Il 1° e 2 settembre si è svolto a Jesolo il G20 spiagge con l’obiettivo di fare il punto della situazione sul turismo balneare che in Italia ha una posizione dominante. Tra i primi cinquanta comuni per numero di presenze negli esercizi ricettivi, più della metà sono comuni costieri. Da qui l’idea di un summit che riunisca i comuni con almeno 1 milione di presenze turistiche, località che insieme riescono ad attrarre più di 60 milioni di turisti e hanno quindi un impatto enorme sul turismo nazionale. E proprio da Jesolo è iniziato il percorso della proposta di legge per il riconoscimento dello status di "Città balneare", un documento sviluppato a partire dai dati raccolti dall'Osservatorio dei comuni balneari realizzato dal Dipartimento di Economia dell'Università Ca' Foscari di Venezia. Un testo in cui i partecipanti al network hanno raccolto tutti i problemi e le possibili soluzioni.
Il principale elemento comune è il macroscopico divario che si crea tra il numero di residenti e il numero di presenze turistiche in un periodo molto ristretto dell'anno, che determina il cosiddetto "effetto fisarmonica". Una situazione rispetto alla quale le amministrazioni locali hanno limitate possibilità di intervento a causa di dotazioni organiche e finanziarie inadeguate in quanto parametrate alla popolazione stabilmente residente. La Presidente Lalli è intervenuta il primo settembre al panel “Capitale umano e Mercato del lavoro” in cui ha sottolineato come una delle maggiori criticità registrate nel corso di quest’estate sia stata la mancanza di personale stagionale che ha creato dei veri e propri black out operativi per molte aziende. Da parte del governo ha ribadito servono altri sforzi: occorre ripensare alcuni meccanismi giuslavoratoristici e di sostegno al reddito così come accompagnare la transizione del turismo post pandemia verso forme più sostenibili e resilienti”
(Per maggiori informazioni: b.ongaro@federturismo.it)