Roma, 3 giugno 2021
Secondo il report della Iata, nel 2021 il numero di passeggeri globali dovrebbe tornare al 52% dei livelli pre-Covid del 2019; per poi tornare all’88% dei livelli pre-Covid nel 2022; e superare il 105% nel 2023.Entro il 2030 il numero di passeggeri globali dovrebbe raggiungere quota 5,6 miliardi, ovvero il 7% in meno rispetto alla previsione fatta prima del Covid, con una perdita stimata di 2-3 anni di crescita.
Tiqets, piattaforma di prenotazione online leader a livello mondiale per musei e attrazioni, rivela che il 35.8% degli utenti ha dichiarato che si sentirà pronto a tornare a viaggiare già entro il primo mese dalla fine delle restrizioni, prediligendo siti storici (38%), musei e gallerie d’arte (29.7%) e attività turistiche di vario genere (13.2%). Inoltre, la maggior parte dei partecipanti (il 69.2%) ha dichiarato che si sentirà a proprio agio a visitare sia attrazioni all’aperto che attrazioni al chiuso, dando una speranza a tutti quei siti culturali costretti finora a rimanere chiusi a causa dell’organizzazione della loro struttura.
Eurocontrol prevede il recupero del traffico aereo europeo al 95% dei livelli pre-pandemia entro il 2025. La stima più positiva punta invece alla ripresa entro il 2024, ma Eurocontrol avverte che questa “è una previsione ottimistica considerato l’andamento attuale delle vaccinazioni nel mondo, e le difficoltà ancora legate a un approccio coordinato tra gli Stati. Infine, una terza previsione prevede una piena ripresa non prima del 2029.
I passeggeri transitati negli aeroporti italiani ad aprile sono stati poco meno di 2 milioni, con un calo dell’87% rispetto al 2019 (il confronto con l’aprile 2020 non è possibile perché era nel pieno del lockdown), circa 6,68 milioni nel complesso dei primi 4 mesi, con un -74% rispetto allo stesso periodo del 2020 e -87,5% rispetto al periodo gennaio-aprile 2019. E’ quanto emerge dai dati mensili diffusi da Assaeroporti.
Il turismo di lusso in Italia rappresenta meno dell’1% delle imprese di soggiorno e il 3% circa del numero di notti, ma genera il 25% della spesa dei turisti nel nostro Paese per un valore di indotto, inclusi spese e consumi indiretti, di 60 miliardi di euro. La spesa diretta ammonta a 25 miliardi (circa 7 miliardi in soggiorno, 2 in ristorazione, 14 in visite, escursioni e shopping). Inoltre il turista che alloggia in strutture di eccellenza spende oltre nove volte più della media e un hotel a 5 stelle impiega il doppio dei dipendenti rispetto alla media. Ma l’Italia potrebbe fare davvero molto di più.
I dati di maggio sull’indice di fiducia calcolato dall’Istat segnano un netto incremento: l’indice relativo ai consumatori passa infatti da 102,3 a 110,6, mentre quello relativo alle imprese sale da 97,9 a 106,7. Il turismo e i trasporti sono i due settori che segnano un aumento della fiducia in maniera più marcata. Le cifre indicano infatti, per il segmento turistico, un valore pari a 86,1, contro il 54,6 dello scorso mese. Il valore più alto del 2021 si era registrato a febbraio, quanto tuttavia si era fermato a 65,9.
Secondo il Rapporto regionale Pmi 2021 realizzato da Confindustria e Cerved, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, il sistema delle Pmi (Piccole e medie imprese) ha complessivamente tenuto di fronte alla crisi senza precedenti per l’economia italiana causata dal Covid anche grazie agli aiuti messi in campo dal Governo ma nei settori più colpiti dalla pandemia gli effetti sono molto più intensi. Tra i comparti più a rischio ci sarebbe quello alberghiero, soprattutto sotto il peso delle spese e dei conti da pagare.
ll 10 giugno alle ore 11 .Global Blue organizza il webinar “Brexit, un'occasione di rilancio per il turismo italiano”. Interverranno Stefano Rizzi, Country Manager di Global Blue Italia; Giorgio Palmucci, Presidente ENIT; Alessandra Priante, Direttore Europa dell'UNWTO; Luis Millan, Market Research Manager di ForwardKeys. A moderare l'incontro Simone Filippetti, corrispondente da Londra de Il Sole 24 Ore.
Siamo sconcertati. Il passo indietro dell’esecutivo sull’estensione agli alberghi del superbonus è l’ennesima doccia fredda per il settore – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, Vice Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi. Le nostre imprese così drammaticamente colpite dalla crisi, sono costrette a ricorrere massicciamente al credito per resistere dopo 14 mesi di fermo pressoché totale. Il superbonus è uno strumento fondamentale per poter effettuare nei prossimi anni quegli investimenti necessari a mantenere adeguata l’offerta italiana.
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