Secondo i dati presentati dalla Banca d’Italia, in occasione del convegno “Turismo in Italia. Numeri e potenziale di sviluppo”, il turismo genera oltre il 5% del Pil, circa il 6% dell’occupazione totale e ad esso è riconducibile il 40% delle esportazioni di servizi e il suo saldo con l’estero è strutturalmente in avanzo. Nell’ultimo ventennio la quota dell’Italia sulla spesa turistica mondiale ha subito un calo che non dipende unicamente dall’affermazione di nuove destinazioni, solo dal 2011 le entrate turistiche internazionali sono tornate a crescere a ritmi sostenuti, di oltre il 30% fino al 2017.
Cresce del 9% l’anno la spesa dei viaggiatori internazionali per vacanze culturali, sono calati i viaggi d’affari (dal 22 al 14% del totale) ma la domanda potenziale non è ancora coperta a causa di lacune storiche quali la poca attenzione alla pianificazione strategica, incapacità di promuovere l’immagine del Paese e bassi investimenti pubblici. Le regioni del Nordest e del Centro ne intercettano la gran parte, il Nord-ovest ha rafforzato le proprie posizioni grazie all’effetto di lungo periodo dei grandi eventi ma nel Mezzogiorno lo scollamento tra flussi di stranieri e potenziale turistico è evidente, sebbene rappresenti il 78% delle coste, ospiti tre quarti dei parchi nazionali, un quarto dei musei e più della metà dei siti archeologici la spesa degli stranieri nel Sud - per quanto migliori - è pari solo al 15% del totale.
(Per maggiori informazioni: http://www.bancaditalia.it/media/notizia/turismo-in-italia-numeri-e-potenziale-di-sviluppo)