Negli ultimi tre anni il budget degli italiani per viaggi e vacanze è aumentato, ma in misura ridotta rispetto alla media europea. È quanto emerge dal sondaggio realizzato dalla società globale di servizi professionali Alvarez & Marsal, pubblicato nel report “Travel in Flux”. Secondo il rapporto, il 39% degli intervistati sostiene di aver incrementato la propria spesa, il 10% in modo significativo, mentre per il 29% l’aumento è stato più moderato. A livello europeo invece il 52% rivela che il budget dedicato alle vacanze è cresciuto, di cui il 19% in maniera considerevole. I motivi sono da ricercare, secondo il consumatore italiano, in una maggiore disponibilità di risparmio, avvenuto durante il periodo pandemico, o comunque in una migliore gestione delle risorse finanziarie. Più in generale, gli europei inseriscono tra le motivazioni di una crescita della spesa anche la scelta di dare priorità ai viaggi rispetto ad altre voci del budget riferito alla tendenza degli uomini d’affari ad aggiungere alcune visite turistiche ai propri viaggi di lavoro.
Secondo uno studio di Phocuswright ha circa 48 anni, guadagna 45mila euro l’anno e ha speso 1.132 euro per persona il viaggiatore italiano medio nel 2022. Tra le ragioni del mancato viaggio, le prime due considerazioni sono di carattere finanziario, ma chi è riuscito a partire ha speso una media di 2.490 euro per 2,2 partecipanti (1132 a persona) con una durata del soggiorno di 12,7 notti e ha fatto 3,2 viaggi negli ultimi 12 mesi. Il 25% ha usato una carta di credito collegata a programmi di fedeltà e più della metà ha utilizzato i punti di viaggio. Il 53% ha viaggiato all’estero, l’11% si è recato in Gran Bretagna, il 39% in altre destinazioni europee e ben l’82% ha scelto destinazioni domestiche. E' in particolare la fascia di utenti sotto i 35 anni quella più propensa a spostarsi oltre l’Italia, pur rimanendo prevalentemente in Europa. Grandi città (55%), spiagge (51%) e piccoli centri (33%) si sono rivelate le destinazioni più popolari.
Secondo uno studio di Phocuswright ha circa 48 anni, guadagna 45mila euro l’anno e ha speso 1.132 euro per persona il viaggiatore italiano medio nel 2022. Tra le ragioni del mancato viaggio, le prime due considerazioni sono di carattere finanziario, ma chi è riuscito a partire ha speso una media di 2.490 euro per 2,2 partecipanti (1132 a persona) con una durata del soggiorno di 12,7 notti e ha fatto 3,2 viaggi negli ultimi 12 mesi. Il 25% ha usato una carta di credito collegata a programmi di fedeltà e più della metà ha utilizzato i punti di viaggio. Il 53% ha viaggiato all’estero, l’11% si è recato in Gran Bretagna, il 39% in altre destinazioni europee e ben l’82% ha scelto destinazioni domestiche. E' in particolare la fascia di utenti sotto i 35 anni quella più propensa a spostarsi oltre l’Italia, pur rimanendo prevalentemente in Europa. Grandi città (55%), spiagge (51%) e piccoli centri (33%) si sono rivelate le destinazioni più popolari.
Nel quadro che emerge dal nuovo report “Imprese italiane: le nuove vie della crescita”, realizzato da Nielsen e commissionato da American Express, si sottolineano due principali driver di crescita: l’accelerazione digitale e la capacità di far crescere la loro presenza al di fuori dell’Italia. La maggioranza delle imprese italiane, infatti, oggi è attiva a livello internazionale: il 72% opera in almeno un altro Paese, il 56% in due o più paesi, mentre il 50% esporta, percentuale che sale al 59% tra quelle che hanno registrato una crescita del fatturato nell’ultimo anno, e un altro 15% è interessata a cominciare a farlo nel prossimo futuro.
La maggioranza afferma che i livelli di viaggi d’affari sono tornati a pari o aumentati rispetto al pre pandemia (74% per quelli in Italia e 77% per quelli all’estero). Rispetto allo scorso anno, il 32% delle imprese intervistate ha segnalato una crescita nei viaggi d’affari domestici rispetto all’anno precedente; il 36% un aumento dei viaggi d’affari all’estero rispetto al 2022.
Non si arresta la crescita di Civitatis, la piattaforma di prenotazione di attività, tour e visite guidate ed escursioni prevede di raggiungere, entro la fine dell’anno, il traguardo di 10 milioni di viaggiatori, sulla base di un fatturato che, a oggi, si attesta sui 9 milioni. Rispetto al 2019 i viaggiatori sono aumentati del 115% e del 31% rispetto al 2022 e, tra le città più prenotate, spicca Roma al primo posto, seguita da Parigi e Madrid. Lisbona occupa la quarta posizione, seguita da Londra, Porto, Barcellona, New York, Budapest e Praga.
A fare il punto è Growth Capital, banca di investimento tech leader nell’ecosistema Venture Capital, nel Luggage Storage – Market Report 2023, in cui fotografa un mercato segmentabile in due principali categorie di fornitori: quelli tradizionali, come i depositi fisici delle stazioni ferroviarie, e i digital provider, ossia piattaforme online che consentono ai viaggiatori di prenotare uno spazio di deposito presso esercizi commerciali strategicamente distribuiti nelle città (ad esempio bar e ristoranti), garantendo così maggiore capillarità e un processo di prenotazione più semplice e flessibile. Sono circa 600 milioni nel Nord America (Stati Uniti e Canada) e 400 milioni in Europa i viaggiatori che potrebbero essere facilitati dal servizio di luggage storage (deposito bagagli), creando i presupposti per un’opportunità di mercato significativa. Considerando il numero medio di bagagli per turista e il prezzo medio per il deposito, il mercato potenzialmente disponibile ammonterebbe infatti a 4,8 miliardi di euro nel Nord America e 3 miliardi in Europa. In Italia in particolare, anche grazie all’elevato volume di turisti internazionali, il valore potenziale stimato è pari a 400 milioni di euro, circa il 15% del totale europeo.
Secondo un'indagine di Altroconsumo per una vacanza sulla neve a Capodanno in due persone considerando soggiorno, skipass e viaggio si deve preventivare una spesa media che va dai 1.500 euro a oltre 4.500 euro. Come lo scorso anno, per risparmiare bisogna scegliere il Friuli-Venezia Giulia, in particolare Tarvisio, che consente di spendere quasi il 50% in meno rispetto alla media dei costi delle destinazioni considerate. Tarvisio è una delle destinazioni con gli aumenti più contenuti, 7% in più rispetto allo stesso periodo del 2022-23, dove una settimana bianca per due persone può costare in media 1.595 euro, quasi 3.000 euro in meno di una vacanza a Cortina dove si arriva a pagare 4.566 euro in due. Se Cortina era già l’anno scorso fra le località sciistiche più care, quest’anno è ancora più inavvicinabile visto gli aumenti del 46% nella spesa per l’alloggio (quasi il doppio della media degli aumenti di costo delle altre città). Seguono tra le meno care dopo Tarvisio, Champoluc, con una media di 2.235 euro, e Vigo di Fassa, in Alto Adige, dove si spende una media di 2.306 euro.Inoltre, su 29 stazioni sciistiche in tutto il territorio nazionale, il prezzo dello skipass giornaliero ha subito un aumento medio del 7,4%, mentre il settimanale (5 giorni) del 9,3%.
Per il Ponte dell’Immacolata i dati dell’app Trainline, evidenziano la propensione degli italiani a scegliere il treno come mezzo di trasporto per spostarsi verso destinazioni domestiche ed estere. Secondo i numeri raccolti, il flusso di passeggeri che viaggeranno durante il fine settimana lungo è aumentato del 113% rispetto alla settimana precedente. In cima alla classifica delle destinazioni con il maggior incremento di passeggeri c’è la città tedesca di Monaco: la capitale della Baviera con i suoi celebri mercatini di Natale ha visto infatti un aumento del 184% rispetto alla settimana precedente al Ponte. A seguire Napoli (+179%) e Arezzo (+161%).
Secondo la ricerca RUR la Capitale sta dimostrando una straordinaria capacità di intercettare la ripresa del turismo internazionale, tanto che le stime più recenti valutano che nel 2023 i pernottamenti nell’area romana supereranno i valori del 2019, attestandosi attorno ai 35 milioni, con un incremento di oltre il 9% rispetto ai 32 milioni del 2022. Nonostante le ottime performance della capitale, il Lazio si colloca (nel consuntivo per il 2022) al sesto posto in Italia con 36 milioni di pernottamenti, rispetto ai 38,1 dell’Emilia-Romagna, i 42,8 milioni della Toscana e i 65,9 milioni del Veneto che è al primo posto. La ricerca mette in evidenza come i flussi turistici siano troppo focalizzati rispetto al territorio regionale. La Città Metropolitana di Roma concentra, infatti, l’89,5% delle presenze turistiche della regione, seguono le province di Latina con il 4,5%, Viterbo con il 3,7%, Frosinone con il 2,4% e Rieti con lo 0,4%.
Secondo l’indagine del Mitur, l’Italia chiude il mese di novembre con un tasso di prenotazione medio delle strutture ricettive online del 27%. Le mete preferite dai turisti risultano essere i laghi (32%), seguite da città d’arte (30%) e località montane e termali (30%). A novembre le strutture ricettive con i prezzi medi più elevati sono situate principalmente in Trentino-Alto Adige (166 euro a notte). Altre 7 Regioni – Lazio, Lombardia, Veneto, Toscana, Valle d’Aosta, Emilia-Romagna e Liguria – applicano prezzi superiori alla media nazionale (115 euro). Osservando il dato per prodotto geografico, le destinazioni che registrano i prezzi medi più alti sono le città d’arte. Tra queste, Napoli offre la tariffa più accessibile mentre Milano la più cara.
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