Secondo l’ultimo report di Bain & Company, una delle principali società internazionali di consulenza strategica, nonostante la campagna vaccinale e il buon andamento della stagione estiva, il trasporto aereo mondiale chiuderà l’anno con un fatturato stimato di circa 230 miliardi di euro, vale a dire poco più di un terzo di quello pre Covid che nel 2019 aveva superato la soglia dei 660 miliardi. Le previsioni fatte alcuni mesi fa hanno subìto una rivisitazione obbligata, alla luce della recrudescenza dei contagi in Europa iniziata a fine ottobre con l’incubo della quarta ondata che – seppur immotivatamente, visto che oggi gli strumenti di protezione (vaccino in primis) esistono – rischia di ridimensionare i già deboli segnali di ripresa del traffico aereo, soprattutto nel segmento leisure.
A determinare le nuove stime a tinte fosche ha contribuito anche l’impennata del prezzo del carburante che ha spiazzato soprattutto le compagnie aeree che non avevano fatto accantonamenti adeguati di cherosene. Inoltre, secondo gli analisti di Bain & Company, quest’ultimo scorcio d’anno potrebbe riservare brutte sorprese causate dal mancato coordinamento di politiche di contenimento del virus tra alcuni Paesi come quelli europei, tenendo anche conto che taluni governi potrebbero adottare nuove misure anti Covid o addirittura, come accaduto in Austria anche se solo per 10 giorni, attuare dei mini lockdown. Tra le note positive, il report evidenzia la riapertura degli Stati Uniti che dovrebbe dare buoni frutti durante le feste, sia per il traffico domestico che per quello internazionale, riavviando i motori del turismo: su questo fronte, i colossi aerei americani pronosticano un aumento del traffico aereo natalizio nel Paese vicino al +300% rispetto allo stesso periodo del 2020.
(Per maggiori informazioni:www.bain.com)