Secondo un'indagine di Risposte Turismo sui wine tourism operator stranieri che offrono l’Italia tra le proprie proposte enoturistiche, cresce l’interesse verso le destinazioni enoturistiche italiane da parte dei turisti stranieri e l’Italia vende meglio dei paesi competitor. L’approfondimento di Risposte Turismo mostra un crescente interesse all’estero sulla destinazione Italia (55% degli intervistati). Dato confermato dal riscontro relativo alle prenotazioni di wine tour in Italia negli ultimi mesi rispetto ad altri paesi competitor (46% dei tour operator intervistati con solo il 10% a registrare altri Paesi in crescita maggiore rispetto all’Italia). Tra i riscontri che arrivano dal panel di operatori intervistati, il maggiore accordo (85%) si riscontra sulla crescente propensione a spendere di più per questo genere di viaggi ed esperienze, a sottolineare così l’importanza di questo segmento turistico e le sue implicazioni di spesa e attivazione economica sui territori italiani.
Per la ripresa del turismo all’interno del Vecchio Continente ci sarà ancora da attendere qualche anno. Secondo l’European Travel Commission i dati del 2022 mostrano come i flussi interni all’Europa nel 2022 non siano arrivati al livello di quelli del 2019, e le previsioni mostrano che bisognerà attendere fino al 2024 per tornare in pari con il pre pandemia. L’anno del boom è stato fissato per il 2025, con 627 milioni di viaggiatori europei in vacanza nel Continente. Per il 2022 le previsioni di ETC mostrano un totale di 427,6 milioni di turisti europei, mentre per il 2023 si prevede un movimento di 514,8 milioni di passeggeri, ancora lontani dai 579,6 milioni di viaggiatori intracomunitari registrati nell'Ue nel 2019.
Nella classifica mondiale, condotta da Cirium, dei passeggeri trasportati dalle compagnie aeree nel 2021 anche quest’anno al primo posto troneggia American Airlines, seguita da Delta Air Lines, United e Southwest, a dimostrazione della ripresa nel mercato interno statunitense. Complessivamente, le compagnie aeree del Nord America hanno registrato una crescita del 75% rispetto al punto più basso del 2020, pur chiudendo l’anno scorso con un calo del 40% rispetto ai livelli di traffico del 2019, misurati in Revenue Passenger Kilometres/Miles (Rpk/Rpm). La classifica, che si basa su oltre 600 operatori monitorati nel database delle compagnie aeree Cirium, mostrache il traffico mondiale ha chiuso il 2021 in calo del 57% rispetto al picco pre-pandemia. In termini di numero di passeggeri, il totale si è attestato a 2,3 miliardi per l’intero anno, rappresentando circa la metà dei volumi del 2019. I vettori low-cost hanno continuato a scalare le classifiche in tutte le regioni: Ryanair ha consolidato il suo ruolo di vettore più grande d’Europa, piazzandosi al quinto posto, appena sotto Southwest, ed è stata l’unica compagnia aerea europea a entrare nella top 10.
La Iata evidenzia come a luglio 2022 il totale del traffico aereo sia aumentato del 58,8% rispetto ai dati dell’anno precedente. A livello globale, il traffico è ora al 74,6% dei livelli pre-Covid. Il solo traffico internazionale è aumentato del 150,6% rispetto al mese di luglio del 2021, e gli Rpk hanno raggiunto il 67,9% dei livelli di luglio 2019, con tutti i mercati che hanno registrato una forte crescita, guidati dall'Asia-Pacifico. Le compagnie aeree dell'Asia-Pacifico hanno registrato un aumento del 528,8% nel traffico di luglio rispetto allo scorso anno, il tasso di incremento più forte tra tutte le regioni. La capacità dei posti in Europa è aumentata del 64,3% con un load factor dell'86,7%, mentre il Nord America è in testa, con un load factor sopra il 90%.
Dall'analisi di Sojern, multinazionale del marketing turistico, emerge come sia stata un'estate dai grandi numeri per l’Italia, che in termini di ricerche di prenotazioni alberghiere da gennaio ad agosto ha registrato un aumento del 131% rispetto al 2020, con l’internazionale che, invece, ha toccato il -54% e con una crescita del 154% delle ricerche internazionali di hotel in Italia che ha confermato la fiducia del turista straniero verso il nostro Paese. Lo slancio si evidenzia ancora di più confrontando le ricerche di prenotazioni domestiche di quest’anno che segnano un’impennata del 518%. I Paesi da cui hanno origine le ricerche sono Usa (27%), un mercato di lungo raggio importantissimo per l’incoming italiano, Italia (18,4%), Francia (13,8%), Gran Bretagna (6,7%) e Germania (3,9%). La maggior parte della domanda è orientata a un soggiorno che va dai 4 ai 7 giorni, ma bisogna considerare che a livello internazionale molti cercano un hotel per un solo giorno (31%), a testimonianza del rilancio anche del business travel.