Due italiani su tre è disposto a viaggiare secondo quanto emerge da una ricerca a campione effettuata dalla società di consulenza Jfc su un panel di circa 8.000 questionari.
Il 21% degli intervistati ritiene che l'emergenza sanitaria non modificherà la propria disponibilità a spostarsi e il 47% conferma l'intenzione di fare un viaggio, ma riservandosi di prenotare all'ultimo. Il 14,7% guarda alla prossima primavera, mentre la maggior parte (il 48,6%) all'estate 2021.
Secondo il Barometro Unwto nei primi 8 mesi dell’anno si è registrato un calo di 700 milioni di arrivi turistici e perdite per circa 730 miliardi di dollari, pari a circa 620 miliardi di euro. I mesi clou di luglio e agosto presentano un calo rispettivamente del -81% e -79% in termini di arrivi turistici.Si tratta di mancate entrate valutarie derivanti dal turismo otto volte superiori a quelle generate dalla grande crisi finanziaria globale del 2009.
La società Sojern, basandosi su oltre 350 milioni di profili di viaggiatori, rivela che ci sono sempre più ricerche last minute e si pianifica meno con mesi di anticipo, anche a causa delle incertezze derivanti dalle possibilità di "sconfinare". La maggior parte sta cercando di pianificare viaggi che durano una settimana o meno ed il 37% desidera percorrere meno di 500 miglia.
Iata si è trovata costretta a rivedere ulteriormente al ribasso le cifre già pessime relative ai ricavi del settore dell’aviation previsti per il prossimo anno. Se l’analisi precedente prevedeva che i ricavi nel 2021 sarebbero scesi di circa 29 punti percentuali rispetto al 2019, ora la stima è diventata di un meno 46 per cento.
Il pronostico precedente, infatti, si basava sulle aspettative di una ripresa della domanda a partire dal quarto trimestre del 2020 troncata sul nascere dai nuovi focolai di Covid-19 che hanno obbligato i Governi a reintrodurre restrizioni agli spostamenti, compresa la chiusura delle frontiere e l’obbligo della quarantena per i viaggiatori in arrivo dagli altri Paesi a rischio.
Almeno 200 aeroporti sui 600 operanti in Europa, e quindi un terzo dell’offerta del vecchio continente è destinato a chiudere i battenti secondo Aci Europe che segnala la perdita di oltre 1,3 miliardi di passeggeri da gennaio a settembre nei cieli europei. Il crollo della domanda aerea mette a rischio anche 1,2 milioni di posti di lavoro tra addetti aeroportuali e occupati nelle varie compagnie aeree operanti nella regione del mondo tra le più rappresentative del trasporto aereo mondiale.