Gli scenari previsionali dell’Osservatorio Isnart/Unioncamere, prevedono nel 2021 una leggera flessione delle presenze turistiche complessive rispetto al 2020 (-2%), segno di quanto abbia pesato e continui a pesare l’impatto della pandemia. Su tale previsione incide, in particolare, l’impatto dei primissimi mesi dell’anno, pienamente colpiti dal Covid a differenza di quanto accaduto nel 2020. Il 57% circa delle imprese ricettive prevede un 2021 in perdita (era l’84% nel 2020) e solo il 20% dei casi stima di avere degli utili. 

In particolare, rispetto allo scorso anno si registrano segnali positivi dai mercati internazionali nei primi due mesi estivi (+32% a luglio e +30% ad agosto), che premiano soprattutto Lazio, Campania, Umbria, Sicilia, Puglia e Toscana. Il mercato interno resta anche per il 2020 centrale per il turismo in Italia. Infatti, fino al 2019 l’incidenza delle presenze turistiche degli italiani era di circa il 50% (49,5% nel 2019), mentre nel 2020 con il Covid l’incidenza degli italiani è aumentata al 68,6% e per il 2021 si attesterà al 68,3%.Tra i fattori determinanti nella scelta delle destinazioni emerge prepotentemente la sicurezza, molto importante per il 77% dei turisti, seguita dal rapporto qualità-prezzo (75,7%), attrazioni naturali o culturali (75,4%), comfort e accessibilità (72,9%), cultura, stili di vita e tradizioni locali (71,8%) e attenzione all’ambiente e alla sostenibilità (69,3%).  Nella tipologia di domanda emergono una crescita del cicloturismo, una tenuta del turismo enogastronomico e un calo del turismo culturale. Positivo, inoltre, “l’effetto Europei” sull’interesse dei turisti internazionali verso il nostro Paese. Dalle elaborazioni Isnart sulle fonti Google, in corrispondenza della fase finale degli Europei, l’interesse turistico verso l’Italia è cresciuto del 300%.

(Per maggiori informazioni:www.isnart.it)