Nonostante l’estate 2021 abbia dato una bella scossa agli arrivi internazionali in Europa, entro la fine dell’anno si sarà raggiunto solo il -60% dei volumi rispetto a quelli ottenuti nel 2019, secondo il rapporto trimestrale European Tourism Trends & Prospects della European Travel Commission (Etc) che parla di una completa ripresa, con relativo ed eventuale sorpasso delle cifre registrate fino a due anni fa, non prima del 2024. I viaggi nel continente, tra l’altro, hanno registrato un’impennata e rappresentano l’85% degli arrivi internazionali europei nel 2021, rispetto al 77% del 2019.
La ripresa del turismo, chiaramente, è differente da destinazione a destinazione. Prendiamo la Grecia, ad esempio: qui il rimbalzo più forte è stato avuto in termini di pernottamenti (-19% rispetto al 2019), con gli arrivi stranieri che sono stati relativamente pochi. La più forte ripresa degli arrivi rispetto ai tassi pre-pandemici è stata osservata però in Croazia (-37%), che ha esteso le sue buone performance anche in bassa stagione, accogliendo 1,9 milioni di turisti a settembre. Al contrario, la Repubblica Ceca (-94%) ha registrato il calo più evidente, a causa di restrizioni rigorose estese per l’intero arco dell’anno.
Tutte le mete di viaggio europee hanno goduto di livelli più alti di occupazione alberghiera quest’estate rispetto al 2020, sulla base dei dati di luglio-settembre.
La ripresa del turismo, chiaramente, è differente da destinazione a destinazione. Prendiamo la Grecia, ad esempio: qui il rimbalzo più forte è stato avuto in termini di pernottamenti (-19% rispetto al 2019), con gli arrivi stranieri che sono stati relativamente pochi. La più forte ripresa degli arrivi rispetto ai tassi pre-pandemici è stata osservata però in Croazia (-37%), che ha esteso le sue buone performance anche in bassa stagione, accogliendo 1,9 milioni di turisti a settembre. Al contrario, la Repubblica Ceca (-94%) ha registrato il calo più evidente, a causa di restrizioni rigorose estese per l’intero arco dell’anno.
Tutte le mete di viaggio europee hanno goduto di livelli più alti di occupazione alberghiera quest’estate rispetto al 2020, sulla base dei dati di luglio-settembre.
Diverse destinazioni hanno registrato tassi di occupazione vicini al 70%, tra cui Slovenia, Regno Unito e Turchia. Anche la crescita dei passeggeri aerei europei ha guadagnato un buono slancio nei mesi di giugno (-69%), luglio (-57%) e agosto (-49%) rispetto al 2019, ma i ricavi globali passeggeri-chilometro (rpk) ad agosto sono rimasti la metà dei livelli pre-Covid. Il miglioramento relativo ai mesi estivi è stato principalmente guidato dalla domanda di viaggi aerei domestici.
Anche se i viaggi in Europa hanno compiuto importanti passi in avanti nel 2021, a metà anno gli arrivi di turisti internazionali in Europa sono ancora in calo del 77% con l'assenza di viaggiatori di lungo raggio, primi tra tutti quelli provenienti dagli Stati Uniti e dalla Cina.
/ coordinati da Roberta Milano a cui hanno partecipato, tra gli altri, il direttore di Federturismo Confindustria Antonio Barreca, Mirko Lalli (fondatore di Data Appeal), Carlo Larotonda Direttore RetImpresa e Michele Cignarale
(Per maggiori informazioni: https://etc-<wbr< a="">>corporate.org)