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    Si è tenuta a Roma, presso Villa Miani, la serata conclusiva del Velista dell’Anno, la manifestazione organizzata da Acciari Consulting e giunta alla XII edizione.
    Quest’anno per i candidati c’è stata un’indicazione popolare e la votazione di una giuria d’eccezione che ha visto coinvolti il Presidente della Federazione Italiana Vela, Carlo Croce, la Presidente di UCINA Confindustria Nautica, Carla Demaria, il Vice Segretario Generale del CONI e responsabile della preparazione olimpica, Carlo Mornati, il Presidente di Roma 2024, Luca Cordero di Montezemolo, e Alberto Acciari ideatore e segretario del Premio.
    Il premio Velista dell'Anno è stato assegnato a Giulia Conti e Francesca Clapcich per gli straordinari risultati ottenuti nel 2015, con una storica "tripletta" che le ha viste conquistare il titolo italiano, europeo e mondiale nella classe Olimpica acrobatica 49er FX.
    Il TP52 Enfant Terrible di Alberto Rossi è la Barca dell'Anno. “Un premio per una stagione da protagonista coronato dalla vittoria al Campionato del Mondo ORC 2015 a Barcellona” - ha commentato Carla Demaria, Presidente di UCINA, consegnandogli il trofeo – “ma è anche un premio al suo team capace di eccezionali risultati che da cinque anni lo proietta al vertice delle classifiche mondiali”.
    Roberto Tomasini Grinover è stato proclamato Armatore - Timoniere dell'Anno in virtù dei risultati ottenuti con il suo Maxi 72 Robertissima III. Il premio Circolo dell’Anno è andato al Barcola Grignano.
     
    (Per maggiori informazioni: www.ucina.net)

    Si è tenuta a Roma, presso la storica location di Villa Miani, la serata conclusiva del Velista dell’Anno, la manifestazione organizzata da Acciari Consulting e giunta alla XII edizione.

    Quest’anno per i candidati c’è stata un’indicazione popolare e la votazione di una giuria d’eccezione che ha visto coinvolti il Presidente della Federazione Italiana Vela, Carlo Croce, la Presidente di UCINA Confindustria Nautica, Carla Demaria, il vice segretario generale del CONI e responsabile della preparazione olimpica, Carlo Mornati, il Presidente di Roma 2024, Luca Cordero di Montezemolo, e Alberto Acciari ideatore e segretario del Premio.

    Il premio Velista dell'Anno è stato assegnato a Giulia Conti e Francesca Clapcich per gli straordinari risultati ottenuti nel 2015, con una storica "tripletta" che le ha viste conquistare il titolo italiano, europeo e mondiale nella classe Olimpica acrobatica 49er FX.

    Il TP52 Enfant Terrible di Alberto Rossi è la Barca dell'Anno. “Un premio per una stagione da protagonista coronato dalla vittoria al Campionato del Mondo ORC 2015 a Barcellona” - ha commentato Carla Demaria, Presidente di UCINA, consegnandogli il trofeo – “ma è anche un premio al suo team capace di eccezionali risultati che da cinque anni lo proietta al vertice delle classifiche mondiali”.

    “Questo è un mondo che esprime una passione straordinaria” – ha aggiunto Demaria – “che ho ritrovato anche nel calore che mi è stato manifestato questa sera per il grande lavoro svolto da UCINA Confindustria Nautica a favore di tutta la filiera produttiva e dell’utenza”.

    Roberto Tomasini Grinover è stato proclamato Armatore - Timoniere dell'Anno in virtù dei risultati ottenuti con il suo Maxi 72 Robertissima III. Il premioCircolo dell’Anno è andato al Barcola Grignano.

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    UCINA - Ufficio Stampa

    Antonio Vettese
    Tel +39 335 7366723
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    Laura Colombo
    Tel +39 010 5769812
    press@ucina.net

    Non sapendo se applicare o meno l’Iva turistica al 10% i Marina resort sono fermi e soprattutto la richiesta di contratti da parte dei clienti esteri, che notoriamente anticipa la stagione, è di fatto paralizzata.
    L’allarme è stato lanciato da UCINA che ha portato la questione all’attenzione del Governo in una serie di incontri che hanno consentito all’Associazione di analizzare le questioni in campo, sia da un punto di vista economico, sia tecnico-giuridico, al fine di sanare l’illegittimità parziale della norma sui Marina resort.
    Insieme ad Assomarinas ed Assonat è stato possibile rappresentare lo stato del mercato, che da un lato vede l’impossibilità di stipulare nuovi contratti, ma anche di rinnovare  quelli in scadenza. La situazione è resa ancor più paradossale per via delle tre Regioni – Friuli V.G., Emilia R. e Liguria – che hanno una normativa propria, che riconosce l’applicazione dell’Iva turistica al 10% agli ormeggi inferiori all’annualità.
    Nel frattempo anche la Campania si è attivata per procedere a legiferare, grazie all’azione dell’Associazione Nautica Regionale Campana, associata UCINA, e al supporto dell’Associazione nazionale, con un emendamento presentato alla Legge regionale di stabilità. Risulta che anche la Sardegna si stia attivando per fare altrettanto. La norma sul riconoscimento dei marina resort è stata varata nella Legge Sviluppo dell’agosto 2014, confermata con validità di un anno nella Legge di Stabilità 2015 e resa permanente nella Legge di Stabilità 2016. Vi si prevede che gli ormeggi stagionali sono equiparati alle strutture turistico ricettive all’aria aperta e questo comporta l’applicazione dell’Iva turistica al 10%.
    Il ricorso alla Corte Costituzionale della Regione Campania ha comportato una sentenza di parziale illegittimità della norma, laddove non contempli che il decreto attuativo che fissa i requisiti minimi delle strutture preveda l’intesa della Conferenza Stato-Regioni.

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    Ad oggi sono migliaia coloro che lavorano come marittimi del diporto e trovano sempre maggiore difficoltà a vedere rinnovati i loro certificati di competenza. L’allarme, fino ad oggi inascoltato, è stato lanciato da UCINA nel corso di un incontro con i vertici del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
    Già in passato l’Italia ha adottato norme di recepimento della Convenzione internazionale STCW (che regola la materia) ben più restrittive di quelle di altri Paesi europei, che ha determinato una fuga di lavoratori verso l’estero, in particolare in Gran Bretagna.
    UCINA insieme all’associata Italian Yacht Master, l’Associazione dei comandanti italiani di navi da diporto, ha presentato  le osservazioni alla bozza di decreto attuativo predisposto dagli uffici del ministero e volto a dare attuazione agli aggiornamenti della normativa internazionale.
    Ai più stretti collaboratori del Ministro è stato chiesto che sia sfruttato ogni possibile utile spazio interpretativo a favore della marineria italiana. Innanzitutto: l’allineamento dei mesi di navigazione necessari ai fini del rinnovo dei certificati a quanto avviene in Gran Bretagna; il riconoscimento della validità della navigazione effettuata su tutte le tipologie di unità sopra le 80 GT (gross tonnage), anche quelle in uso privato, ai fini del rinnovo dei certificati mercantili, purché svolta nella funzione del certificato posseduto o in quella immediatamente inferiore nel grado, similmente a quanto fanno inglesi, francesi, spagnoli, greci; il riconoscimento dei corsi di addestramento effettuati nella Comunità europea, necessari al conseguimento e il rinnovo dei certificati di Competenza STCW;  il riconoscimento della navigazione effettuata su navi battenti bandiera estera, così come fatto da altri Paesi europei; la riduzione del periodo di addestramento necessario per le “Funzioni equivalenti”, limitandolo a ventiquattro mesi, cioè una durata pari al doppio dei requisiti minimi previsti dalla Convenzione STCW, peraltro in aderenza alle indicazioni prescritte dal Parlamento; l’accettazione di tutte le possibilità alternative all’effettuazione dell’intero periodo di navigazione effettiva necessario ai fini della riconvalida dei certificati, così come vengono fornite dalla convenzione STCW, ad esempio attraverso la frequentazione di corsi di formazione sostitutivi del periodo di navigazione.
    Un altro tema cruciale è quello di scongiurare l’abrogazione della norma che regola i Rapporti tra titoli professionali marittimi e titoli professionali del diporto.

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    Di fatto la pronuncia della Corte Costituzionale rende impossibile firmare un contratto di ormeggio.

    Senza un rapido intervento si mette a rischio la stagione estiva.


    Non sapendo se applicare o meno l’Iva turistica al 10% i Marina resort sono fermi e soprattutto la richiesta di contratti da parte dei clienti esteri, che notoriamente anticipa la stagione, è di fatto paralizzata.

    L’allarme è stato lanciato da UCINA Confindustria Nautica che ha portato la questione all’attenzione del Governo in una serie di incontri che hanno consentito all’Associazione nazionale di categoria di analizzare le questioni in campo, sia da un punto di vista economico, sia tecnico-giuridico, al fine di sanare l’illegittimità parziale della norma sui Marina resort.

    Insieme ad Assomarinas ed Assonat è stato possibile rappresentare lo stato del mercato, che da un lato vede l’impossibilità di stipulare nuovi contratti, ma anche di rinnovare  quelli in scadenza. La situazione è resa ancor più paradossale per via delle tre Regioni – Friuli V.G., Emilia R. e Liguria – che hanno una normativa propria, che riconosce l’applicazione dell’Iva turistica al 10% agli ormeggi inferiori all’annualità.

    Nel frattempo anche la Campania si è attivata per procedere a legiferare, grazie all’azione dell’Associazione Nautica Regionale Campana, associata UCINA, e al supporto dell’Associazione nazionale, con un emendamento presentato alla Legge regionale di stabilità. Risulta che anche la Sardegna si stia attivando per fare altrettanto.

    “Senza un rapido intervento legislativo, avremo 3-5 Regioni con Iva al 10% e le altre con Iva al 22%.” – ricorda Carla Demaria, Presidente di UCINA – “Dopo gli incontri con i diversi responsabili di Governo interessati dalla vicenda, avuti durante questa settimana, siamo fiduciosi in una soluzione, ma occorre fare presto. Diversamente ogni sforzo finora fatto per rilanciare il settore sarebbe vano”.

    La norma sul riconoscimento dei marina resort è stata varata nella Legge Sviluppo dell’agosto 2014, confermata con validità di un anno nella Legge di Stabilità 2015 e resa permanente nella Legge di Stabilità 2016. Vi si prevede che gli ormeggi stagionali sono equiparati alle strutture turistico ricettive all’aria aperta e questo comporta l’applicazione dell’Iva turistica al 10%.

    Il ricorso alla Corte Costituzionale della Regione Campania ha comportato una sentenza di parziale illegittimità della norma, laddove non contempli che il decreto attuativo che fissa i requisiti minimi delle strutture preveda l’intesa della Conferenza Stato-Regioni.

    Genova, 4 marzo 2016

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    UCINA CONFINDUSTRIA NAUTICA: ogni giorno perdiamo 5 marittimi che vanno a lavorare all’estero a causa della penalizzante normativa italiana.

    Le norme nazionali sui titoli professionali devono essere riviste e interpretate a vantaggio dei lavoratori del mare, come fanno gli inglesi, e non inseguendo visioni astratte e burocratiche.

    Proficuo l’incontro di UCINA Confindustria Nautica e Italia Yacht Master al Ministero dei Trasporti, con il Capo di Gabinetto del ministro Graziano Delrio, ma servono risposte immediate.

    Ad oggi sono migliaia coloro che lavorano come marittimi del diporto e trovano sempre maggiore difficoltà a vedere rinnovati i loro certificati di competenza. L’allarme, fino ad oggi inascoltato, è stato lanciato da UCINA nel corso di un incontro con i massimi vertici del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.

    Già in passato l’Italia ha adottato norme di recepimento della Convenzione internazionale STCW che regola la materia ben più restrittive di quelle di altri Paesi europei, il che ha determinato una fuga di lavoratori verso l’estero, in particolare la Gran Bretagna.

    “Si tratta di un grave danno occupazionale che si riflette sull’intera economia del nostro settore e non ce lo possiamo permettere”, spiega Carla Demaria presidente di UCINA Confindustria Nautica. “Un comandante italiano molto spesso si traduce in un equipaggio italiano, nella scelta di un porto base e di un cantiere di manutenzione nazionali; decidendo di essere più realisti del re e adottando normative inutilmente restrittive ogni giorno perdiamo quattro o cinque comandanti che decidono di andare a lavorare all’estero”.

    UCINA insieme all’associata Italian Yacht Master – Associazione dei comandanti italiani di navi da diporto-, ha presentato al MIT le osservazioni alla bozza di decreto attuativo predisposto dagli uffici del ministero e volto a dare attuazione agli aggiornamenti della normativa internazionale.

    “Non possiamo ripetere nuovamente gli errori del passato” – spiega Demaria – “la stessa Camera dei Deputati, grazie all’azione svolta da UCINA, ha riconosciuto che <nell’applicazione del decreto legislativo (il n. 136 del 2011, la norma vigente e ora sottoposta ad aggiornamento, ndr) e dei relativi decreti ministeriali di attuazione, si sono riscontrati una serie di inconvenienti, legati ad appesantimenti procedurali e rigidità propri della legislazione italiana, il che ha indotto numerosi lavoratori italiani del settore a conseguire i titoli marittimi in altri Stati dell’Unione europea e, in particolare, nel Regno Unito>”.

    “Ai più stretti collaboratori del Ministro abbiamo chiesto che sia sfruttato ogni possibile utile spazio interpretativo a favore della marineria italiana – spiega il vice presidente di Italian Yacht Master, Dario Savino - esattamente come fanno gli inglesi. La Convenzione STCW contiene tutti gli strumenti per poter intervenire. Del resto, quando lo si è voluto fare, lo si è fatto, come è accaduto ammettendo, in deroga nazionale alla STCW, l’equivalenza della navigazione effettuata dal personale militare dei Corpi delle Capitanerie di Porto, della Guardia di Finanza, ecc., esercitata solo sulle motovedette costiere, equiparandola alle “attività alternative” utili a confermare l’assolvimento delle funzioni necessarie per il rinnovo dei certificati di competenza”.

    Lo stesso deve essere fatto per:
    -  l’allineamento dei mesi di navigazione necessari ai fini del rinnovo dei certificati a quanto avviene in Gran Bretagna;
    -  il riconoscimento della validità della navigazione effettuata su tutte le tipologie di unità sopra le 80 GT (gross tonnage), anche quelle in uso privato, ai fini del rinnovo dei certificati mercantili, purché svolta nella funzione del certificato posseduto o in quella immediatamente inferiore nel grado, similmente a quanto fanno inglesi, francesi, spagnoli, greci;
    - il riconoscimento dei corsi di addestramento effettuati nella Comunità europea, necessari al conseguimento e il rinnovo dei certificati di Competenza STCW;
    -  il riconoscimento della navigazione effettuata su navi battenti bandiera estera, così come fatto da altri Paesi europei;
    - la riduzione del periodo di addestramento necessario per le “Funzioni equivalenti”, limitandolo a ventiquattro mesi, cioè una durata pari al doppio dei requisiti minimi previsti dalla Convenzione STCW, peraltro in aderenza alle indicazioni prescritte dal Parlamento;
    -  l’accettazione di tutte le possibilità alternative all’effettuazione dell’intero periodo di navigazione effettiva necessario ai fini della riconvalida dei certificati, così come vengono fornite dalla convenzione STCW, ad esempio attraverso la frequentazione di corsi di formazione sostitutivi del periodo di navigazione.

    “Un altro tema cruciale è quello di scongiurare l’abrogazione della norma che regola i Rapporti tra titoli professionali marittimi e titoli professionali del diporto” (art. 13 del DM 10.5.2005 n. 121), ha spiegato intervenendo all’incontro Piero Formenti, Vicepresidente UCINA Confindustria Nautica e Presidente dell’Associazione europea di settore. “In questo modo non sarebbe più possibile il passaggio dalla carriera nel diporto a quella marittima mercantile, creando una nuova barriera di accesso al mondo del lavoro, penalizzando il diporto e ghettizzando l’Italia in una posizione che non ha riscontro presso le altre marinerie UE”.

    Nell’incontro, che ha visto la massima attenzione da parte del Capo di Gabinetto, Bonaretti, sono stati affrontati anche le criticità relative al Corso Crowd & Crisys management, ai Corsi MAMS e MABEV.


    Genova, 2 marzo 2016

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    UCINA Confindustria Nautica vara il piano 2016 per il sostegno all’export, frutto di un’analisi dell’andamento dei mercati internazionali effettuato dal proprio Ufficio studi in collaborazione con alcuni istituti economici esterni.

    Gli ultimi dati diffusi dall’Istat confermano che la ripresa in Italia è trainata dalle esportazioni, con un 3,7% di crescita dell’export italiano nel 2015. Pur rimanendo positivo, negli ultimi mesi rallenta il mercato degli Stati Uniti, a oggi il più dinamico per le imprese italiane, dove si è appena concluso il Miami International Boat Show. Decisamente immobile il mercato del Brasile, la cui economia nell’ultimo anno ha mostrato segni di forte difficoltà, deludenti le aspettative del Far East, mentre la Russia è continua a restare ferma e il Medio Oriente si trova ormai da tempo in una situazione di luci e ombre.

    Per quanto riguarda l’Italia, i dati forniti da ASSILEA, Associazione italiana del leasing il cui Direttore Generale è membro del Consiglio di Presidenza di UCINA, il 2015 si è concluso con un aumento del 62% dello stipulato a fronte di un numero di contratti stabile. Il valore è salito a 240 milioni di euro. Il periodo post Salone Nautico di Genova ha visto firmati contratti di leasing nautico per oltre 20,1 milioni di euro nell’ultimo bimestre dello scorso anno, a fronte dei 14,9 milioni dello stesso periodo del 2014, con una crescita di circa il 35% in valore.

    In questa congiuntura internazionale complessa UCINA Confindustria Nautica rafforza il presidio nei mercati strategici a sostegno delle imprese italiane. E lo fa con un del Progetto a sostegno della nautica approvato dal Ministero dello Sviluppo Economico e reso operativo da ITA-ICE Agenzia, che prevede interventi mirati a favorire l’internazionalizzazione delle aziende della nautica da diporto attraverso linee d’azione rivolte specificamente ai settori dei Grandi Yachts, della Piccola Nautica, nonché del comparto Accessoristica Nautica.

    Il progetto prevede tre linee di azione specifiche per la nautica, con una serie di contributi volti a favorire la partecipazione di tutte le aziende, in una logica di filiera, alle più importanti rassegne internazionali.

    In particolare, le manifestazioni 2016 che prevedono la presenza istituzionale ICE–UCINA sono, oltre al BOOT di Dusseldorf che si è tenuto a gennaio e il Miami International Boat Show che si è appena concluso, il Dubai International Boat Show (01-05 Marzo 2016) e il Fort Lauderdale International Boat Show  che si terrà a novembre.

     Prossimo appuntamento, il Dubai International Boat Show che si svolgerà dal 1° al 5 marzo prossimi. L’Associazione sarà presente con uno stand istituzionale ICE-UCINA all’interno dell’area “Equipment Supplies & Services” in un area di 30mq che comprenderà anche un’area esposizione.

    Dal 4 al 7 maggio prossimi, presso Itajaì, città che ha ospitato due tappe del Giro del Mondo a vela in equipaggio, si svolgerà la seconda edizione del Fimar - Fiera dell’economia del mare Italia-Brasile. L’iniziativa bilaterale dedicata al design, alla tecnologia e alla subfornitura è frutto degli accordi firmati da Ministero dello Sviluppo economico, UCINA e Governo dello Stato brasiliano di Santa Caterina, un’opportunità per le imprese di impianti, accessori, macchinari, meccanica, arredo e design, refit.

    Una missione guidata dal vice presidente Piero Formenti all’Eurasia Boatshow di Istanbul, terminata la scorsa settimana, è stata invece tesa a valutare, attraverso una serie di incontri istituzionali, le opportunità del mercato turco anche alla luce delle ripercussioni delle vicende di politica internazionale sul Paese.

    “Abbiamo in campo molteplici attività in diverse parti del Mondo e con diversi interlocutori” – conferma Carla Demaria, presidente di UCINA Confindustria Nautica – “ma l’obiettivo è unico: aiutare e sostenere con contributi economici concreti, presenza istituzionale, accordi bilaterali e know how le attività di export delle nostre imprese”.


    Genova, 29 febbraio 2016 

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    UCINA Confindustria Nautica, ASSOMARINAS, ASSONAT: la Regione Campania affonda la nautica. Totale sconcerto delle Associazioni della nautica e della portualità turistica per l’iniziativa unilaterale della Regione Campania, che ottiene dalla Corte Costituzionale l’annullamento dell’IVA al 10% sugli ormeggi a breve nei Marina resort.

     

    La norma, varata dal Governo nel 2014 per rilanciare la nautica, e confermata nell’ultima Legge finanziaria 2016, potrebbe trovare applicazione solo nelle Regioni che hanno adottato una propria legislazione Liguria, Friuli, ed Emilia Romagna.

     

     

    Con sentenza 21.2016, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 32 comma 1 del DL 133/2014, nella parte in cui equipara i cosiddetti Marina resort alle strutture recettive all’aria aperta ai fini dell’applicazione dell’IVA al 10%. L’eccezione di costituzionalità è stata presentata dalla Regione Campania, la quale ha eccepito che lo Stato nel decidere tale equiparazione avrebbe violato il principio della “leale collaborazione” con le Regioni che hanno competenza in materia di turismo.

    “E’ incomprensibile che, mentre un settore trainante del Made in Italy che a fatica sta uscendo da una crisi quinquennale che ne ha dimezzato il fatturato, si anteponga una questione di palazzo al futuro delle aziende e dei lavoratori”, commenta Carla Demaria, presidente di UCINA Confindustria Nautica – “lo Stato ha dettato una semplice norma quadro, come dimostrato dalle Regioni che sulla materia hanno legiferato in dettaglio”.

    Anche secondo Assomarinas e Assonat “si tratta di una vera e propria beffa alla luce della stessa sentenza della Corte, nella quale si riconosce che, attenendo la questione anche alla materia tributaria (di competenza statale), di per sé l’intervento del legislatore nazionale non sarebbe illegittimo” – commentano i presidenti Roberto Perocchio e Luciano Serra – “ma lo sarebbe divenuto non avendo ottenuto la previa intesa con la Conferenza delle Regioni per il decreto attuativo”.

    Ora a seguito della pronuncia, l’IVA al 10% potrebbe essere applicata solo nelle Regioni che hanno emanato una disciplina specifica – Friuli, Liguria ed Emilia Romagna – mentre per le altre, compresa la Campania che non ha ritenuto di attivarsi in tal senso, si creerà un trattamento penalizzante.

    UCINA, Assomarinas e Assonat chiedono un appuntamento urgente ai Ministri dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e dei Trasporti, Graziano Delrio.

    Genova, 12 febbraio 2016

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    E’ stata presentata a Roma presso Unioncamere la seconda edizione di Fimar - Fiera dell’economia del mare Italia-Brasile, iniziativa bilaterale dedicata al design, alla tecnologia e alla subfornitura frutto degli accordi firmati da Ministero dello Sviluppo economico, UCINA Confindustria Nautica e Governo dello Stato brasiliano di Santa Caterina.

    Si svolgerà dal 4 al 7 maggio prossimi, presso Itajaí, città che ha ospitato due tappe del Giro del Mondo a vela in equipaggio. Un’occasione per aprire nuove opportunità per le imprese di impianti, accessori, macchinari, meccanica, arredo e design, refit.

    “Spesso ci si riempie gli occhi con le grandi aziende, ma dobbiamo ricordare che dei 180 tavoli di crisi aperti presso il Ministero dello Sviluppo economico, solo il 3% riguarda le piccole e medie imprese” – ha commentato Carlo Capria,  Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per lo Sviluppo delle Economie Territoriali. “Sono queste ultime, parte sana del Paese, che dobbiamo sostenere e questa collaborazione Italia-Brasile in un settore di eccellenza come la nautica è un buon esempio di cosa si può fare” – ha concluso Capria - ricordando “la necessità di unità associativa, specie quando ci si propone all’estero”.

    “Gli incontri BtoB sono uno strumento in cui UCINA crede e che abbiamo sviluppato con iniziative molto interessanti nell’ambito del Salone Nautico di Genova” – ha commentato  Andrea Razeto, Vice Presidente UCINA – “un format che ben può essere replicato in questa occasione in Brasile”.

    “Questa iniziativa bilaterale è stata possibile grazie alla presenza molto attiva di UCINA” – gli ha fatto eco Giuseppe Tripoli, Segretario Generale di Unioncamere ed ex DG per le politiche di internazionalizzazione del MiSE.

    ICE da parte sua assicurerà un Punto Italia per l’accoglienza e le informazioni di supporto a operatori e visitatori, ha ricordato Domenico Calabria, vice presidente Brazil Planet.

    L’edizione 2016 di Fimar, oltre alla tradizionale esposizione nautica e gli incontri bilaterali, ospiterà anche alcune iniziative collaterali dedicate al made in Italy, alla moda, all’agroalimentare e al design con il concorso Interior design nato in collaborazione con ADI, Associazione italiana disegno industriale, e l’Università di Florianopolis.

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    Il Sole 24 ORE Business School ha organizzato l’International Master Luxury Management, un corso volto a supportare sia i neo laureati sia i professionisti che hanno bisogno di aggiornare le competenze esistenti o sviluppare nuove aree di competenza, nel settore dei beni di lusso, moda e lifestile.

    Fra le più importanti aree dell’eccellenza italiana quest’anno è stata messa in risalto la nautica. L’Ing. Stefano Pagani, responsabile dell’Ufficio Studi di UCINA Confindustria Nautica nonché rappresentante tecnico presso l’Associazione europea EBI (European Boating Industry), chiamato a intervenire, ha testimoniato come questo settore produttivo, di cui il nostro paese detiene la leadership a livello globale, ricopre un ruolo di rilievo in termini economici, occupazionali e nell’affermazione del made in Italy nel mondo.

    Diversi i temi approfonditi dall’Ing. Pagani per spiegare la forza e l’importanza del settore nautico. In primis ha illustrato la composizione e l’andamento dell'industria a esso riferita, in Europa e soprattutto in Italia, focalizzando poi l’attenzione sulle grandi navi da diporto, i così detti superyacht. Quindi ha messo in risalto la competitività dell'industria italiana, intesa come filiera produttiva, dove ogni azienda che vi partecipa è di per sé in grado di esprimere qualità superiore, attraverso prodotti e componenti che spesso vengono scelti anche dai più qualificati cantieri nautici competitor internazionali. Infine, il rappresentante di UCINA Confindustria Nautica ha vagliato l’andamento del mercato mondiale, con l’analisi delle problematiche e dei vantaggi derivati dalla sempre maggiore internazionalizzazione delle produzioni, concludendo l’intervento con una coinvolgente sessione interattiva realizzata per valutare opportunità di lavoro nel settore.

    Il Master, svolto in lingua inglese, è rivolto alle seguenti aree: Marketing, Comunicazione ed Eventi, Gestione del marchio, Merchandising, Operazioni retail, E-commerce e interessa i settori della Moda, del Design, Orologi e gioielli, Profumi & Cosmetici, Auto, Hotellerie, Food & Wine e, appunto, la Nautica.

     

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