando sull’individuazione di nuovi mercati di sbocco.
Le aziende che disponevano di risorse finanziarie si sono mosse tempestivamente in questa direzione, cogliendo nuove opportunità per aumentare la propria quota di mercato.
La strada da seguire non può venire, come sottolineato dal Rapporto PIQ- Prodotto Interno Qualità 2009 promosso da Symbola in collaborazione con Unioncamere, che dalla promozione della qualità, così come sta avvenendo in altri settori del Made in Italy: a vincere saranno quelle imprese in grado di innovare il prodotto, curandone la qualità in fase di produzione e di assistenza post vendita, ma tutelando anche la qualità e la sicurezza del lavoro.
Le aziende del comparto, secondo quanto emerge dalla fotografia scattata dalla Fondazione Symbola, hanno scelto di continuare a investire sulla produzione di imbarcazioni meno inquinanti, sviluppando la ricerca nei campi dei materiali, dei sistemi di propulsione e delle fonti energetiche. Solo in questo modo la nautica potrà riaffermare un modello di specializzazione produttiva che riesca a coniugare eccellenza organizzativa, strategie di differenziazione, sostenibilità e valorizzazione delle specificità.
Altro elemento chiave all’interno della ricetta anticrisi delle aziende nautiche italiane è lo spirito unitario, grazie al quale sono state attivate politiche di aggregazione all’interno della filiera e attività di co-branding capaci di valorizzare gli operatori dei diversi settori.
“La nautica italiana è uno di quei settori che rende il nostro Paese competitivo e forte sui mercati mondiali. Nel decennio antecedente la crisi, ha fatto registrare significativi risultati anche per essere riuscito a coniugare innovazione e conoscenza, qualità dei materiali e sapere manifatturiero. A creare un forte radicamento nel territorio anche grazie ad un alto grado di interrelazione con altri settori di punta del made in Italy: dal tessile all’arredamento, dalla domotica al nanotech, dall’aerospaziale all’elettromeccanica, insomma, in una parola, è il made in Italy che fa grande il nostro paese nel mondo”, lo ha affermato Ermete Realacci, Presidente di Symbola - Fondazione per le qualità italiane.
“Nel corso dell’ultimo decennio, la nautica è diventata un vero e proprio settore industriale, meritevole di ammirazione e rispetto: un risultato che deve rendere orgogliosi tutti gli imprenditori del comparto. Sebbene nell’ultimo anno il fatturato globale sia diminuito del 30,5%, siamo un settore trainante e dinamico che può ancora vantare una leadership mondiale nel segmento delle grandi barche, detenendo il 51,3% del portafoglio ordini”. - Ha affermato Anton Francesco Albertoni Presidente di Ucina - “La sfida del domani si gioca non solo nel mantenimento di questo primato ma anche, e forse ancor di più, sul piano della competitività globale, sulla ricerca e sulla creazione di vera qualità”.
Ancora una volta, quindi, UCINA propone una riflessione positiva per individuare valori, modelli, tecnologie e strategie che il nuovo scenario impone anche alla nautica per guardare con fiducia al futuro.
Nel pomeriggio si è svolto il seminario “End-of-life Boats: la dismissione sostenibile di imbarcazioni e stampi a fine vita” che ha illustrato un percorso meno oneroso a livello ambientale ed economico, per il trattamento di fine vita delle unità da diporto.
Nel corso della serata di Gala - che si è tenuta venerdì 28 maggio presso il padiglione Blu della Fiera di Genova - è avvenuta la premiazione dei Pionieri della Nautica, evento dedicato ogni anno a manager, giornalisti e maestranze che hanno contribuito alla storia della nautica in Italia.
Sono stati premiati Luigi Cesare Casarola per la categoria manager, Annunziato Zucca per la categoria maestranze, Carlo Borlenghi per la categoria giornalisti e Giovanni Zuccon per la nuova categoria progettisti e designer nautici. E’ stato inoltre consegnato il premio a Madame Annette Roux – Presidente di Beneteau S.A. - per la categoria manager stranieri.
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Ucina presenta oggi alla Convention Ucina - Satec il seminario “End of Life Boats: la dismissione sostenibile di unità nautiche e stampi”.
Sulla base dei risultati dello studio di fattibilità commissionato da UCINA sulla dismissione sostenibile di imbarcazioni e stampi a fine vita, oggi si tiene, in occasione della convention Satec, un seminario che vede coinvolti ricercatori, rappresentanti della filiera del riciclo dei rifiuti e professionisti del ramo finanziario e assicurativo, dal titolo “End of life boats”.
Per molto tempo il quantitativo numerico delle unità nautiche da diporto fuori uso non è mai stato tale da far sì che il trattamento “a fine vita” di tali prodotti fosse ritenuto rilevante dal punto di vista ambientale o interessante dal punto di vista industriale per quanto riguarda le possibilità di recupero/valorizzazione dei materiali di risulta.
Dopo 50 anni di produzione di unità nautiche in FRP (Fiber Reinforced Plastic) il numero di quelle divenute obsolete e/o fuori uso è cresciuto.
Le normative sulla gestione dei rifiuti ai quali tali prodotti giunti a fine ciclo sono assimilabili, rende necessario affrontare con determinazione il tema di come trattare in modo ambientalmente, economicamente e socialmente sostenibile il ciclo di vita dei prodotti della nautica.
UCINA - Confindustria nautica - che rappresenta circa 450 imprese, considera oggi prioritario un intervento volto a sistematizzare ed industrializzare il processo di dismissione così come il successivo riciclo delle unità e degli stampi giunti a fine vita, realizzando un accurato piano sistemico che potrà basarsi anche sulla logistica di ritorno.
La realizzazione di un sistema organico di trattamento, compatibile con le varie esigenze, permetterà di raggiungere l’obiettivo della valorizzazione dei materiali da esso risultanti e permetterà di abbattere i suoi costi da tutti i punti di vista. L’attenzione ambientale rispetto all’intero ciclo di vita del prodotto può divenire un nuovo elemento competitivo del prodotto italiano.Allo stato odierno delle conoscenze e anche in funzione della possibilità di affrontare la problematica sinergicamente con altri settori industriali, la tecnologia WSMC (Waste Sheet Moulding Compound), sperimentata e brevettata da alcuni ricercatori all’interno dell’ICTP/CNR di Pozzuoli, appare essere quella che più delle altre possa dare rapidi e soddisfacenti risultati.
Tale processo si fonda sul riutilizzo di prodotti di scarto di vario genere che, attraverso una trasformazione fisico-chimica, permetteranno di realizzare dei tecnocompositi. Il riciclo si basa sulla fluidificazione degli imballaggi in polistirolo attualmente difficilmente riciclabili (solo in Italia ogni anno ne vengono prodotti per 60.000 tonnellate). All’interno della massa fluida può essere inserita la sabbia ricavata dalla trasformazione degli elementi in vetroresina. Il materiale che si otterrà servirà a realizzare nuovi prodotti ad alta resistenza (pavimenti, piani per le cucine e addirittura parti strutturali da impiegare nell’industria automobilistica o aereonautica).
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Domani al padiglione Blu del quartiere fieristico di Genova avrà luogo la tavola rotonda “L’industria nautica italiana: da dove parte la ripresa”.
Anton Francesco Albertoni, 47 anni, Amministratore Delegato di Veleria San Giorgio (impresa produttrice di accessori nautici), è stato riconfermato Presidente di UCINA - Confindustria Nautica - dall’Assemblea dei Soci riunitasi oggi a Genova.
L’Assemblea ha contestualmente eletto il nuovo Consiglio Direttivo, che sarà in carica fino al 2014.
La Giunta Esecutiva sarà composta da:
Francesca Radice Sessa Marine Srl
A seguito dell’assemblea si è tenuta anche la prima riunione del nuovo consiglio direttivo durante la quale sono stati eletti i seguenti rappresentanti di settore:
Come previsto dal nuovo Statuto approvato nel maggio 2009, fa parte del Consiglio Direttivo il past President Paolo Vitelli.
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