L'emergenza sanitaria ha frenato i programmi di assunzione delle imprese nel 2020, con un calo del 30% rispetto al 2019, pari a circa 1,4 milioni di contratti di lavoro in meno, inclusi stagionali e collaborazioni. La brusca frenata dei piani assunzionali delle aziende ha interessato tutti i settori, ma è stata più marcata nell'accoglienza e ristorazione (-40,7% per gli ingressi previsti) e in alcuni comparti di punta del made in Italy, come la moda (-37,9%).
Nella nuova bozza per il Recovery Plan, risorse più che raddoppiate per il turismo, che arrivano a 8 miliardi di euro. E’ questa la decisione del Governo, che ha visto aumentare i 196 miliardi del Recovery Plan con più di 20 miliardi di fondi strutturali europei "extra", esterni al perimetro dei prestiti e delle sovvenzioni a fondo perduto del Next Generation Eu. Le risorse totali per il piano passano così da 196 a oltre 222 miliardi.
Bianchini:"Il Governo, con le sue bugie e con le sue continue tasse, ci sta uccidendo: tutti devono sapere quel che accade e, per questo, MIO (Movimento Imprese Ospitalità) Italia ha prodotto una serrata di protesta dei locali aderenti". Paolo Bianchini, presidente di MIO Italia è una furia: "L'esecutivo si fa beffe del nostro comparto e, dopo la decisione di far aprire bar e ristoranti giovedì 7 e venerdì 8 solo a pranzo, per chiuderli di nuovo il sabato e la domenica, MIO ITALIA ha deciso un’azione forte: la serrata nazionale delle attività.
A migliaia hanno quindi chiuso le serrande ed hanno affisso la nostra locandina, in cui spieghiamo il motivo della protesta contro le decisioni del governo, che ci facendo fallire".
Emergenza lavoro: indispensabile prolungare la cassa integrazione per non spegnere i settori di fiere e congressi
I settori di fiere e congressi fortemente allarmati dai rumors che li vedono esclusi dalla proroga della cassa integrazione Covid in deroga per i settori fortemente in crisi allo studio dei tecnici del Ministero del Lavoro e dell’Economia: senza ammortizzatori sociali a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro e migliaia di imprese necessarie per la ripartenza economica del Paese
Con riferimento alla paradossale situazione relativa ai viaggi effettuati dai nostri connazionali verso mete extra UE durante il periodo delle festività natalizie, ASTOI Confindustria Viaggi, l’Associazione che rappresenta oltre il 90% del mercato del tour operating in Italia, ha scritto una lettera ai Ministeri dell’Interno, degli Esteri e del Turismo. Si rendono noti ai media i contenuti del messaggio.
L'Ectaa, l'Associazione europea degli agenti di viaggio e tour operator, ha descritto il 2020 come l'anno più catastrofico della storia dei viaggi. Con una media del -80% del fatturato, il valore delle attività raggiungerà appena i 40 miliardi di euro, rispetto ai 175 miliardi di euro del 2019. La crisi di liquidità dei fornitori di servizi (compagnie aeree, hotel, eventi...) è stata trasmessa ai tour operator e alle agenzie di viaggio, che a loro volta non hanno potuto rimborsare i loro clienti e hanno emesso voucher.
Una perdita di fatturato del 37% su base annua, che equivale a circa 27 miliardi di euro andati in fumo per bar e ristoranti, sono i dati dell’ ultima indagine di Bain & Company sulle perdite del settore HoReCa (Hotellerie-Restaurant-Café) a causa della pandemia. Mentre nel primo semestre dell’anno le perdite rispetto al 2019 si sono attestate attorno ai 16 miliardi di euro, la ripresa (superiore a quanto era stato previsto) dei mesi estivi ha permesso di chiudere il terzo trimestre con una flessione più contenuta rispetto al primo quadrimestre di circa 15-20% rispetto al 2019.
Il settore aereo è tornato indietro di 21 anni e i numeri sono quelli che si registravano nel 1999 secondo i dati dell’aviazione civile Cirium, che ogni anno rilascia i dati relativi al trasporto aereo mondiale. I dati parlano di un calo dei voli anno su anno pari al 49% che sale al 67 % se si prendono invece in esame i passeggeri trasportati. In termini assoluti questo significa che a fronte degli oltre 33 milioni di voli effettuati nel 2019, quest’anno ci si è fermati sotto i 17 .
I visitatori totali internazionali e nazionali in Italia si sono dimezzati rispetto all'anno precedente, per un totale di 57 milioni di visitatori in meno; i pernottamenti turistici totali sono diminuiti di circa 186 milioni e la spesa di 71 miliardi di euro. Gli impatti sono maggiori per gli arrivi internazionali che per i viaggi nazionali. I visitatori internazionali pernottanti sono diminuiti del -64% (pari a 40 milioni di visitatori) quest'anno e i domestici del 31% (16 milioni) rispetto al 2019.
Gli ultimi dati diffusi dall'Istat certificano che in Italia, tra gennaio e settembre, le presenze si sono di fatto dimezzate, segnando un calo del 50,9% rispetto allo stesso periodo del 2019. Le presenze di turisti stranieri sono diminuite del 68,6%, mentre quelle nelle grandi città - destinazioni che lo scorso anno avevano registrato circa un quinto delle presenze totali - si sono ridotte del 73,2%. Nei primi tre trimestri del 2020 sono calati drasticamente anche i viaggi svolti dai residenti per motivi di lavoro (-59%) e, in misura minore ma comunque ampia, quelli per vacanze (-23%).