Siamo fortemente preoccupati - dichiara il Presidente di Assomarinas Roberto Perocchio - per la decisione di realizzare a Chioggia, in una zona distante solo 250 metri da abitazioni, scuole, esercizi commerciali e in prossimità delle imprese nostre associate, un colossale impianto di stoccaggio di gas Gpl che rischia di compromettere l’intero sistema dei servizi al diporto nautico della città e del porto di Chioggia, uno dei principali distretti a livello nazionale del nostro settore, con oltre 5.000 unità nautiche ospitate.
L'Italia ha oggi 170.000 posti barca - dichiara il Presidente di Assomarinas Roberto Perocchio - 20.000 sono in costruzione e i nuovi progetti in corso di approvazione riguardano altre 50.000 unità, senza contare migliaia di posti non censiti nell'ambito di lagune e corsi d'acqua gestiti da enti locali al di fuori di porti ed approdi turistici. Dati che sembrano sfuggire a Flavio Briatore che nel suo libro “Sulla ricchezza" torna con numeri, peraltro non aggiornati, sul tema del divario dei posti barca tra Italia e Francia (in realtà, secondo i dati Icomia, i posti barca della Francia sono 250.000, senza significative prospettive di incremento a causa della Loi Littoral, la legge di tutela delle coste degli anni ‘90).
Sarà, inoltre, l’occasione per analizzare l’evoluzione delle normative fiscali, doganali, marittime per il rafforzamento del traffico e dei servizi di noleggio, i programmi di costruzione di attracchi specializzati in unità superiori ai 60 metri (megayachts) e la loro sostenibilità in relazione alla stagionalità del mercato.
Nel corso della giornata si illustreranno, infine, i problemi e le opportunità per chi sta investendo nel Mediterraneo, il ruolo degli agenti marittimi e degli intermediari commerciali, i problemi di gestione delle procedure internazionali di security, i servizi agli equipaggi.
Roma, 30 maggio 2017
Assomarinas è stata ricevuta, oggi 9 maggio, in Audizione dalle Commissioni riunite Finanze e Attività Produttive della Camera dei Deputati sull'esame dei progetti di legge di revisione e riordino della normativa relativa alle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali ad uso turistico ricreativo.
In considerazione dell’importanza strategica per il nostro Paese delle concessioni della portualità turistica e a tutela dell’operatività di un settore in sofferenza, in cui negli ultimi anni il 40% dei porti turistici italiani ha avuto difficoltà finanziarie legate anche al contenzioso sui canoni demaniali e in cui alcuni scali sono addirittura arrivati al concordato fallimentare, come Assomarinas abbiamo in questa sede avanzato alcune proposte per noi fondamentali.
Innanzitutto chiediamo che la direttiva Bolkestein non sia applicata alle concessioni demaniali marittime perché trattandosi di concessioni di beni e non di autorizzazioni all’esercizio di servizi, le concessioni relative alla costruzione e gestione di strutture per la nautica da diporto vedono quale elemento centrale dell’intervento amministrativo la realizzazione del porto turistico e non la gestione di un servizio, che in assenza della costruzione non sarebbe concepibile.
Assomarinas ha, inoltre, manifestato la necessità di tutelare con un congruo periodo di proroga (30 anni) il legittimo affidamento delle imprese che hanno ottenuto la concessione demaniale prima del 2009 e di porre rimedio al contrasto con i principi costituzionali della disciplina relativa all’ammontare dei canoni demaniali delle concessioni relative ai porti turistici, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n.29/2017.
Roma, 9 maggio 2017
Il 10 marzo alle 15.00 si terrà a Roma, presso la Sala A del Palazzo di Confindustria, l’Assemblea Generale di Assomarinas in occasione della quale gli imprenditori del settore discuteranno degli effetti della sentenza della Corte Costituzionale sui canoni demaniali dei porti turistici e del disegno di legge delega di riforma del demanio.
Sarà, inoltre, un’opportunità per analizzare insieme le criticità dovute all’eccesso di offerta di ormeggi verificatesi negli ultimi 10 anni che hanno generato problemi di sostenibilità economica delle nuove realizzazioni e dei nuovi progetti.
Nel corso dell’incontro il Presidente Perocchio annuncerà l’avvio dei lavori in preparazione della prossima conferenza mondiale del settore, programmata da Icomia - l'organizzazione mondiale delle imprese nautiche - che si svolgerà in Nuova Zelanda ad Auckland dal 18 al 20 marzo 2018.
(Per maggiori informazioni: press@marinas.it)
Il 2 febbraio il Presidente di Assomarinas Roberto Perocchio interverrà come relatore a Barcellona, in rappresentanza degli operatori dei porti turistici, alla Conferenza sullo sviluppo sostenibile della Blue economy nel Mediterraneo occidentale, organizzata dalla Commissione Europea in collaborazione con l'Unione per il Mediterraneo.
I PORTI TURISTICI DAVANTI ALLA CORTE COSTITUZIONALE
I PRINCIPALI PORTI TURISTICI ITALIANI RISCHIANO IL FALLIMENTO
IL 10 GENNAIO LA CORTE COSTITUZIONALE SI PRONUNCIA IN MERITO ALL’AUMENTO RETROATTIVO DEI CANONI DEMANIALI CHE POTRA’ CAUSARE INGENTI DANNI ECONOMICI
STIMATA UNA PERDITA DI OLTRE 15.000 ORMEGGI E UN BUCO DI 190 MILIONI DI EURO PER L’ERARIO A FRONTE DI UN RICAVO DI SOLI 3,5 MILIONI
La sentenza della Suprema Corte, che si riunirà il prossimo 10 gennaio, sarà decisiva per la sopravvivenza di 26 strutture portuali turistiche fra le maggiori del Paese.
Oggetto del contendere è l’applicazione della normativa sulle concessioni turistico-ricreative anche ai porti turistici, che ha modificato a posteriori i termini dei contratti firmati dagli investitori con lo Stato, che prevedevano per i marina una specifica legislazione riconoscendo gli ingenti investimenti connessi alla realizzazione di queste opere e la differente natura dello stesso titolo concessorio rispetto a quello delle concessioni balneari. In particolare la sua applicazione retroattiva ha reso indispensabile il ricorso alla Corte Costituzionale poiché sembra violare le norme costituzionali a difesa della iniziativa economica.
Dopo la tassa Monti – cancellata perché a fronte dei 22 milioni di euro incassati ha prodotto un buco di 800 milioni nelle casse dell’erario causato dalla fuga di 40.000 imbarcazioni – questa rischia di essere una nuova mazzata per tutta la filiera della nautica, che proprio negli ultimi mesi sta uscendo da una grave crisi durata sei anni.
Questa situazione ha causato un contenzioso legale decennale che fino ad ora ha sempre visto vincere i porti turistici – nelle diverse sedi civili e amministrative – e che il Consiglio di Stato, confermando le ragioni dei ricorrenti, ha rinviato alla Corte Costituzionale, la quale si pronuncerà il prossimo 10 gennaio.
L’impatto economico
Da un lato c’è un costo stimabile in 3,6 milioni per lo Stato, spiccioli per il bilancio, dall’altro un danno per l’erario di 54 volte maggiore.
Le imprese della portualità turistica che hanno impugnato l’applicazione retroattiva della nuova normativa sui canoni demaniali sono 26 per 15.000 posti barca complessivi: 10 sono le strutture più piccole, da 100 fino a 500 posti barca, 16 quelle maggiori da 501 a 980 posti barca.
Gli aumenti annui dei canoni demaniali vanno da 45.000 a 75.000 euro, per le strutture della fascia minore, e da 100.000 a 250.000 euro annui per le strutture più grandi. Ilgettito che l’erario può ottenere è pari a 3.595.000 euro l’anno.
Infatti, secondo i dati dell’Osservatorio Nautico Nazionale (ente di rilevazione, studio e monitoraggio del diporto nautico riconosciuto dal Ministero dei Trasporti),l’indotto economico a rischio è pari a 185 milioni di euro, somma che si ottiene moltiplicando l’indotto medio annuo di 12.300 euro generato da ciascuna unità per i posti barca che sono interessati dalla vicenda.
Inoltre, sempre secondo l’Osservatorio Nautico Nazionale, in media un marina turistico genera un indotto occupazionale di 92 unità, dunque in discussione c’è lasopravvivenza di 2.484 posti di lavoro, che contando il solo l’incasso diretto del fisco valgono circa altri 4 milioni di euro.
I rilievi del Consiglio di Stato
La Legge finanziaria del 2007 (art. 1, comma 252, della legge n. 296 del 2006) ha disposto l’applicazione dei criteri previsti per le concessioni turistico-ricreative anche ai porti turistici, abrogando la precedente normativa applicata ai marinas (contenuta nell’art. 10, comma 4, della legge 27 dicembre 1997, n. 449), che prevedeva unmeccanismo di calcolo informato a criteri incentivanti per gli investimenti con canoni inversamente proporzionali al valore degli investimenti.
Il Consiglio di Stato ha evidenziato che i rapporti concessori relativi ai porti turistici devono essere regolati dalla concessione, perché il canone è fissato dall’atto concessorio “tenendo conto dell’equilibrio economico-finanziario dell’investimento” e che la concessione:
- dispone il pagamento di un canone “ad aggiornamento annuale ai sensi della vigente normativa”,
- prevede che il concessionario dovrà ultimare l’esecuzione delle opere che è obbligato a costruire entro un periodo determinato,
- prevede investimenti complessivi per decine di milioni di euro,
- alla cessazione della concessione, anche per rinuncia, le opere erette, complete di tutti gli accessori e le pertinenze, resteranno “in assoluta proprietà dello Stato senza che al concessionario spetti alcun indennizzo”
- in applicazione della nuova normativa, nella durata della concessione l’importo totale dei canoni a carico del concessionario aumenterebbe di circa cinque volte e, visto il margine complessivo dell’iniziativa previsto dal piano economico-finanziario approvato in sede di rilascio della concessione medesima, ciò renderebbe il margine negativo per diversi milioni di euro.
Nel rilevare la sostanziale diversità tra le concessioni balneari e quelle relative alla realizzazione e gestione di strutture per la nautica da diporto, il Consiglio di Stato ha inoltre evidenziato che:
- le concessioni turistico-ricreative sono in numero molto più elevato e comportano di regola investimenti modesti a carico del concessionario e sono caratterizzate da canoni irrisori, su cui il legislatore è intervenuto nel 2006 per riallinearli con i valori di mercato
- le concessioni per la realizzazione e la gestione di strutture per la nautica da diporto sono in numero molto minore, richiedono investimenti ingenti per la realizzazione delle opere strutturali, che saranno poi acquisite gratuitamente dal demanio, e che, per l’impegno gestionale, richiedono un piano di equilibrio economico-finanziario di lungo periodo
- il criterio di fissazione dell’importo del canone, individuato all’atto della concessione, è un elemento determinante del piano economico-finanziario definito tenendo conto della rilevanza degli investimenti.
- la normativa in questione, applicata alle concessioni in corso, appare violare l’art. 3 della Costituzione per il duplice profilo del trattamento uguale di situazioni disuguali e della lesione del principio della sicurezza giuridica costitutivo di legittimo affidamento.
- c’è anche una possibile violazione del principio del legittimo affidamento ingenerato nei concessionari sulla stabilità dell’equilibrio economico-finanziario di lungo periodo.
Genova, 4 gennaio 2017
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Per mettere i porti turistici in condizione di competere sul mercato globale è diventato improcrastinabile risolvere al più presto il contenzioso sui canoni demaniali. La legge 296/2006, dichiara il Presidente di Assomarinas Roberto Perocchio, stravolge l’impianto originario incrementando in misura rilevante (anche del 500%) e, tra l’altro, con riferimento ai rapporti già perfezionati l’importo dei canoni dovuti dai concessionari di strutture destinate alla nautica da diporto, per di più rovesciando un’impostazione adottata in precedenza dal legislatore innalzando il canone là dove erano stati realizzati maggiori investimenti. Per questo con Federturismo abbiamo ritenuto indispensabile ricorrere alla Corte costituzionale.
Dal momento che la disposizione, così come strutturata, determinerebbe l’eliminazione dei benefici connessi alle norme di semplificazione amministrativa e la paralisi degli investimenti già previsti per la riqualificazione, la ristrutturazione e la promozione dei marinas, con Federturismo abbiamo presentato nei giorni scorsi un emendamento alla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati affinché si intervenga per risolvere una situazione anomala ed inaccettabile che rischia di compromettere l'affidabilità dei rapporti tra Stato ed investitori privati.
Roma, 15 novembre 2016
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E’ un messaggio di fiducia quello lanciato il 22 settembre dai porti turistici che hanno scelto il palcoscenico del Salone Nautico di Genova per riunirsi in Assemblea.
Negli ultimi due anni i porti, in particolare quelli del Sud Italia, dichiara il Presidente di Assomarinas Roberto Perocchio, stanno risalendo la china: lo dimostra la ripresa nel 2016 del 5,2% della domanda di ormeggi stanziali sostenuta anche dal ritorno di centinaia di imbarcazioni usate vendute a stranieri.
La domanda, dopo un crollo del giro d’affari del settore di 30 punti percentuali rispetto ai livelli pre crisi, si è rimessa in moto.
Dalla presentazione dell’indagine congiunturale sull’andamento del mercato dei servizi portuali turistici emerge, continua Perocchio, una crescita del 4,9% anche per gli ormeggi in transito incoraggiata in parte dalla diffusione del noleggio nautico, in parte dall’incremento dei maxi yachts di provenienza internazionale, ma anche dagli effetti positivi generati dal decreto attuativo dei marina resort che ha reso nuovamente operativa l’applicazione dell’Iva turistica al 10% agli ormeggi a breve.
Dopo anni di forte sofferenza, la crescita dell’ultimo biennio e le buone previsioni per il 2017 sono un segnale evidente di come il percorso di consolidamento del mercato sia stato intrapreso, ma per ridare fiducia a quei 40mila diportisti fuggiti all’estero e per recuperare i posti barca rimasti inutilizzati è necessaria un’incisiva azione politica che risolva in via definitiva il contenzioso con lo Stato in Corte costituzionale per il rispetto degli accordi concessori e conduca alla riforma generale del demanio marittimo.
(Per maggiori informazioni: www.marinas.it)
Il 22 settembre alle 15.00 si terrà, nell’ambito del Salone nautico di Genova presso la Sala conferenze del Padiglione Blu, l’Assemblea di Assomarinas che sarà un’opportunità d’incontro per ripercorrere insieme l’andamento del mercato dei porti turistici nel corso del 2016.
“Nonostante i nostri porti, dichiara il Presidente di Assomarinas Roberto Perocchio, risentano ancora della riduzione dei diportisti, da attribuire in gran parte alla crisi finanziaria e all’eccesso di offerta di posti barca, la stagione nautica 2016 ha consentito di recuperare qualche punto percentuale in positivo rispetto all’anno scorso grazie al grande successo di vendita dei gommoni e all’incremento, registrato in particolare nell’area tirrenica, del transito delle grandi navi da diporto (maxi yachts) di provenienza estera. Il giro di affari che si distacca mediamente ancora di circa 30 punti percentuali in negativo rispetto ai livelli pre crisi , è stato sostenuto anche dal ritorno in esercizio di centinaia di imbarcazioni usate, delle quali però la maggior parte sono state vendute a clienti stranieri. La riduzione dell’usato disponibile un po’ in tutta Italia, ci fa ben sperare, in occasione del salone nautico, in una rinnovata richiesta di imbarcazioni nuove anche da parte del mercato italiano”.
Nel corso dell’Assemblea si punteranno, inoltre, i riflettori sui temi del contenzioso con lo Stato in Corte costituzionale per il rispetto degli accordi concessori sulla legge di riforma del demanio marittimo d’interesse turistico- ricreativo, sugli effetti delle norme sui “marina resort”.
Il Presidente Perocchio nell’illustrare gli appuntamenti della stagione darà appuntamento ad Amsterdam alla conferenza mondiale dei porti turistici, organizzata da Icomia, l’organizzazione mondiale dell’industria nautica, in cui si discuteranno le più recenti tendenze del settore e il futuro del comparto.
(Per maggiori informazioni: www.marinas.it)