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  • News 2023

    Dall’analisi di SiteMinder sull’andamento delle prenotazioni alberghiere delle prime due settimane di novembre emerge un volume leggermente superiore rispetto allo stesso periodo del 2019 (+0,63%).circa una prenotazione su quattro è stata effettuata per il mese di novembre. Il 60% dei soggiorni avrà inizio entro la fine dell’anno. Importante, anche in questo periodo, l’apporto della componente estera di clientela: quasi il 63% delle prenotazioni proviene infatti da viaggiatori internazionali, mentre gli ospiti italiani rappresentano il restante 37%. Le prospettive indicano una predominanza di arrivi internazionali anche per gli ultimi due mesi dell'anno e i primi sei mesi del 2024. Più sfumata, invece, a oggi la situazione del booking per il 2024. Il trend attuale mostra, infatti, una diminuzione del volume di prenotazioni nazionali fino a giugno 2024. Le principali richieste di prenotazione, per quest'anno, riguardano com'è prevedibile il periodo di Natale e Capodanno.

    Negli ultimi tre anni il budget degli italiani per viaggi e vacanze è aumentato, ma in misura ridotta rispetto alla media europea. È quanto emerge dal sondaggio realizzato dalla società globale di servizi professionali Alvarez & Marsal, pubblicato nel report “Travel in Flux”. Secondo il rapporto, il 39% degli intervistati  sostiene di aver incrementato la propria spesa, il 10% in modo significativo, mentre per il 29% l’aumento è stato più moderato. A livello europeo invece il 52% rivela che il budget dedicato alle vacanze è cresciuto, di cui il 19% in maniera considerevole. I motivi sono da ricercare, secondo il consumatore italiano, in una maggiore disponibilità di risparmio, avvenuto durante il periodo pandemico, o comunque in una migliore gestione delle risorse finanziarie. Più in generale, gli europei inseriscono tra le motivazioni di una crescita della spesa anche la scelta di dare priorità ai viaggi rispetto ad altre voci del budget  riferito alla tendenza degli uomini d’affari ad aggiungere alcune visite turistiche ai propri viaggi di lavoro.

    Secondo uno studio di Phocuswright ha circa 48 anni, guadagna 45mila euro l’anno e ha speso 1.132 euro per persona il viaggiatore italiano medio nel 2022. Tra le ragioni del mancato viaggio, le prime due considerazioni sono di carattere finanziario, ma chi è riuscito a partire ha speso una media di 2.490 euro per 2,2 partecipanti (1132 a persona) con una durata del soggiorno di 12,7 notti e ha fatto 3,2 viaggi negli ultimi 12 mesi. Il 25% ha usato una carta di credito collegata a programmi di fedeltà e più della metà ha utilizzato i punti di viaggio. Il 53% ha viaggiato all’estero, l’11% si è recato in Gran Bretagna, il 39% in altre destinazioni europee e ben l’82% ha scelto destinazioni domestiche. E' in particolare la fascia di utenti sotto i 35 anni quella più propensa a spostarsi oltre l’Italia, pur rimanendo prevalentemente in Europa. Grandi città (55%), spiagge (51%) e piccoli centri (33%) si sono rivelate le destinazioni più popolari.

    Secondo uno studio di Phocuswright ha circa 48 anni, guadagna 45mila euro l’anno e ha speso 1.132 euro per persona il viaggiatore italiano medio nel 2022. Tra le ragioni del mancato viaggio, le prime due considerazioni sono di carattere finanziario, ma chi è riuscito a partire ha speso una media di 2.490 euro per 2,2 partecipanti (1132 a persona) con una durata del soggiorno di 12,7 notti e ha fatto 3,2 viaggi negli ultimi 12 mesi. Il 25% ha usato una carta di credito collegata a programmi di fedeltà e più della metà ha utilizzato i punti di viaggio. Il 53% ha viaggiato all’estero, l’11% si è recato in Gran Bretagna, il 39% in altre destinazioni europee e ben l’82% ha scelto destinazioni domestiche. E' in particolare la fascia di utenti sotto i 35 anni quella più propensa a spostarsi oltre l’Italia, pur rimanendo prevalentemente in Europa. Grandi città (55%), spiagge (51%) e piccoli centri (33%) si sono rivelate le destinazioni più popolari.

    Nel quadro che emerge dal nuovo report “Imprese italiane: le nuove vie della crescita”, realizzato da Nielsen e commissionato da American Express, si sottolineano due principali driver di crescita: l’accelerazione digitale e la capacità di far crescere la loro presenza al di fuori dell’Italia. La maggioranza delle imprese italiane, infatti, oggi è attiva a livello internazionale: il 72% opera in almeno un altro Paese, il 56% in due o più paesi, mentre il 50% esporta, percentuale che sale al 59% tra quelle che hanno registrato una crescita del fatturato nell’ultimo anno, e un altro 15% è interessata a cominciare a farlo nel prossimo futuro.

    La maggioranza afferma che i livelli di viaggi d’affari sono tornati a pari o aumentati rispetto al pre pandemia (74% per quelli in Italia e 77% per quelli all’estero). Rispetto allo scorso anno, il 32% delle imprese intervistate ha segnalato una crescita nei viaggi d’affari domestici rispetto all’anno precedente; il 36% un aumento dei viaggi d’affari all’estero rispetto al 2022.