Il rapporto annuale sull’impatto economico (Eir) del World Travel & Tourism Council, dichiara che in Italia il giro di affari ha registrato un calo del -51%, passando dai 236 miliardi di euro ai 116 miliardi di euro, e l'impatto sul Pil nazionale è sceso al 7% nel 2020 rispetto al 13,1% del 2019. In termini di incidenza sul Pil si tratta di uno dei più cospicui danni a livello europeo, superiore a quello della Francia che ha perso 106 miliardi, anche se è andata molto peggio a Paesi come la Spagna (-62,7% di giro d’affari), il Regno Unito (-62,3%), la Cina(-59,9%) o la Turchia (54,2%). Mentre hanno tenuto meglio il Brasile (-32,6%), l’India (-36,3%) e il Giappone (-37%).
Sul fronte dell’occupazione si registra la perdita di 337mila posti di lavoro nel settore viaggi e turismo in tutto il Paese, che ha colpito soprattutto le pmi, che in Italia costituiscono l’80% di tutte le imprese del settore.
Inoltre, l’impatto su donne, giovani e minoranze è stato davvero significativo: in Italia il numero di occupati nel settore dei viaggi e del turismo è sceso da 3,5 milioni nel 2019 a quasi 3,2 milioni nel 2020, con un calo del 9,6%. Tuttavia, grazie al programma di mantenimento del lavoro del governo, con la cassa integrazione, questa cifra risulta significativamente inferiore al calo medio globale del 18,5% registrato nello stesso settore di altri Paesi del mondo. Il Wttc rivela inoltre che la spesa dei visitatori interni è diminuita del 49,6%, mentre la spesa internazionale è andata ovviamente peggio – a causa di restrizioni di viaggio più rigorose – con un calo del 62%, tuttavia inferiore al calo medio globale di quasi il 70% del traffico internazionale di altre destinazioni del mondo.
Il Wttc ritiene che se le restrizioni ai viaggi, soprattutto dai paesi al di fuori dell’Ue, saranno allentate prima della stagione estiva, insieme a una chiara tabella di marcia per una maggiore mobilità, i 337mila posti di lavoro persi in Italia potrebbero essere rigenerati nei prossimi due anni.
Inoltre il report mostra che se la mobilità e i viaggi internazionali riprenderanno entro giugno di quest’anno, il contributo del settore al Pil globale potrebbe aumentare notevolmente nel 2021, del 48,5% su base annua.
In sintesi a livello mondiale in Nord America, il turismo ha generato nel 2020 un impatto economico di 1.25 trilioni di dollari, il -42% in meno, seguito dall’Europa, con 1.06 trilioni, il -51% in meno. Il calo più alto, del -58%, e il più basso, del -37%, lo hanno fatto registrare rispettivamente le macroregioni di Caraibi e Asia meridionale. Dei 2,88 trilioni di dollari di entrate turistiche nel 2020, l’82% è stato generato dalla domanda nazionale, il -45% in meno, e il 18% dalla domanda internazionale, -69,4% in meno. L’82,6% del totale corrisponde al turismo leisure, il -49,4% in meno, e il 17,4% (423.800 milioni di euro) al turismo d’affari, il -61% in meno.
L’occupazione, a livello globale è scesa del -18,5%, da 334 milioni di posti di lavoro a 272 milioni, mentre il contributo del turismo all’economia globale è sceso del -49,1%, a 4 trilioni di euro (4, 7 trilioni di dollari).
(Per maggiori informazioni:www.wttc.org)