Secondo il Barometro dell’Unwto circa 54 milioni di turisti hanno effettuato viaggi oltre i propri confini nazionali, in calo del 67% rispetto allo stesso mese del 2019, ma decisamente in ripresa rispetto al 2020, anche se si è ancora al di sotto dei 164 milioni di viaggiatori che si erano registrati nel luglio 2019.
Per gli analisti dell’Unwto si tratta di un “rimbalzo moderato” per la maggior parte delle destinazioni e a conti fatti il 2021 continua ad essere un anno difficile per il turismo globale, con arrivi internazionali da gennaio a luglio 2021 in calo dell’80% rispetto allo stesso periodo del 2019. L’Asia e il Pacifico continua ad essere la regione più sofferente con un calo del 95% degli arrivi internazionali rispetto al 2019. Il Medio Oriente  si attesta su una diminuzione del -82% e l’Europa come l’Africa segna un -77%. Sofferenze più contenute, anche se comunque vistose, per le Americhe (-68%) grazie soprattutto alle perfomance dei Caraibi che hanno mostrato dati più confortanti tra le sottoregioni mondiali.


Inoltre alcune destinazioni, sempre nel periodo gennaio-luglio 2021, hanno registrato sia pur deboli entrate dal turismo internazionale con un modesto miglioramento. Tra le destinazioni più grandi, il Messico ha registrato un aumento di introiti turistici del 2% rispetto al 2019.
Mentre tra i mercati più grandi, Francia (-35%) e Stati Uniti (-49%) hanno registrato un significativo miglioramento a luglio, sebbene la spesa turistica  sia stata ancora ben al di sotto dei livelli del 2019.
Ora le prospettive per settembre-dicembre 2021 rimangono contrastanti, poiché secondo l’ultimo sondaggio del gruppo di esperti Unwto, il 53% degli operatori intervistati ritiene che il periodo sarà peggiore del previsto e solo il 31% di questi prevede risultati migliori verso la fine dell’anno ma il  rimbalzo guidato dalla domanda repressa potrà impennarsi  nel 2022, principalmente durante il secondo e il terzo trimestre.
Quasi la metà di tutti gli esperti ed operatori intervistati (45%), prevalentemente quelli dell’Asia-Pacifico continua a vedere il ritorno alla normalità, almeno riguardo al turismo internazionale, soltanto nel 2024 mentre tra gli operatori europei c’è maggiore fiducia  e puntano ad una vera ripartenza nel 2023. Gli operatori più ottimisti di tutti, infine, risiedono e operano in Medio Oriente e scommettono sulla piena ripresa già nel  2022.


(Per maggiori informazioni:www.unwto.org)