ANAV, l’Associazione del trasporto di passeggeri con autobus di Confindustria, ha presentato il 22 giugno i risultati dello studio “Transizione energetica e neutralità tecnologica nel TPL” condotto da RINA, multinazionale di ispezione, certificazione e consulenza ingegneristica, che, seguendo un approccio tecnologicamente neutro, sintetizza le condizioni tecniche e normative che rendono necessaria una transizione energetica graduale per raggiungere i target di decarbonizzazione prefissati.Dai risultati dello studio si evince l’importanza dello shift modale, dalla mobilità privata verso il trasporto collettivo, come elemento catalizzatore per la decarbonizzazione del settore passeggeri. “Il totale degli autobus in circolazione sul territorio nazionale incide solo per lo 0,7% delle emissioni climalteranti - sottolinea il Presidente di ANAV, Nicola Biscotti, riprendendo lo studio di RINA -, mentre la sola realizzazione dell’obiettivo di shift modale previsto nel PNRR, ovvero di trasferimento alla mobilità collettiva del 10% della mobilità privata motorizzata, sarebbe in grado di realizzare un risultato doppio, cioè pari alla riduzione del 1,7% del totale delle emissioni climalteranti”.
Dal 23 al 25 giugno si è svolto ad Ischia l'"ECR Party Culture Weekend”, in cui esponenti di Fdi, insieme con esperti ed imprenditori del settore si sono confrontati sul ruolo chiave del turismo nell’economia e definito gli obiettivi del comparto a livello nazionale ed europeo. Tra gli ospiti intervenuti all’iniziativa: il ministro del turismo Daniela Santanchè; Gianluca Caramanna, responsabile nazionale del Dipartimento Turismo; Carlo Fidanza, eurodeputato e capodelegazione FdI al Parlamento Europeo; Antonio Giordano, membro della Camera dei Deputati e vicepresidente di ECR; Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria. Il ministro Santanché nel suo intervento ha ricordato quello che l’Esecutivo, in pochi mesi, ha fatto per far ripartire il settore dopo il covid investendo 1 miliardo e 380 milioni per le strutture ricettive e termali e avviando un fondo, di 500 milioni, per il sostegno al turismo sostenibile.
L’Associazione Parchi Permanenti Italiani – Confindustria, che rappresenta 230 parchi tematici, acquatici, avventura e faunistici in tutta Italia, annuncia l’ingresso di Gardaland nel novero degli iscritti.
Estate italiana in gran forma. Secondo stime Enit su dati Data Appeal e Unwto per il periodo estivo sono attesi flussi in crescita. I passeggeri aeroportuali attesi in Italia stando ad oggi sono almeno 1.844.000, di cui l’84% di origine internazionale ed il 16% italiana. A giugno attesi almeno 944 mila arrivi, in aumento del +8,6% rispetto al 2022.
Già il primo trimestre 2023 ha dato i primi segnali di grande crescita dei flussi: tra gennaio e marzo 2023, il turismo internazionale è aumentato dell’+86% rispetto allo stesso periodo del 2022. Hanno viaggiato all’estero circa 235 milioni di turisti.
I viaggiatori internazionali in Italia sono circa 15 milioni, con un aumento del +42,0% sul 2022 ed un recupero dell’87,7% sul medesimo periodo del 2019.
Si sceglie l’Italia soprattutto come meta di vacanza (30% circa dei viaggiatori) e per motivi di lavoro (21,4%). Ma anche per visitare parenti e amici (14,6%) e per shopping (11,8%).
Il 71,7% dei flussi proviene dai Paesi dell’Unione Europea, principalmente da Francia e Germania. Il 18,3% dall’area extra europea, soprattutto dal Regno Unito.
Secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali della School of Management del Politecnico di Milano nel 2022 la partecipazione culturale degli italiani in presenza è tornata ad avvicinarsi sensibilmente ai livelli pre-pandemici. Durante lo scorso anno musei, monumenti e aree archeologiche italiani hanno registrato, in media, solo il 7% dei visitatori e il 4% delle entrate in meno rispetto al 2019. Analoga la situazione per i teatri, i cui ricavi da botteghino si rivelano in calo solo del 6% rispetto al pre-pandemia. Anche la ripartizione delle entrate di musei e teatri è tornata a rispecchiare la situazione pre-pandemica, con una media del 36% di ricavi provenienti da biglietteria (erano il 37% nel 2019). Musei, monumenti e aree archeologiche italiani hanno consolidato negli scorsi anni l’offerta di strumenti per arricchire l’esperienza di visita onsite e, oggi, il 72% di essi offre almeno uno strumento a tal fine, con prevalenza di QR-code e beacon, seguiti da audioguide e touch screen.
Una nuova ricerca di Communications Specialist evidenzia come negli hotel di lusso ci sia un’attesa di crescita delle revenue fino 30% rispetto all’anno scorso, i tassi di occupazione siano più alti rispetto al 2022, così come ci si attende che il maggior numero di persone con un patrimonio elevato sostenga la crescita a lungo termine nel settore. Circa la metà degli executive degli hotel di lusso intervistati nella ricerca, infatti, prevede un aumento di fatturato compreso fra il 10 e il 30%, mentre il 16% dei manager stima che la crescita sarà superiore al 50% sul 2022. Una delle ragioni principali dell’ottimismo tra i manager degli hotel di lusso è che il 90% si aspetta che i tassi di occupazione negli hotel quest'anno siano più alti rispetto al 2022. Altri motivi di ottimismo sulla crescita dei ricavi sono la percezione di un aumento della popolazione ad alto reddito e una coda del revenge travel post pandemico.
Secondo i dati del Changing Traveller Report 2022 di SiteMinder la percentuale di viaggiatori che sceglie di soggiornare in un b&b o in una casa vacanza è aumentata nell’ultimo anno di 5 punti percentuali, passando dal 23% al 28%. Tra i viaggiatori locali aumenta la richiesta di soggiorni nelle strutture più piccole, il 40% degli italiani preferirebbe, infatti, questa tipologia di pernottamento per il prossimo viaggio e a marzo 2023 il 70% delle prenotazioni in Italia proveniva dall’estero. I dati mostrano che gli aumenti dei prezzi sono stati più significativi per le strutture italiane più piccole. Il confronto tra il 2019 e il 2022 evidenzia un aumento delle tariffe degli alloggi in Italia: il costo medio di una camera nelle piccole strutture italiane è aumentato del 33% a fronte di un aumento del 26% emerso in tutte le strutture italiane nello stesso periodo.
Il turismo delle origini, noto anche come turismo di ritorno o delle radici, è un fenomeno che coinvolge gli italiani all’estero e i loro discendenti, il 15% del totale delle presenze turistiche in Italia nell’arco di un anno e un bacino potenziale pari a circa 80 milioni di persone, secondo le stime dell’Enit per un giro d’affari, del solo continente americano, che si aggira intorno ai 650 milioni di euro per un totale di 670mila arrivi ogni anno in Italia. I principali mercati di questa tipologia di turismo sono costituiti da Brasile, dove risiedono 25 milioni di persone di origine italiana, Argentina (20 milioni) e Usa (17 milioni), seguiti da Francia, Svizzera, Germania e Australia. Il 30% del turismo delle radici copre sia un target giovane che va dai 25 ai 34 anni (25,7%) sia una fascia che va dai 55 ai 64 anni (24%).
Roma torna leonessa del turismo tricolore secondo l’ultimo rapporto reso disponibile dalla Banca d’Italia che vede nel travel il traino della sua “primavera” economica, unitamente al comparto delle costruzioni, che beneficia dell’onda lunga dei bonus. Il pil della regione è cresciuto del +3,7% nel 2022 grazie alla presenze turistiche che si sono intensificate anche nel primo quadrimestre, superando i livelli pre-pandemia (+4,3% degli italiani e un +1% di stranieri). Il superbonus (4,2 miliardi di euro, il 9% del totale nazionale) ha dato invece linfa alle costruzioni che ora guardano alle risorse del Pnrr e ai grandi eventi come il Giubileo e, forse, l’Expo 2030.
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