Secondo la IATA la domanda totale di viaggi aerei ad ottobre (misurata in entrate passeggeri-chilometri o RPK) è diminuita del 49,4% rispetto allo stesso mese del 2019. In miglioramento rispetto al calo del 53,3% registrato a settembre 2021, rispetto a due anni prima .
I mercati domestici sono diminuiti del 21,6% rispetto a ottobre 2019, ma è migliorato il calo del 24,2% registrato a settembre rispetto a settembre 2019. La domanda di passeggeri internazionali a ottobre è stata del 65,5% inferiore all’ ottobre 2019, rispetto a un calo del 69,0% a settembre rispetto al periodo 2019, con tutte le regioni che hanno mostrato un miglioramento.
Il traffico internazionale di ottobre dei vettori europei è diminuito del 50,6% rispetto a ottobre 2019, nettamente migliorato rispetto al calo del 56,5% di settembre rispetto a settembre 2019. La capacità è diminuita del 41,3%.
L'ultima rilevazione mensile effettuata da Eurocontrol aveva fissato una tabella di marcia secondo la quale il comparto poteva confidare in un ritorno alla quasi normalità già dalla primavera. Ma se lo scorso mese i dati segnalavano un traffico pari al 77% di quello del 2019, con una prospettiva di superare l’80% a dicembre, complice anche l’aumento della domanda per il periodo delle festività natalizie, questo non è avvenuto. Anzi il trend è sceso al 74%, arretrando praticamente al dato di ottobre.
Aci Europe segnala un miglioramento del traffico passeggeri nel mese di ottobre, anche se con ritmi irregolari. I passeggeri transitati nella rete aeroportuale a ottobre sono il 36,7% in meno rispetto ai livelli pre pandemia del 2019, contro un -42,9% registrato a settembre. Le minori perdite di traffico passeggeri sono arrivate soprattutto dagli aeroporti dell’area Ue+1 (-41,2% a ottobre, rispetto a -48,1% a settembre). Gli aeroporti dell’area extra Ue+1, pur registrando buone performance in ottobre (-17,4%), non hanno visto migliorare il traffico passeggeri nella stessa misura rispetto a settembre (-20,8%).
Da un sondaggio sulle intenzioni di viaggio 2022 effettuato da Ipk International con Itb Berlin, che fotografa l’effetto Covid sui comportamenti di viaggio in 18 mercati, emerge che l’80% del campione sta pianificando partenze leisure internazionali nei prossimi 12 mesi, facendo registrare i livelli massimi di propensione al viaggio dall’inizio della pandemia. La percentuale, però, varia a seconda del continente: sale al 90% in Europa, scende al 70% in America e sfiora a malapena il 60% in Asia (ma con una forte tendenza al rialzo negli ultimi mesi). Quanto alle destinazioni, le mete preferite dagli americani sono i Paesi vicini come Canada e Messico, ma anche mete europee, in particolare Italia e Germania. Maggiore la tendenza al turismo domestico in Asia, e in particolare in Giappone, Corea del Sud, Vietnam e Cina, dove le persone stanno principalmente pianificando di visitare destinazioni all’interno del proprio Paese.
Enit-Agenzia Nazionale del Turismo italiana punta sul turismo del lusso prendendo parte alla Iltm di Cannes con gli operatori del settore e le Regioni per promuovere le magnificenze del Paese. Coinvolti oltre 1700 buyers internazionali, 92 operatori, 28 t.o. privati e gli enti locali italiani per un'esposizione di 520 mq. L'Italia come destinazione di lusso è stata svelata a Cannes in tutta la sua magnificenza, mettendo in mostra l'eccellenza, la competenza, la diversità, la creatività, il calore e la sicurezza del Paese, una delle massime priorità in questi tempi. Con la riapertura del mondo degli affari, il lusso e il turismo saranno un vero trampolino di lancio per la crescita dell'economia italiana. Si ricorda che l'80% degli acquisti pre-Covid nel settore del lusso in Italia sono stati effettuati da turisti stranieri. Questo mercato di nicchia rappresenta il 3% del PIL del Paese (in termini di mercato turistico corrispondente al 13% del Pil) e funge da volano per l'economia italiana.