Gli aeroporti italiani registrano un nuovo pesante crollo e, dopo la timida ripresa dei mesi estivi, chiudono settembre con soli 5.738.268 passeggeri, il 69,7% in meno rispetto al 2019, cifre che riportano il settore indietro di 25 anni, ai livelli registrati nel 1995. Lo evidenzia Assaeroporti nella nota mensile, sottolineando che lo scenario, critico, emerge anche dai dati relativi al periodo marzo-settembre 2020: dal lockdown ad oggi il sistema aeroportuale nazionale ha perso l’83% dei passeggeri, il 68% dei movimenti aerei e il 33% delle merci.
Il Dpcm del 24 ottobre scorso inciderà di nuovo pesantemente sul settore turistico. Tra i vari la chiusura degli impianti sciistici fino al 24 novembre, dopo lo stop a eventi e congressi in presenza delle settimane scorse, ora si fermano anche le manifestazioni di carattere nazionale e internazionale, per le città d’arte, infine, la sospensione di molte occasioni di fruizione culturale (dai cinema ai teatri, ai concerti ai festival, mentre restano per ora aperti mostre e musei), la limitazione oraria di bar e ristoranti che si aggiunge al coprifuoco serale costituiscono un disincentivo al turismo urbano che tra l’altro non trova nemmeno più il suo naturale pubblico di riferimento per la totale assenza di ospiti stranieri, alle prese con situazioni anche peggiori della nostra.
Secondo il World Travel & Tourism Council sono 174 milioni i posti di lavoro nel settore dei viaggi e del turismo che potrebbero essere persi a causa della pandemia e delle restrizioni, a fronte dei 197 milioni stimati nello studio di giugno. Questo guadagno positivo è in gran parte guidato dal ritorno dei viaggi interni in Paesi come la Cina che ha mostrato una ripresa particolarmente forte del suo mercato interno.
Secondo una stima dell’Istituto Demoskopica se si decidesse, per un secondo blocco totale delle attività, il turismo potrebbe perdere, nei soli due mesi finali del 2020, 13 milioni di arrivi e 35 milioni di presenze con una contrazione della spesa per 4 miliardi di euro. Quasi 100 mila imprese del comparto turistico italiano, inoltre, rischierebbero il fallimento a causa di una ulteriore perdita di solidità finanziaria con una contrazione del fatturato pari a circa 23 miliardi di euro.
Nel decreto Ristori pubblicato in Gazzetta Ufficiale è stato confermato (articolo 5) l’incremento di ulteriori 400 milioni del fondo perduto per agenzie di viaggi e tour operator, arrivando a una somma totale stanziata per il rilancio del comparto di 645 milioni. Oltre ai 400 milioni per le adv e i t.o., da Palazzo Chigi arrivano anche 100 milioni di euro per il sostegno al settore alberghiero e termale, altrettanti per fiere e congressi e 400 per fiere internazionali ed export.