Dall’ultima indagine di World Capital e Nomisma, svolta su un campione significativo di albergatori, ai quali sono state rivolte domande su “Come sarà il settore alberghiero tra 5 anni?” il 69,20% ha risposto positivamente prevedendo una crescita fino al +25%. Inoltre, il 57,70% degli albergatori impiegherà nuovi capitali negli arredi e nella struttura, il 34,60% nella formazione e nelle risorse umane e infine il 26,90% investirà nel potenziamento del marketing.
Per il 73,10% degli utenti che ricercano/acquistano servizi turistici attraverso dispositivi mobili, la ricerca aumenterà e per il 26,90% crescerà in maniera sostanziosa. Il sentiment per l’acquisto di servizi turistici, invece, risulta più frammentato: per il 57,70% infatti aumenterà, per il 30,80% aumenterà in maniera netta, mentre per l’11,50% non cambierà.
Secondo l’International travel managment study 2019, la ricerca condotta annualmente da AirPlus, che ha coinvolto i travel manager aziendali di 31 Paesi, sempre più viaggiatori d’affari scelgono di pagare le proprie trasferte con carte di credito virtuali e l’Italia è uno di questi. Secondo lo studio, in soli quattro anni il numero globale delle aziende che fa affidamento alle carte virtuali per saldare i costi dei soggiorni in hotel è quadruplicato, passando dall’8% del 2015 al 31% (quasi un’azienda su tre) registrato nel 2019. In testa alla classifica c’è l’Australia, dove il 46% delle aziende fa uso di questo tipo di pagamento, seguita però a poca distanza dall’Italia, che registra un 44% di utilizzo. Più tradizionalisti gli svizzeri, per i quali sceglie questa forma di pagamento solo un’azienda su dieci.
Secondo il consueto monitoraggio di Enit sugli operatori internazionali per la primavera/estate 2019 si registra una ulteriore crescita dei viaggi con motivazione culturale e enogastronomica. Per l'enogastronomia, gli aumenti rilevati dai tour operator variano dal +5% al +20% sul medesimo periodo del 2018, mentre per i viaggi culturali gli aumenti riscontrati dai tour operator variano dal +5% al +30% sulla primavera/estate 2018 con picchi del +45% per la Cina e oltre il 100% per il Giappone. Naturalmente le mete classiche del turisdotto italiano la fanno da padrone: Roma, Firenze, Venezia e Napoli non mancano nel ‘menù’ di nessun mercato, ma ci sono alcune novità che ridisegnano i circuiti dei turisti all’interno del Bel Paese.
Secondo l’indagine della Banca d’Italia sul turismo internazionale, nel 2018 la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia è aumentata a un tasso sostenuto (6,5%) – raggiungendo quasi 42 miliardi di euro – sospinta dai turisti provenienti dall’Europa e dal Nord America. La spesa dei viaggiatori italiani all’estero è cresciuta in modo meno marcato (3,8%). Il numero di visitatori che pernottano in Italia è cresciuto di circa 4 milioni rispetto al 2017. Decisamente meno forte è stato invece l’aumento dei visitatori stranieri in Germania e soprattutto in Spagna, il secondo paese al mondo per numero di arrivi, dopo la Francia.
Il 20 giugno al Mibac il presidente di Symbola, Ermete Realacci e il Segretario generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli, con il coordinamento del Segretario generale di Symbola, Fabio Renzi hanno presentato il Rapporto 2019 “Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”. Dallo studio emerge che la cultura è uno dei motori trainanti dell’economia italiana, uno dei fattori che più esaltano la qualità e la competitività del made in Italy. Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo, fatto da imprese, PA e non profit, genera quasi 96 miliardi di euro e attiva altri settori dell’economia, arrivando a muovere, nell’insieme, 265,4 miliardi, equivalenti al 16,9% del valore aggiunto nazionale.