Dal report di ForwardKeys, analizzando i dati sui viaggi aerei internazionali, nel 2021 emerge un quadro della mobilità internazionale in ripresa rispetto al 2020, ma ancora fortemente influenzato dalla pandemia e dalle restrizioni dei vari governi. Nella classifica delle 20 città più popolari, mentre Dubai rimane in cima alla lista (essendo una delle principali destinazioni per il turismo, nonché un importante hub), Miami passa dal 18° al 5° posto, Madrid dal 16° al 10°. New entry della lista sono Cancun (Messico) al 2°, Il Cairo (Egitto) al 9°, Punta Cana (Repubblica Dominicana) al 12°, San Juan (Porto Rico) al 13°, Lisbona al 14°, Atene al 15°, Città del Messico al 16°, Palma di Maiorca al 17° e Francoforte al 20°. Le due città con la crescita più alta sono Cancún e Miami, entrambe principali destinazioni leisure per i viaggiatori statunitensi, che quindi guidano la ripresa.
Secondo una nuova ricerca del World Travel & Tourism Council (Wttc) in Italia rimarranno scoperti, entro la fine del 2021, 263.000 posti di lavoro diretti nel settore dei viaggi e del turismo. L’analisi, realizzata in collaborazione con Oxford Economics, ha esaminato le carenze di manodopera in Italia e nelle altre principali destinazioni votate al travel, come Stati Uniti, Francia, Spagna, Regno Unito e Portogallo, concentrandosi sul periodo tra la seconda metà del 2021 e il 2022. La ricerca rivela carenze di personale con la domanda di lavoro che inizia a superare l’offerta disponibile e l’Italia risulta essere il Paese europeo più colpito, con una previsione di deficit per ben 263.000 posti di lavoro, pari ad un posto su sette non occupato quest’anno.
Secondo il sito specializzato Flightaware sono stati circa 7.900 i voli cancellati dalle compagnie aeree di tutto il mondo durante il fine settimana di Natale. Oltre cinquemila cancellati tra la vigilia e il giorno di Natale, più di un quarto dei quali negli Usa – Delta, United e JetBlue le compagnie più colpite - dove si è registrato il picco di 184mila casi da gennaio.
In grave difficoltà anche i vettori di Pechino, con la China Eastern che ha lasciato a terra 390 voli, mentre lo scalo più colpito è quello di Xi’an, la metropoli in cui 13 milioni di persone sono state messe in lockdown dopo un focolaio di alcune decine di casi.
Sulla base dei dati dell’osservatorio Confindustria Alberghi il 2021 si chiude con un tasso di occupazione camere che fa registrare il -48,6%, con punte nelle città d’arte, che toccano -58% a Roma e -56,1% a Firenze e con Venezia e Napoli rispettivamente -57% e -43%.Non va meglio sul fronte dei ricavi dove la perdita media arriva al -55% con le città d’arte che si attestano al – 65%.Pesa sul settore l’assenza del turismo internazionale. Quest’anno gli arrivi internazionali - in massima parte europei - si fermeranno a 36 milioni. Un dato drammatico se si considera che rispetto al 2019 mancano oltre 60 milioni di viaggiatori stranieri, e che impatta fortemente sui conti del settore con una perdita di 25 miliardi di euro di spese turistiche. Sono gli esiti drammatici di un 2021 che presenta agli operatori un conto ancora più salato rispetto all’anno precedente.
Nelle tre settimane successive al primo rapporto del Sudafrica all’Oms sulla variante Omicron (24 novembre 2021), Aci europe stima che il traffico passeggeri negli aeroporti europei sia diminuito del 20%. Tuttavia, la settimana che coincide con l’inizio delle festività natalizie di fine anno, ha visto il traffico passeggeri aumentare del 9% rispetto a quella precedente (settimana 49), con un recupero dei coefficienti di carico di 2 punti al 56%. Aci Europe ha anche fatto presente che l’inversione della dinamica di ripresa del traffico passeggeri nelle ultime settimane e per il resto dell’anno significa che il 2021 finirà al di sotto della previsione del -60% del traffico passeggeri per la rete aeroportuale europea, rispetto ai volumi pre pandemici (2019).
Confindustria alberghi chiede un tavolo urgente al Governo
“È un quadro drammatico quello che si sta disegnando in queste ore. Le aziende sono lasciate sole ad affrontare e una nuova ondata di cancellazioni che stanno azzerando la stagione invernale e i prossimi mesi anche nelle città d’arte.
La situazione che si è sviluppata negli ultimi giorni ha compromesso la stagione invernale.
Le decisioni che saranno, tra l’alto, assunte giovedì dalla cabina di regia del Governo per il decreto che interverrà sui comportamenti delle prossime festività cade nel corso della settimana di Natale. Troppo tardi per gli operatori del settore alberghiero impossibilitati così a programmare le attività.
ROMA, 21 dicembre – “Solo relativamente alle Agenzie di viaggio e Tour Operator, in assenza di urgenti interventi economici e finanziari si stimano chiusure pari ad oltre il 50% delle imprese attive e la perdita di oltre 40.000 posti di lavoro.”. Sono i numeri allarmanti contenuti in una lettera-appello congiunta inviata al Premier Mario Draghi e ai Ministri Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti, Andrea Orlando e Massimo Garavaglia da Fto - Federazione Turismo Organizzato di Confcommercio, Aidit Federturismo Confindustria, Astoi Confindustria Viaggi, Assoviaggi Confesercenti, Fiavet Confcommercio e Maavi Conflavoro.
L’Unione europea chiuderà il 2021 con una diminuzione degli arrivi turistici internazionali attorno all -60% secondo l’ultimo studio dell’European Travel Council (Etc), che evidenzia finora un calo del 77% rispetto ai livelli pre-pandemici, con gli stati più dipendenti dai mercati a lungo raggio ad essere maggiormente colpiti dalla flessione. Inoltre, anche se la domanda di viaggi nell’Ue viene data in lieve ripresa, il raggiungimento dei livelli pre-Covid non dovrebbe avvenire fino al 2024.
Secondo il borsino delle vacanze di fine anno di Demoskopika poco piu' della meta' degli italiani (il 52%) avrebbe deciso di andare in vacanza per le festivita' di fine anno, con il 24% che ha gia' prenotato. Al netto di chi e' ancora indeciso (15%), gli italiani pronti a fare le valigie
sarebbero 18 milioni e 9 su 10 sceglieranno mete italiane. Sul versante opposto, sono 24 milioni gli italiani che hanno scelto di non partire (48%): il 12,4% di costoro perche' "pur volendo ha ancora timore a viaggiare" e il 16% (ben 8 milioni) ha addirittura cancellato la prenotazione dopo la notizia della variante Omicron.