Secondo il Rapporto regionale Pmi 2021 realizzato da Confindustria e Cerved, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, il sistema delle Pmi (Piccole e medie imprese) ha complessivamente tenuto di fronte alla crisi senza precedenti per l’economia italiana causata dal Covid anche grazie agli aiuti messi in campo dal Governo ma nei settori più colpiti dalla pandemia gli effetti sono molto più intensi. Tra i comparti più a rischio ci sarebbe quello alberghiero, soprattutto sotto il peso delle spese e dei conti da pagare.
Stando al report, infatti, per un terzo degli alberghi sarebbe concreto il pericolo di un fallimento: una percentuale che si ferma al 20,7% per il Nord-Est, e sale al 46,6% per le regioni del Sud Italia. Due terzi delle società che organizzano fiere e convegni sono a rischio di default nei prossimi dodici mesi e il 40% dei ristoranti è ad alta probabilità di fallimento. In base alle stime, i posti di lavoro che potrebbero essere persi alla fine del 2021 rispetto a dicembre 2019, ammontano a 1,3 milioni.
Un numero molto consistente di Pmi (28mila, pari al 17,9%) ha subito nel 2020 un calo dei ricavi superiore al 20%. Un terzo delle società analizzate (53mila) ha fatto registrare un calo dei ricavi più basso, ma comunque significativo (tra -10% e -20%). Circa 63mila PMI hanno contratto le vendite con tassi a una cifra. Solo per le restanti 14mila società (9,0%) si stima un fatturato in crescita o sui livelli del 2019. In media, il fatturato delle Pmi è atteso in calo del 10,6% tra 2019 e 2020.
A causa di una specializzazione produttiva caratterizzata da una maggiore esposizione allo shock Covid, gli effetti della pandemia risultano più severi tra le Pmi del Centro Italia, con un calo dei ricavi pari all’11,6%.
(Per maggiori informazioni: www.cerved.com)