La guerra colpisce anche il turismo. bloccate le prenotazioni per il 2022
I dati di Bankitalia diffusi oggi e relativi alla spesa dei turisti stranieri in Italia nel 2021 raccontano di un parziale recupero lo scorso anno nel confronto con il 2020, ma con un dato comunque ancora sotto il 50% rispetto al 2019. Una situazione che fotografa le difficoltà in particolare delle città d'arte, i principali hub del turismo italiano, dove si scaricano con estrema gravità gli effetti della crisi.
Secondo i numeri forniti dall’Istat in riferimento al fatturato dei servizi per il 2021 è stato il settore ricettivo a subire le maggiori conseguenze della pandemia. Secondo l’ultima indagine, infatti, il ricettivo si conferma uno dei pochi settori ad aver avuto nel 2021 un livello di fatturato inferiore al 2019. Nel 2021 il fatturato dei servizi di alloggio è calato di quasi un terzo rispetto ai livelli 2019 (-32%). Oltretutto, il settore viene da un 2020 ancora peggiore, in cui aveva già perso oltre la metà del fatturato (-54%).
Il Travel Recovery Trend Report del quarto quadrimestre 2021 di Expedia Group Media Solutions rivela che il volume di ricerca globale nel quarto trimestre è stato piatto rispetto al trimestre precedente, ma in crescita di oltre il 70% rispetto all’anno precedente, indicando che i viaggiatori sono ancora desiderosi di partire. In Asia Pacifico, i volumi di ricerca sono aumentati di quasi il 35% rispetto al terzo quadrimestre, spinti da ulteriori corridoi di viaggio e dalla riapertura dei confini internazionali in diversi Paesi, tra i quali Australia, Singapore e Fiji.
Le ricerche globali su base settimanale hanno avuto un’impennata intorno ai principali annunci e all’attività del settore, tra cui la riapertura dei confini degli Stati Uniti dell’8 novembre ai viaggiatori vaccinati provenienti da 33 Paesi.Questo accresciuto interesse si è mantenuto nelle prime settimane del 2022, con volumi di ricerca globali in Nord America ed Emea ancora più alti durante le prime due settimane di gennaio rispetto all’ultima settimana di dicembre 2021.
È il quadro del settore immobiliare italiano, che emerge Per il “Market Outlook 2022”, pubblicato da Cbre, società di consulenza, servizi e investimenti nel Real Estate il 2021 è stato un anno di ripresa per il settore immobiliare, che si è chiuso con una crescita del 14% dei volumi d’investimento. Il settore Hotels, in particolare, ha visto performance positive, e presenta prospettive di crescita particolarmente interessanti. Nel 2021, infatti, gli investimenti nel settore sono stati pari a 2,1 miliardi, in crescita addirittura del 99% rispetto al 2020. Crescita dell’interesse verso il segmento Resort, che nel 2021 ha registrato investimenti per 530 milioni ed ha attirato l’interesse degli investitori. Le strategie di riposizionamento e rebranding sono state la strategia più comune per gli investitori, in particolare nel settore lusso.
Il ritorno alla normalità ed ai trend di crescita pre-Covid nel traffico aereo avverrà solo nel 2025 con una stima di circa 4 miliardi di passeggeri. È l’ultima previsione aggiornata di Iata che fra tre anni pronostica un livello del 101% di viaggiatori rispetto a queli del 2019. L’aggiornamento di febbraio riguardo alle previsioni a lungo termine segnala nel dettaglio, che se lo scorso anno si era registrato un 47% di volume di traffico rispetto al 2019, per quest’anno gli analisti prevedono un recupero di traffico al 69%, nel 2023 all’83%, al 94% nel 2024 e al 101% nel 2025. Si tratta di uno scenario di ripresa internazionale a breve termine leggermente più ottimistico rispetto a novembre 2021, basato sul progressivo allentamento o eliminazione delle restrizioni di viaggio in molti mercati. Non tutti i mercati o settori di mercato si stanno però riprendendo allo stesso ritmo.
Enit si muove a sostegno della comunicazione digitale dell’offerta turistica. L’ente, in collaborazione con il Ministero del Turismo, ha infatti previsto la concessione di 9 milioni di euro a imprese e agenzie di comunicazione esperte del mondo digitale per sviluppare nuovi processi e interventi di promozione turistica. La presentazione delle domande dovrà avvenire entro il 19 aprile. Le imprese interessate dovranno essere idonee a migliorare la comunicazione digitale dell’offerta turistica organizzata italiana e favorire la ripresa dei flussi turistici nazionali e internazionali. Con questo finanziamento si punta al rafforzamento del posizionamento competitivo della destinazione Italia nel mercato interno, internazionale di prossimità ed extraeuropeo, ampliando i mercati di riferimento con un’offerta differenziata; allo sviluppo di iniziative integrate tra diversi ambiti tematici quali cultura, economia, ambiente e turismo; alla valorizzazione delle offerte turistiche e delle esperienze territoriali.
Hanno superato quota 5.200 - per un totale di 2.073.827.951 di euro in credito d’imposta e 234.329.206 a fondo perduto - le domande relative alle richieste di credito d’imposta e di finanziamenti a fondo perduto per le imprese ricettive. I dati sono contenuti nel report sull’andamento delle domande pubblicato sul sito istituzionale del Ministero del Turismo che verrà aggiornato periodicamente. Dal report si rileva che i due terzi delle richieste provengono dal Centro Nord (3.386) e il restante da Mezzogiorno (1.817). Il numero più elevato di domande è arrivato finora dalla Toscana (617) seguita da Sicilia (405) e Lombardia (403) ma per il totale di incentivi sollecitati spiccano Veneto (242.111.464 euro), Lombardia (240.299.589 euro) e Trentino Alto Adige (217.948.870 euro).
Stiamo assistendo ormai da giorni al conflitto tra Russia e Ucraina, fenomeno che ha innescato una difficile crisi umanitaria ed economica su cui sono al momento concentrate le energie dell’Unione Europea. Nonostante la delicatezza e la complessità dell’attuale momento storico, solo due associazioni del mondo balneare hanno ritenuto di voler comunque procedere con una manifestazione pubblica nei prossimi giorni, per rappresentare al Governo il malcontento della categoria. Come tutti sanno è da settimane che stavamo organizzando questo tipo di iniziativa, che abbiamo sempre ritenuto utile per inviare un segnale forte alle istituzioni. Tuttavia, in questo momento particolarmente delicato in cui l’Italia stessa è scossa dalla crisi ucraina e la comunità internazionale sta lavorando su misure per far fronte alle conseguenze della crisi che si ripercuoteranno anche sul nostro Paese, non riteniamo che questo tipo di azioni possa essere efficace e soprattutto opportuno.
Il conflitto in corso tra Russia e Ucraina è una tragedia che minaccia le vite di chi abita quel territorio, ma che spaventa anche chi assiste da lontano ad uno scontro violento e terrificante. Una guerra, che avrà impatti economici anche in Europa ed in Italia, già reduci da due anni di pandemia. Così, anche il settore turistico si appresta ad affrontare un quadro di ulteriore destabilizzazione, con l’incognita sull’incoming russo e ucraino in vista, soprattutto, dei mesi estivi. Global Blue, società leader nel settore del tax free shopping, ha voluto approfondire il peso di queste due nazionalità in relazione agli acquisti tax free, per decifrarne il peso e per indagare quali siano le mete italiane che più di altre rischiano di subire una loro assenza. I russi hanno sempre avuto una importanza significativa per il tax free shopping italiano: nel 2019, infatti, rappresentavano la seconda nazionalità per acquisti (12% del totale del mercato) con interessanti prospettive di crescita, dal momento che il loro shopping aveva registrato un +8% rispetto al 2018.
“La quotazione del petrolio Brent al barile ha raggiunto 129,62 dollari e il prezzo del gasolio per autotrazione, già aumentato nell’ultimo periodo di oltre il 35%, nei prossimi giorni si attesterà stabilmente sopra i 2 euro al litro determinando un maggior costo per le aziende dell’intero settore del trasporto di passeggeri con autobus di circa 300 milioni di euro su base annua, una situazione assolutamente insostenibile” - dichiara Giuseppe Vinella Presidente di ANAV, l’associazione di Confindustria che rappresenta tutti i comparti del trasporto con autobus. “Il gasolio costituisce infatti di gran lunga la seconda voce di costo per le aziende dopo quella del personale – precisa il Presidente dell’Associazione – ed è quindi necessario che Governo e Parlamento adottino nell’ambito del prossimo provvedimento sull’energia anche specifiche misure per il contenimento del costo del gasolio professionale per le aziende del settore”.
Nel periodo intorno al 25 gennaio (media mobile a 7 giorni), il numero dei biglietti venduti si è attestato al 38% rispetto allo stesso periodo del 2019 per poi salire al 49% intorno all’8 febbraio. Il miglioramento di 11 punti percentuali rappresenta l’aumento più rapido in un periodo di due settimane dall’inizio della crisi.
L’imprevedibilità sarà la costante dei viaggi 2022, secondo i dati raccolti da Booking.com: il 31% degli italiani considera la flessibilità di cancellazione uno dei fattori determinanti nella programmazione di un viaggio, preceduta dalla destinazione (33%) e dal prezzo (49%).