La ripresa potrebbe avvenire tra altri 2 anni, secondo una ricerca di Euromonitor International,  “Travel Rewired: Innovation Strategies for a Resilient Recovery”. Se quest’inverno si decidesse di limitare il flusso turistico sarebbero a rischio, secondo Wttc,  fino a 900 mila posti  di lavoro in tutta la Ue e l’ammontare delle entrate valutarie cancellate sarebbe pari a 35 miliardi  di euro.
I pilastri dell’innovazione secondo Euromonitor sono quattro: digitale (sul doppio fronte B2B e consumer), sostenibilità (ovvero azioni orientate a combattere il cambiamento climatico), sicurezza (con lo sviluppo di metodi e servizi contactless, self service e seamless), approccio people-centric (incentrato sulle persone, con una rinnovata attenzione ai disabili).
L’ecommerce dei viaggi è un fenomeno accelerato dalla pandemia ed il 39% delle imprese sta investendo in tecnologia. Già lo scorso anno, nonostante i lockdown, la spesa del travel online era aumentata del 5%, conquistando uno share del 54% sul totale e per il 2022 è prevista una crescita decisiva quando il giro d’affari digitale raggiungerà quasi 500 miliardi di dollari.

Nonostante ciò, tra i fenomeni evidenziati da Euromonitor resta una sorta di digital divide tra consumatori e distributori di viaggi. L’anno scorso il 41,3% delle agenzie di viaggi in tutto il mondo risultava avere un’app o un sito mobile, percentuale scesa al 37,1% nel 2021. Una tendenza da invertire, soprattutto in previsione del fatto che il 26,8% di tutte le vendite di viaggi sarà prenotato tramite mobile, per un giro d’affari totale di 774 miliardi di dollari entro il 2026. 

Altro filone chiave è il green, destinato già prima del Covid – a diventare la priorità dell’industria dei viaggi. In questo ambito sta investendo il 53% delle imprese turistiche, che ora punta agli Sdg – Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite
L’area del mondo con il maggiore potenziale  resta l’Asia-Pacifico nonostante le travagliate riaperture e il freno tirato di molti Paesi come la Cina. E se il 65% dei consumatori aspira ad avere un impatto positivo sull’ambiente, solo il 29% delle aziende sta investendo per sviluppare prodotti tali da soddisfare questa ambizione.
Non solo ambiente e sostenibilità: in Nord America, in particolare, in cima all’agenda c’è l’uguaglianza di genere, con sette aziende del travel su 10 impegnate in questo campo.Tra gli strumenti funzionali allo scopo c’è l’intelligenza artificiale che il 60% delle aziende si impegna a integrare nei propri sistemi, tanto in America del Nord, quanto in America Latina. Tra gli obiettivi di lungo termine, poi, il potenziamento delle applicazioni vocali.
L’Europa, da parte sua, è stata una delle prime regioni a ripartire  e con l’83% dei viaggi intraeuropei nel 2020, il vecchio continente continuerà ancora per un po’ a dipendere fortemente dal mercato domestico, definito come il «pezzo di ricambio del travel». I movimenti extra continentali procedono invece a rilento. La ripresa dell’Europa impiegherà almeno sei anni per tornare ai livelli pre crisi.
Seppur con la moderata eccezione di realtà dinamiche come gli Emirati Arabi con Expo Dubai, l’emergente Arabia Saudita e il Qatar che dovrebbe ospitare nel 2022 la Fifa World Cup,  Medio Oriente e Africa  registrano una lenta ripresa non solo per la diffusione di nuove varianti, ma anche per i conflitti in alcuni Paesi.  Tuttavia, marcia bene nell’intera regione l’ecommerce con il 30-50% dei viaggi acquistati online e oltre un quarto prenotato da mobile. E poi c'è il record del Gabon, primo Stato al mondo a essere ricompensato finanziariamente per aver ridotto le emissioni di carbonio.

( Per maggiori informazioni:www.euromonitor.com; www.wttc.org)