Siamo preoccupati per l’assenza di informazioni chiare in merito al nuovo provvedimento sul Green pass che a partire dal 6 agosto si applicherà a molte attività che riguardano la quotidianità delle vacanze – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi.
Roma, 26 luglio - “In vista della riapertura delle scuole a settembre è necessario incentivare al massimo la campagna vaccinale anche tra gli autisti di tutto il trasporto collettivo ed estendere l’utilizzo del green pass anche tra gli under 18 per assicurare la ripresa in presenza delle attività didattiche”. Questa la posizione di Giuseppe Vinella presidente di Anav, l’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese di trasporto con autobus impegnate nei servizi del trasporto pubblico locale, del trasporto scolastico e del trasporto commerciale.
Uniche attività di impresa privata che sono impossibilitate ad operare sull’intero territorio nazionale. Discriminato un intero settore con l’incredibile appoggio e favore del governo all’esercizio di attività di spettacolo e ballo illegali, ormai fuori controllo, organizzate in ogni dove (ristoranti, bar, litorali, piazze, strade, circoli privati).
Direttive istituzionali confuse e contraddittorie e notizie allarmistiche e fuori controllo hanno indotto nella popolazione scoraggiamento e disorientamento.
Il Turismo Organizzato si era attrezzato per una ripartenza, sebbene limitata a pochissimi Paesi. Erano aumentate le richieste di prenotazioni, in particolare verso l’Italia e, con l’introduzione del Digital Green Pass, anche verso alcuni Paesi Europei come Spagna, Grecia e Nord Europa.
GlobalData tramite un sondaggio ha rilevato che il 26% degli intervistati ha dichiarato di preferire un viaggio di piacere di oltre 10 notti, secondo solo ai viaggi da quattro a sei notti (28%).
L’analisi di GlobalData ha mostrato che nel 2019 la lunghezza media del viaggio è stata di 4,45 giorni per i viaggi nazionali e 9,22 giorni per i viaggi internazionali, rivelando che la domanda di soggiorni più lunghi è aumentata notevolmente dall’inizio della pandemia. Con meno opportunità per le spese ricreative e la riduzione delle spese dovute al pendolarismo, alcuni hanno risparmiato somme considerevoli.
Lo studio condotto dal Mastercard Economics Institute a livello mondiale dimostra che nel caso del nostro Paese il numero di prenotazioni di voli nazionali ha addirittura superato i livelli pre-pandemia (103%) attestati a fine 2019, mentre invece sta tardando la ripresa di quelli internazionali, ferma al 46%. Oltre all’Italia, a superare il numero di prenotazioni di voli nazionali rispetto ai livelli pre pandemia ci sono gli Stati Uniti, l’Australia e la Francia. Mentre stati come il Canada, la Thailandia e la Nuova Zelanda sono ancora ben lontani dal raggiungere anche solo parzialmente i livelli pre-Covid.
Lo studio Future4tourism/Ipsos rivela che 7 italiani su 10 sono pronti a partire nei mesi estivi nonostante l’allarme sulla variante Delta, le criticità relative all’utilizzo e all’estensione del green pass, le regole sempre pronte a cambiare. Il valore del 70% di italiani che parte in vacanza tra luglio e settembre è in linea con il periodo pre Covid, ovvero quello riferito alle estati 2018-2019. Anche la durata delle vacanze programmate è tornata ai livelli pre-pandemia: sono soprattutto il long weekend (3 pernottamenti) e le long holiday (quelle superiori ai 13 notti) a tenere il passo mentre le vacanze di media durata (dalle 4 alle 13 notti), seppur in ripresa, restano più penalizzate.
Secondo l’ultimo report sull’impatto del Covid sul comparto ferroviario della Comunità europea delle compagnie e dei gestori ferroviari (Cer) sono pochi i segnali di ripresa per la situazione economica delle ferrovie in Europa con un peggioramento delle entrate registrato da gennaio a maggio 2021 rispetto al secondo semestre del 2020.
In particolare, il traffico passeggeri è diminuito del 66% nel periodo da novembre 2020 ad aprile 2021 rispetto al 2019, per migliorare leggermente a maggio (-59%), mentre le perdite di fatturato restano intorno al 50%.
Secondo le stime dell’Osservatorio Turismo Open Air elaborate dall’Istituto Piepoli su richiesta di Enit e Human Company, un quarto degli italiani che andrà in vacanza sceglierà strutture outdoor, villaggi o agriturismi, con crescenti preferenze per camping e rifugi montani. Il 65% di chi pianifica outdoor sceglierà una destinazione di mare, il 20% la montagna, il 16% città e località d’arte. Il profilo del viaggiatore outdoor è simile a quello dell’ultimo anno, con una decisa presenza di giovani (21%) e scarsa di over 64 (3%). Interessante il dato sul periodo: se agosto si conferma il mese dominante (per il 48% degli italiani e per il 54% dei turisti outdoor è il periodo individuato per le vacanze), settembre registra una quota considerevole, specialmente tra i propensi all’outdoor (28%).
Secondo un'indagine realizzata da Demoskopica per Anni 20 emerge che il 54% degli italiani ha optato per andare in vacanza (in Italia nell’87% dei casi), ma il 46% ha rinunciato per vari motivi. Tra coloro che restano a casa oltre al 24% che ha già rinunciato, al di là del coronavirus, preoccupa il 17% (circa 10 milioni di italiani) che non andrà in vacanza perché non ha la possibilità economica per farlo, mentre appena il 5% ha accantonato i progetti perché, pur volendo, ha ancora timore a viaggiare a causa del Covid-19 e delle sue varianti. Poco più di 5 italiani su 10 fanno parte del gruppo dei vacanzieri, avendo scelto di trascorrere una vacanza prioritariamente in Italia nella stragrande maggioranza dei casi rilevati (87%).