Il nuovo Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2025, curato da Roberta Garibaldi, presidente di Aite, fotografa una crescita significativa della domanda internazionale.
Per la prima volta, la ricerca analizza le motivazioni e le esperienze dei turisti stranieri che scelgono il nostro Paese per cibo e vino. L’Italia è percepita come meta ideale del turismo del gusto dal 55% dei tedeschi e svizzeri/austriaci e dal 54% degli statunitensi, mentre solo per i francesi prevalgono i monumenti storici (50%). L’intenzione di viaggio nei prossimi tre anni raggiunge livelli record, dall’81% degli svizzeri e austriaci al 55% dei tedeschi, confermando un potenziale enorme per le destinazioni italiane.
Dallo studio emerge che tra il 60% e il 74% dei turisti dei principali mercati (Regno Unito, USA, Francia, Germania, Austria e Svizzera) ha viaggiato negli ultimi anni con motivazioni enogastronomiche. La bellezza del paesaggio rurale e la presenza di ristoranti locali (oltre 80%) rappresentano fattori decisivi nella scelta della meta. Gli americani privilegiano esperienze tematiche (69%) e ristoranti gourmet (59%), mentre i francesi vedono il viaggio gastronomico come un’occasione di lusso (36%). Tra le regioni più attrattive figurano Toscana (fino al 69%), Sicilia, Sardegna e Puglia. L’enoturismo mantiene un forte appeal con mete come Chianti (41% Usa), Etna (40% Fr) e Montepulciano (42% At+Ch).
Nel 2024, il comparto del turismo enogastronomico ha generato un valore stimato di 12,6 miliardi di euro, con un incremento del +9% rispetto all’anno precedente. L’incidenza sul totale della spesa turistica in Italia ha raggiunto il 15%, trainata da mercati ad alta capacità di spesa come Usa, Germania e Svizzera. L’85% dei turisti stranieri dichiara di voler tornare in Italia per scoprire nuovi territori attraverso il cibo. Cresce anche la spesa media giornaliera, salita a 155 euro, di cui 52 euro destinati alla ristorazione e 28 euro all’acquisto di prodotti tipici.
Il turista enogastronomico è mediamente più giovane, più istruito e più digitale rispetto alla media: il 62% ha meno di 45 anni, il 71% possiede un titolo di laurea e il 68% utilizza piattaforme online per prenotare esperienze culinarie. I social media giocano un ruolo crescente: il 74% dei viaggiatori americani e il 61% dei francesi affermano di scegliere la meta dopo aver visto contenuti legati alla cucina italiana. Inoltre, il 39% dichiara di essere disposto a pagare di più per esperienze personalizzate, come corsi di cucina o visite a produttori locali.
La ricerca descrive un cambiamento profondo: il turista enogastronomico non cerca più solo piatti iconici, ma un rapporto autentico con i territori e le persone. Cresce la domanda di esperienze semplici e personalizzate, dagli incontri diretti con chef e produttori alle degustazioni per piccoli gruppi. Si affermano anche le comunità del gusto – wine club, orti condivisi, cucine partecipate – e si rafforza la connessione con i temi di benessere e longevità, come dimostrano i flussi verso le Blue Zones italiane. Il turismo enogastronomico si sta trasformando in una leva di sviluppo umano e territoriale, che integra impresa, cultura e ambiente.
(Per maggiori informazioni: https://www.robertagaribaldi.it/rapporto-turismo-enogastronomico-italiano/)
