Dal report di S&P Global Ratings emerge che è in buona salute solo il traffico domestico, in vistosa ripresa nel 2021, al punto che entro fine anno, per molti mercati strategici, è previsto il pieno recupero dei valori pre Covid. Mentre tutti i collegamenti internazionali di medio-lungo raggio continuano a soffrire una forte contrazione.
Secondo la Iata, i viaggi domestici hanno raggiunto a luglio l’85% del traffico del 2019 nelle Americhe e in Asia, ma il movimento internazionale è stato pari solo al 26%. Sempre secondo il report, la ripresa dei viaggi aerei nazionali in estate ha contribuito a far tornare stabili le prospettive sugli aeroporti statunitensi, anche se la diffusione della variante Delta ha indotto cautela nel breve termine.
Oggi si celebra la Giornata Mondiale del Turismo. Nell’anno in cui l’industria dei viaggi globale fa i conti con la pandemia e prova a tracciare la strada della ripartenza, l’Unwto rilancia la ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1979, scegliendo il tema del “Turismo per la crescita inclusiva. La pandemia di Covid-19 ha avuto un enorme impatto sociale ed economico - spiega l’Organizzazione nella nota di presentazione dell’edizione 2021 -. I gruppi emarginati e i più vulnerabili sono stati colpiti più duramente di tutti.
Il 21 settembre si è svolta la Conferenza stampa di chiusura del 61° Salone Nautico di Genova, la manifestazione organizzata da Confindustria Nautica e da “I Saloni Nautici” dal 16 al 21 settembre, un’edizione che ha capitalizzato il grande lavoro svolto dall’Associazione di categoria nell’ultimo anno.
Le dichiarazioni finali.
Saverio Cecchi, Presidente Confindustria Nautica: “«Nuovo» è l’aggettivo che meglio descrive il Salone Nautico 2021. Un nuovo grande successo, dopo l’edizione 2020, l’unica esposizione svolta in Europa. La nuova area Superyacht, la nuova banchina per la Vela, i nuovi pontili per l’accoglienza dei RIB, la nuova VIP Lounge, il nuovo collegamento con elicotteri, nuovi prestigiosi partner, la nuova crescita del settore. A proposito di numeri, questi quelli più attesi: sono stati 92.377 i visitatori del 61° Salone Nautico alle ore 12:00 di oggi, il 30% in più rispetto all’edizione 2020. +12% i contratti firmati rispetto all’anno scorso. Ringrazio le Istituzioni, il Presidente di Agenzia ICE, il Prefetto, il Questore, il Comandante della Polizia Municipale di Genova, il Direttore della ASL, il Presidente di Porto Antico, il Presidente della Camera di Commercio di Genova, il Presidente di Confindustria Genova, e il Presidente dello Yacht Club Italiano, che hanno contribuito alla realizzazione di questo successo.”
L’ISTAT registra nel 2020 una contrazione di 50 miliardi di euro di spesa turistica degli italiani (di cui 26 legati ai soli viaggi all’estero), un calo di 207 milioni di presenze di stranieri in Italia e una flessione del 31,5% del valore aggiunto turistico. In termini di presenze, gli stranieri in Italia (inbound) sono stati il 54,6% in meno rispetto al 2019, con una spesa turistica pari a 23,7 miliardi di euro, in calo di circa 35 miliardi di euro rispetto ai livelli dell’anno precedente. Questa contrazione è stata in buona parte controbilanciata da una altrettanto drastica riduzione dei flussi turistici italiani verso l’estero (outbound) che, in termini di presenze, si sono ridotti del 54,1%, con un livello di spesa di 13,7 miliardi di euro (-65,7% rispetto all’anno precedente).
Dal “Global Business Traveller and Travel Manager Survey 2021” risulta che il 95% dei viaggiatori d’affari è disposto a viaggiare per lavoro per il prossimo anno e oltre la metà (il 52%) si dichiara molto desideroso. Al contempo, il 78% di loro teme che la ridotta possibilità di viaggiare nei prossimi 12 mesi possa danneggiarli personalmente e professionalmente. Le principali preoccupazioni includono difficoltà nello sviluppo e nel mantenimento di relazioni commerciali (45%), minori guadagni (39%) e mancato avanzamento di carriera (27%). Sono inoltre preoccupati del fatto che la riduzione dei viaggi d’affari abbia portato la loro azienda a firmare un numero minore di nuovi accordi (39%), a rinnovare meno contratti (35%) e a rimanere indietro rispetto alla concorrenza (31%).