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  • News 2023

    La Banca d’Italia nella sua indagine sul turismo internazionale segnala che nel 2022 la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia è più che raddoppiata rispetto all’anno precedente, riportandosi quindi in prossimità dei livelli antecedenti la pandemia, anche se, in termini reali, risulta  ancora inferiore di quasi il 10%. Anche la spesa dei viaggiatori italiani all’estero è cresciuta in misura analoga derivando un consistente ampliamento dell’avanzo della bilancia dei pagamenti turistica, tornato al livello del 2019 (all`1% del Pil, dallo 0,5% nel 2021). In un contesto di ripresa del turismo internazionale a livello globale, ad eccezione dei Paesi asiatici in cui le restrizioni ai movimenti si sono protratte per larga parte del 2022, la quota di mercato dell’Italia è significativamente cresciuta, dal 3,9 al 4,5%.

    I risultati dei primi 4 mesi del 2023 certificano la ripresa del turismo in Italia e soprattutto il grande ritorno degli stranieri. Nel periodo compreso tra gennaio e aprile i pernottamenti degli stranieri non residenti sono arrivati a quota 12,7 milioni. L'incremento rispetto all'anno precedente, secondo dati Eurostat e Istat, è stato pari al 43%. E non si tratta solo dell'effetto dell'apertura delle frontiere dopo lo stop della pandemia, come dimostra il confronto con la Spagna, a +25%, e con la Francia, a +23%. Per quanto riguarda la nazionalità, a trainare sono soprattutto americani, inglesi e francesi. Insomma, l'Italia non conquista gli stranieri solo in estate, anche i mesi freddi fanno registrare cifre di tutto rispetto. Lo scorso gennaio le presenze nelle strutture ricettive hanno registrato un incremento del 90%, mentre a febbraio sono cresciute del 73%.

    Enit, l’Agenzia Nazionale del Turismo, prepara la strada alle imprese italiane che intendono affacciarsi o riposizionarsi sul mercato cinese con quattro appuntamenti organizzati nelle principali città del Paese di Mezzo e con un vertice con le più alte cariche del Ministero del Turismo della Repubblica Popolare Cinese. La missione dell’Amministratore Delegato di ENIT Ivana Jelinic in Cina è iniziata con un incontro a Pechino con il Direttore Generale del Dipartimento di Scambi Internazionali del Ministero del Turismo cinese, Sig. Zheng Hao, con cui è stato delineato lo stato dell’arte dei rapporti bilaterali in tema di turismo e concordate sinergie per favorire relazioni più efficaci e stabili tra le imprese dei due Paesi. Il Direttore Zheng ha confermato come l’Italia, anche in seguito alla riapertura dei confini della Cina ai viaggi internazionali, sia in cima alle preferenze dei turisti cinesi. Una prospettiva, questa, confermata anche dai circa 350 tour operator cinesi registrati per il roadshow di ENIT in Cina: quattro eventi organizzati nelle città più importanti in termini di provenienza dei flussi turistici dalla Cina all’Italia, e quindi Pechino, Shanghai, Guangzhou e Chongqing.

    “Quanto dichiarato da ABI in occasione dell’assemblea dell’associazione bancaria va nella giusta direzione, c’è piena consapevolezza dei rischi per il credito alle imprese e apprezziamo l’impegno ad intervenire sulla questione.Resta comunque la preoccupazione degli operatori del settore per gli aumenti dei tassi voluti dalla BCE che si stanno susseguendo in questi mesi e che si scaricano sulle aziende, in particolare su quelle alberghiere, che hanno dovuto fare ampio ricorso al credito in epoca Covid per affrontare il blocco pressoché totale delle attività che si è protratto per oltre 2 anni – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Albergh.”Nel 2021 il Centro Studi Confindustria aveva analizzato il quadro generale registrando una crescita dell'indebitamento delle imprese del settore del +45,6% rispetto a +34,5% di altri settori economici.

    Il congressuale, come tutti i settori del turismo italiano, quest’anno sta progressivamente tornando ai livelli pre-pandemia e la fase di rilancio iniziata già nel 2021 si è consolidata nel 2022. La solida ripresa dell’industria congressuale italiana emerge infatti dall’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi-OICE, la ricerca promossa dall’associazione della meeting industry Federcongressi&eventi e realizzata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – ASERI.