Gli italiani partirebbero già nel 2020, se si presentassero tutte le condizioni per tornare a bordo. È quanto emerge da un’indagine realizzata da Risposte Turismo, su un campione significativo di oltre 900 appassionati di crociera distribuito per classi di età, provenienza e compagni di viaggio. Nel dettaglio, tra quelli che hanno prenotato o avevano in programma di prenotare una crociera nel 2020 – l’84% del totale degli intervistati – due terzi si sono detti pronti a salire a bordo se l’offerta riprenderà, mostrando come l’emergenza sanitaria non abbia intaccato le proprie intenzioni. Tra coloro che, invece, non avevano in programma una crociera nel 2020 (il 16% del totale), la maggioranza non cambierà in futuro la propria preferenza per questo tipo di prodotto.
Nel solo mese di marzo, gli aeroporti italiani hanno perso oltre 11,5 milioni di passeggeri con una flessione del traffico che, da alcune settimane, si è assestata complessivamente ad un sostanziale -100%. Secondo le previsioni effettuate prima dell’emergenza sanitaria, il traffico in Italia avrebbe dovuto raggiungere, alla fine del 2020, la quota di circa 200 milioni di passeggeri. Le attuali stime invece, dicono che l’anno in corso potrebbe chiudersi con una perdita di 120 milioni di unità rispetto alle previsioni.
L'Unwto stima che il 96% di tutte le destinazioni nel mondo abbia imposto una qualche forma di restrizione ai viaggi. In pratica ogni Paese in Africa, Asia-Pacifico e Medio Oriente ha viaggi limitati, mentre in Europa la percentuale è del 93% e nelle Americhe del 92%. Il rapporto dell'Unwto rileva che il 44% delle destinazioni ha introdotto un divieto generale per i visitatori di alcuni Paesi. Ciò concretamente si tradurrà in milioni di perdite di posti di lavoro e probabilmente bloccherà una crescita economica sostenibile.
Il Wttc, a distanza di un mese, aggiorna i dati sulla perdita dei posti di lavoro nel settore dei viaggi e del turismo che da 75 milioni riporterebbe una crescita del 30%, con una previsione di taglio pari a 100 milioni. Dei 100,8 milioni di posti di lavoro a rischio, quasi 75 milioni di essi si collocano nei Paesi del G20.
Secondo il Bollettino quindicinale dell'ENIT il primo trimestre del 2020 è stato salvato dai mesi di gennaio e febbraio ancora in crescita ma per l’estate le prenotazioni sono comunque in stallo. Il Bel Paese è nel cuore: “invocato” sui social con 162 milioni di interazioni sul travel Italia nell’ultimo mese.
Le prenotazioni confermate fino al 12 aprile per l’estate 2020 vedono il turismo italiano “resistente” nonostante un calo del -57,5% dal persistere del Covid. Seguono per variazione negativa Spagna (-56,7%), UK (-54,7%), Francia (-54%), Paesi Bassi (-52,8%), Portogallo (-50,7%). Tassi di decremento inferiori in Grecia (-47,7%), Russia (-42,6%) e Irlanda (-42,6%).