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L'emergenza sanitaria si è accanita particolarmente sul settore turistico che sta tuttavia trovando, come sempre accaduto anche in passato, energie e volontà per una rigenerazione ed un rilancio che è sotto gli occhi di tutti.
Le prospettive delineate dal rapporto Eir parlano della creazione di quasi 77 milioni nuovi posti di lavoro entro i prossimi 10 anni solo in Asia. Il contributo all’economia di quest’area potrà crescere a una media dell’8,5% annuo. Il 2021, nonostante sia stato un anno ancora impattato dalla pandemia ha visto il numero dei voli in progressivo e significativo aumento soprattutto nella seconda metà dell’anno, con l’inizio della stagione estiva, arrivando, negli ultimi mesi, a circa il 90% del traffico del 2019 con picchi che, in alcune giornate estive, hanno raggiunto i livelli pre-pandemici. L’Italia – secondo Enav – è lo stato europeo, tra i grandi, in cui si è registrato il più alto tasso di crescita (+44,9% rispetto al 2020) per quanto riguarda i volumi di traffico aereo di rotta.
Secondo ForwardKeys che con il suo partner Wttc, ha analizzato l’andamento delle prenotazioni dei voli internazionali a livello globale sono: Costa Rica, Aruba, Repubblica Dominicana e Giamaica le destinazioni che, nelle Americhe, stanno registrando un livello di prenotazioni che già supera quello pre-pandemia.
I viaggi nella regione Asia-Pacifico mostrano notevoli segni di miglioramento grazie alla graduale riapertura dei propri confini ai visitatori, in linea con la domanda dei clienti.
Se, infatti, gli arrivi internazionali in Europa nel primo trimestre 2022 mostrano un aumento del 350% rispetto allo scorso anno, anche i Paesi dell'Asia Pacifico hanno registrato un incremento con le prenotazioni per la regione a più 275%.A livello di singole destinazioni, le Filippine sono quelle in più rapida crescita nel Sud-Est asiatico, con un aumento del 29% nel secondo trimestre di quest'anno rispetto al primo trimestre. In Africa e Medioriente, invece, Tanzania, Qatar ed Egitto hanno raggiunto livelli di inbound vicini al periodo pre-pandemico.
Il Global Economic Report del Wttc ha annunciato che per la fine di quest’anno l’industria del travel prevede di avvicinarsi al Pil del 2019: 8,35 trilioni di dollari contro i 9,6 di tre anni prima. I viaggi e turismo cresceranno nei prossimi 10 anni a una media del 5,8% di Pil, superando le previsioni di crescita del totale dell’economia che è stimata intorno al 2,7%. Secondo le ottimistiche previsioni, già dal prossimo anno si potranno raggiungere i livelli del 2019, mancandolo di appena lo 0,1%. E il settore darà un contributo al Pil delle economie nazionali crescendo di ben il 43,7% per raggiungere gli 8,4 trilioni entro la fine del 2022, che ammontano all’8,5% del Pil prodotto dall’intera economia globale.
Le previsioni del Cemar Agency Network di Genova rivelano che saranno circa 8.800.000 i passeggeri movimentati quest’anno nei porti italiani (+340% rispetto al 2021 e -26% rispetto al 2019), mentre le toccate nave saliranno a 4.824 unità, riportando il dato ai livelli pre-pandemia (4.895 nel 2019), per un totale di 157 unità in transito nelle acque tricolori in rappresentanza di 48 compagnie di navigazione. L’Italia delle crociere torna a crescere, tanto che per il 2023 le proiezioni stimano un numero di passeggeri movimentati superiore ai 12 milioni, pari cioè ai livelli record registrati nel 2019. Nel 2022 saranno 75 i porti italiani coinvolti nel traffico crocieristico. Proseguirà il primato di Civitavecchia, seguita da Genova e Napoli, mentre spicca la decrescita di Venezia: il blocco dello scalo e il ritardo nelle soluzioni alternative ha provocato l’allontanamento delle compagnie di crociere, a favore dei porti di Trieste e Ravenna.
Alla fine del 2021 si era già recuperato il 50% dei valori pre-pandemia e oggi per alcune situazioni sono addirittura superiori al 2019: negli Stati Uniti, per esempio, a febbraio del 2022 si sono venduti più biglietti aerei che nello stesso periodo di due anni fa, secondo l'indagine di Travelport. In questo scenario il viaggio rimane in testa tra i desideri delle persone: il 64% rinuncerebbe alle terme o a un trattamento di bellezza, il 63% al cinema, il 60% a comprare nuovi vestiti, il 36% ad andare a mangiare fuori per almeno 6 mesi, se ciò significasse poter viaggiare nel 2022. Tuttavia, secondo l’indagine del Gds, la ricerca e l’acquisto dei viaggi, operazioni spesso fastidiose, vengono definite dagli utenti come una “doccia fredda” e solo il 26% si gode effettivamente l’esperienza di prenotare un viaggio. Mediamente un cliente prima del viaggio visita oltre 30 siti; il 45% vorrebbe poter fare tutto su un singolo sito. Esiste, quindi, un divario da colmare e su cui bisogna lavorare.
Secondo Assaeroporti gli aeroporti italiani chiudono il mese di marzo con quasi 10 milioni di passeggeri (9.848.164), raggiungendo il 70% dei volumi pre-pandemia.Sono estremamente positivi i risultati di alcuni scali che hanno addirittura superato i livelli del 2019 come Palermo +0,6%, Bari +2,5% e Brindisi +4,7%. Altrettanto degni di nota i numeri degli aeroporti che hanno pressoché raggiunto i livelli pre-Covid: Catania -7,5% e Bergamo -5,7%.Si segnala, inoltre, il significativo incremento del traffico in gran parte degli aeroporti regionali: Trapani, Lampedusa, Alghero, Perugia, Cuneo, Crotone, Taranto-Grottaglie, Bolzano e Grosseto.
L’ultima ricerca su “Monitoring sentiment for domestic and intra-European travel – Wave 11” della European Travel Commission (Etc), che analizza le intenzioni e preferenze di viaggio a breve termine degli europei in tempo di pandemia rivela che nonostante l’incertezza causata dalla crisi geopolitica a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina e la continua minaccia legata alla pandemia, il desiderio di viaggiare all’interno dell’Europa in tutta Europa è senza dubbio forte: 3 europei su 4 intendono fare un viaggio nei prossimi sei mesi, con le destinazioni mediterranee che hanno il maggior appeal. Con l’avvicinarsi dell’estate, una quota crescente di europei (77%) desidera viaggiare tra aprile e settembre. Oltre la metà (56%) di loro prevede di visitare un altro Paese europeo, mentre il 31% sceglie i viaggi nazionali. In tutti i mercati analizzati, gli intervistati da Italia, Spagna, Polonia, Regno Unito e Germania dimostrano il più forte ottimismo riguardo a un viaggio (>80%). Un dato emerso è che le intenzioni di viaggio aumentano con l’età, passando dal 69% tra la Gen Z (18-24 anni) all’83% tra i baby boomer (oltre i 54 anni).
Lo scorso 27 aprile si è svolta la conferenza stampa sul primo anno di attività del Ministero del Turismo, nel corso della quale Garavaglia ha fatto un bilancio di un periodo complicato alla sua guida. Ha sottolineato come siano stati erogati 1,7 miliardi di euro di sostegni alle categorie che ne avevano diritto, accogliendo 24 mila istanze avanzate dagli operatori. Tra i settori sostenuti: agenzie di viaggio e tour operator (586 mln), organizzatori di fiere e congressi (400 mln), strutture ricettive (181 mln), impianti di risalita a fune (367 mln). Garavaglia ha evidenziato in particolar modo come i fondi erogati a impianti a fune e a fiere e congressi necessitassero di un’autorizzazione europea che il ministero ha ottenuto solo in un mese e mezzo copiando i modelli di Francia e Germania.