Se guardiamo i dati nei mesi di gennaio e febbraio, a livello complessivo, il network degli aeroporti europei secondo AciEurope segnava -45% del traffico passeggeri rispetto al 2019. Per questa estate le previsioni erano molto positive, soprattutto sul mercato europeo, con il raggiungimento dei livelli di traffico di circa il 2019, ma a causa del conflitto le cose sono un po’ cambiate. Ovviamente, a soffrire di più saranno gli aeroporti che hanno una forte dipendenza dal mercato russo/ucraino, Bulgaria, Cipro e chi si trova vicino all’area di conflitto, dove ci potrà essere un calo di fiducia sui viaggi.
I dati di BizAway rivelano che dopo due anni di emergenza sanitaria, le prenotazioni dei viaggi di lavoro tornano ad aumentare registrando un +493% nel primo trimestre rispetto allo scorso anno con un totale di oltre 28.000 prenotazioni, grazie anche all’acquisizione di molti nuovi clienti. Si prevede una chiusura di marzo con oltre 10.000 prenotazioni, facendo registrare un +521% rispetto allo stesso mese del 2021. Per BizAway, chi viaggia per lavoro è oggi più attento ad aspetti legati alla sicurezza e al risparmio, insieme alle prenotazioni sono aumentate infatti del 38% anche le richieste per le tariffe flessibili in caso di cancellazione e di oltre il 20% le assicurazioni mediche.
Isnart ha rilevato che oggi il 50% dei turisti in Italia appartiene alle generazioni Y e Z, nati dopo il 1981 e nativi digitali, il 94% è attento alle opzioni di viaggio sostenibili e il 40% sceglie di esplorare destinazioni poco conosciute, assetato di riscoperta e senso di appartenenza. È un turismo “nuovo” e in rapida evoluzione, o che fa i conti con le conseguenze di una pandemia non ancora del tutto superata e con i timori internazionali per lo sviluppo del conflitto in Ucraina.
Dopo due anni di covid, l’Italia è ancora al -43% di flussi turistici rispetto al 2019 e per recuperare questo enorme gap di arrivi l’incoming deve dotarsi di nuove destinazioni e nuove modalità di far vacanza, assecondando un turismo che in pochi anni è profondamente cambiato. Non si deve più analizzare dove il turista va in vacanza ma ‘perchè’ ci va.
Dall’Osservatorio sul Turismo di Intellera Consulting emerge che dopo le grandi difficoltà della montagna bianca nel 2020 e soprattutto nel 2021, l’attuale stagione turistica invernale evidenzia alcuni segnali positivi con i turisti italiani che oggi rappresentano il 76,2% del totale (rispetto al 54% di prima delle restrizioni).
Ad andare in vacanza sulla neve sono state principalmente coppie (il 49%) e famiglie (29%), che hanno preso il posto dei tradizionali gruppi organizzati.
Analizzando la popolarità delle località montane, espressa dal numero totale di recensioni e valutazioni online per ogni località nella stagione 2021-22, al primo posto c’è Livigno (con un indice di 8,47), seguita sul podio con distacco da Pinzolo (Madonna di Campiglio) e Courmayeur, poi Cortina d’Ampezzo, Valtournenche, Bormio, San Giovanni di Fassa, Canazei, Castelrotto e Primiero San Martino di Castrozza a completare la top 10.
Secondo l'UNWTO a gennaio 2022 gli arrivi di turisti internazionali globali sono più che raddoppiati rispetto allo stesso mese del 2021 (+130%): i 18 milioni di visitatori in più registrati nel mondo nel primo mese di quest’anno equivalgono all’aumento totale registrato nell’intero 2021.
Tutte le regioni hanno registrato un rimbalzo significativo a gennaio 2022: l’Europa (+199%) e le Americhe (+97%) hanno continuato a registrare i risultati più forti, anche se si tratta di numeri ancora lontani dai livelli pre-pandemici (rispettivamente -53 e -52% di arrivi rispetto al 2019).
Anche il Medio Oriente (+89%) e l’Africa (+51%) hanno segnato un rialzo rispetto al 2021, seppur in calo del 63% e del 69% rispetto al 2019.
Asia e Pacifico, invece, hanno registrato un 44% anno su anno, ma diverse destinazioni sono rimaste chiuse ai viaggi non essenziali determinando un -93% di arrivi internazionali rispetto al 2019.