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  • News 2021

    Le nuove linee guida delle Regioni recepite in un’ordinanza del Ministro Speranza in via di pubblicazione, stanno creando grandissima preoccupazione nel settore alberghiero. Da sempre gli alberghi sono tra le location preferite per l’organizzazione di convegni e di congressi, ma le nuove linee guida rischiano di creare incertezze tali da bloccare completamente questa attività – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi. Se da un lato infatti viene superato il vincolo del distanziamento che ad oggi ha regolamentato l’attività congressuale, dall’altro affida ad un non meglio precisato “confronto” tra l’organizzatore e le Autorità Sanitarie Locali, l’individuazione di volta in volta del numero massimo dei partecipanti. Un aspetto questo che in assenza di parametri oggettivi di riferimento, apre la strada ad una sorta di Far West del settore.Un percorso di incertezze (e burocrazia) che condizionerà tutta l’attività congressuale e convegnistica, peraltro proprio riguardo ad un aspetto che in sé non presenta particolari complessità.  Tutti gli spazi infatti sono autorizzati per legge, alla luce delle caratteristiche strutturali, ad un massimo di capienza correlata agli utilizzi. 

    Le “Linee guida per la riapertura delle attività economiche e sociali” recepite dal Ministro Speranza e in via di pubblicazione prevedono che la capienza massima dei partecipanti a congressi ed eventi aziendali venga di volta in volta stabilita dopo un confronto tra l’organizzatore con le Autorità Sanitarie Locali. Un’indicazione, questa, che rischia di paralizzare il settore dei congressi, dei convegni e degli eventi aziendali, e cioè il settore che più di ogni altro è stato colpito dalle limitazioni dovute alla pandemia.

    Le linee guida tolgono, finalmente, il distanziamento di un metro tra i partecipanti, recependo così le istanze della meeting industry che, ormai da mesi, chiedeva che centri congressi, sale meeting di alberghi e location per eventi fossero assimilati a cinema e teatri. Ma la fine del distanziamento è accompagnata da un’indicazione che genera il caos.

    Secondo Ipsos  gli italiani che prevedono una vacanza invernale sono il 62%,  in crescita del 16% e ormai quasi in media ai livelli pre-Covid, ma il 68% guarda ormai solo all'Italia. Tra le destinazioni preferite: il Trentino Alto Adige (17%), la Toscana (11%), le new entry Valle d'Aosta (9%) e Puglia (8%), mentre la Sicilia (8%) consolida il suo trend positivo pre-pandemico". Torna infine la fiducia negli alberghi e nel ricettivo organizzato, scelti dal 54% (+4% sull'inverno 2021).

    Arrivano dati incoraggianti dall’ultimo World Tourism Barometer, l’osservatorio dei trend turistici dell’Unwto: dopo una prima metà del 2021 debole, il terzo trimestre dell’anno ha visto un rimbalzo del turismo internazionale nell’emisfero settentrionale, facendo registrare un aumento del 58% degli arrivi di turisti tra luglio e settembre 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020.
    La ripresa però rimane ancora fragile: i numeri sono del 64% inferiori ai livelli del 2019. Nel terzo trimestre dell’anno, l’Europa ha registrato un calo degli arrivi internazionali del 53% rispetto allo stesso trimestre del 2019, rimanendo comunque la migliore performance al livello internazionale. E se è vero che in agosto e settembre gli arrivi si sono attestati a -63% rispetto al 2019, è vero anche che rimangono i migliori risultati mensili dall’inizio del pandemia.
    A livello globale, gli arrivi di turisti internazionali tra gennaio e settembre, sono diminuiti del -20% rispetto al 2020, in netto miglioramento rispetto ai soli primi sei mesi dell’anno (-54%). Tuttavia, gli arrivi complessivi sono ancora del 76% al di sotto dei livelli pre-pandemia con prestazioni disomogenee tra le regioni del mondo.

    Per il Report di AlixPartners la ripartenza del settore aereo non si avrà prima del 2025, prevedendo nei prossimi tre anni un recupero di traffico non superiore al 20-25%. Una ripresa che sarà ancor più lenta nei viaggi d’affari, segmento che per il 2022 segnerà una perdurante sofferenza con cali rispetto al 2019 del 40-45%. In buona sostanza le aziende continueranno a limitare i budget per le trasferte di lavoro ed il bacino  leisure sarà fortemente condizionato dai provvedimenti e dalle possibili restrizioni.