Secondo l’analisi effettuata da GlobalData i vettori low fare sono quelli candidati a vedere la domanda del mercato crescere molto di più rispetto ai competitor e quindi a fare un ulteriore passo avanti in Europa, dove negli ultimi anni hanno rosicchiato share con una costanza impressionante.
Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, nel 2021, il mercato del turismo digitale in Italia (online + offline) è cresciuto sia nella componente ricettiva (9,5 miliardi di euro, +73% sul 2020 e vicina ai 10,3 miliardi del 2019) che in quella dei trasporti (8,5 miliardi, +33% sul 2020 ma ancora lontana dai 18 miliardi pre-Covid). In questo scenario, anche le transazioni digitali hanno dimostrato una netta ripresa, raggiungendo gli 11,1 miliardi di euro (+55% sul 2020), nonostante il valore complessivo segni ancora un -32% rispetto al 2019.
Il ritorno dei turisti internazionali è una certezza soprattutto su Roma e su Firenze secondo i dati di Google che indicano un volume di ricerche per ‘viaggiare in Italia’ 4 volte superiore al 2021. Oggi i dati delle prenotazioni aeree verso l’Italia, secondo le proiezioni del centro studi ForwardKeys, sono oltre 8 volte superiori a quelle delle scorso anno per il mese di giugno: 617.000 con un incremento dell’850% rispetto a giugno 2021. In Europa solo la Spagna ha un livello superiore di prenotazioni aeree (926.000), con la Francia quasi ai livelli dell’Italia (592.000) e la Grecia indietro nelle preferenze dei turisti (239.000).
Secondo lo studio di Eccia- High-End Tourism, l'associazione di cui fanno parte sei associazioni europee e oltre 600 marchi di prima fila nel settore, il turismo di lusso ha, in Europa, un potenziale di crescita che va da 170 a 520 miliardi di euro da oggi fino al 2030-2035.
La piena ripresa del traffico aereo europeo arriverà un anno prima: nel 2024. Aci Europe stima il ritorno ai numeri pre Covid nel continente con un anno di anticipo rispetto alle previsioni rilanciate qualche mese fa dalla stessa associazione che raggruppa il sistema aeroportuale europeo.
Non solo, anche le stime per quest’anno vedono una rivalutazione: se lo scorso ottobre Aci Europe prevedeva di chiudere il 2022 con un -32% di volumi di traffico rispetto al 2019, ora la stima è scesa al -22%.