Allarme rosso dell'Associazione Italiana Porti Turistici

"Equità e rigore fiscale con incomprensibili norme mirate a penalizzare un comparto trainante per l'economia del Paese, non debbono e non possono rappresentare una "terapia" accettabile per il sistema di imprese turistico-nautiche attualmente impegnate con cantieri già aperti per circa 18.000 nuovi ormeggi con ulteriori 30.000 in corso di approvazione.

Se tali norme venissero approvate l'immediata conseguenza potrebbe essere quella di licenziamenti in massa e fuga dai nostri porti di migliaia di diportisti con incommensurabili danni per tutto quell'incalcolabile indotto che sulla nautica gravita".

Questa la durissima reazione di Roberto Perocchio, presidente di Assomarinas (l'Associazione Porti Turistici Italiani che raggruppa ben 88 marina ubicati in tutto l'arco della costa italiana dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia passando per la Sicilia) , alla luce delle nuove norme fiscali proposte dal Governo che potrebbero essere approvate dal Consiglio dei Ministri di lunedì 5 dicembre e contestate dallo stesso presidente di UCINA Anton Albertoni che in un durissimo comunicato denuncia la gravità di questa ennesima criminalizzazione del comparto.

Per quanto riguarda le imprese nautico-turistiche che in Italia gestiscono oltre 150.000 posti barca Perocchio ribadisce la grave situazione già in atto riguardo al pagamento dei canoni demaniali retroattivi per la quale si sono aperti centinaia di contenziosi che non aiutano certamente gli imprenditori a promuovere nuovi investimenti infrastrutturali negli 8.500 km. di costa del nostro Paese mentre proprio Assomarinas con la costosa partecipazione ai grandi eventi fieristici internazionali promuove il turismo nautico richiamando l'interesse di diportisti e investitori per rilanciare il comparto.

"Se fossero approvate le nuove norme fiscali annunciate negli ambienti ministeriali – conclude il presidente di ASSOMARINAS – il default della nautica italiana confermerà l'incapacità di una politica che non ha saputo valorizzare quella naturale risorsa che, grazie invece ad una corretta politica di economia turistico-marittima, avrebbe potuto portare ricchezza e nuova occupazione a tutto il Paese evitando fughe all'estero di armatori e imbarcazioni e la delocalizzazione produttiva laddove, evidentemente prima di noi, si è capito il valore economico di questo comparto".

(Per maggiori informazioni: info@marinas.it)