Iata evidenzia criticità crescenti per il trasporto aereo europeo. Da un lato la produzione globale di Saf (Sustainable Aviation Fuel) coprirà appena lo 0,6% del fabbisogno mondiale nel 2025, con un costo aggiuntivo stimato di 3,6 miliardi di dollari per le compagnie; dall’altro iritardi Atc (Air Traffic Control) in Europa sono più che raddoppiati in dieci anni (+114%), nonostante un incremento del traffico limitato al 6,7%.
Secondo le nuove stime Iata, la produzione di Saf raggiungerà 1,9 Mt nel 2025 e 2,4 Mt nel 2026, una crescita inferiore alle potenzialità della capacità installata. I prezzi restano fino a 5 volte superiori al jet fuel nei mercati soggetti a obblighi, generando un premium complessivo di 2,9 miliardi di dollari.
La prospettiva dei mandati per l’e-Saf rischia inoltre di replicare gli stessi errori, con un costo fino a 12 volte superiore al carburante tradizionale e possibili oneri di conformità pari a 29 miliardi di euro entro il 2032.
I ritardi Atfm in Europa sono aumentati del 114% tra il 2015 e il 2024, a fronte di un traffico cresciuto solo del 6,7%. Le cause principali sono le limitazioni di capacità e la carenza di personale, concentrate soprattutto in Francia e Germania, responsabili di oltre il 50% dei ritardi. Nel decennio analizzato si registrano 7,2 milioni di voli in ritardo, di cui 700.000 con oltre 30 minuti di attesa.
Nel 2024, i ritardi hanno toccato i 30,4 milioni di minuti, con picchi in luglio e agosto, mentre le interruzioni dovute a scioperi hanno inciso per l’8,8%.
I ritardi legati agli Ansp sono cresciuti in maniera significativa: quelli riconducibili a carenza di personale sono aumentati del 201,7% rispetto al 2015, mentre gli scioperi hanno causato 9,8 milioni di minuti di ritardi negli ultimi dieci anni.
Tra le cause, le limitazioni alla capacità e la mancanza di personale. Le aree più colpite sono Francia e Germania, cui sono attribuiti oltre la metà dei disagi.
Inoltre gli hangar semivuoti di nuovi aeromobili equivalgono a un conto assai salato per i vettori. Iata ha stimato che a causa della mancata consegna da parte delle case costruttrici, a oggi mancano all’appello 5.300 aeromobili. Una carenza che equivale a un costo operativo che supera gli 11 miliardi di dollari, ovvero 9,4 miliardi di euro.
Nella sua analisi Iata denuncia che, sui colli di bottiglia della supply chain aerospaziale, ci si gioca parte del futuro del trasporto aereo: la disponibilità di aeromobili rimane infatti uno dei vincoli più significativi alla crescita del settore. E tutto questo nonostante le consegne di nuovi aeromobili abbiano iniziato a riprendersi già da quest’anno e la produzione sia destinata ad accelerare nel 2026.
Il trend evidenzia che la domanda continuerà a superare la disponibilità di aeromobili e motori. La normalizzazione della discrepanza strutturale tra le esigenze delle compagnie aeree e la capacità produttiva è improbabile prima del 2031-2034, a causa delle perdite irrimediabili nelle consegne degli ultimi cinque anni e di un arretrato ordini (backlog) ai massimi storici.
L’Outlook pubblicato da Iata entra poi nel dettaglio della situazione legata all’approvvigionamento di macchine, evidenziando che l’arretrato ordini ha ormai superato i 17.000 aeromobili, un numero pari a quasi al 60% della flotta attiva. Inevitabilmente, a causa di questa penuria di aerei di ultima generazione, l’età media delle flotte è salita a 15,1 anni (12,8 anni per gli aerei passeggeri, 19,6 anni per i cargo e 14,5 anni per i wide-body).
Per non parlare poi della mancata fornitura di pezzi di ricambio e dei rallentamenti nei processi di manutenzione, altro nervo scoperto dell’aviazione commerciale: a oggi gli aeromobili parcheggiati (per qualsiasi motivo) superano quota 5.000, uno dei livelli più alti della storia del trasporto aereo civile.
E poi c'è da considerare l’aumento dei costi di leasing dei motori (2,6 miliardi Usd), dal momento che i motori rimangono più a lungo a terra durante la manutenzione. Anche i tassi di leasing degli aeromobili sono aumentati del 20–30% dal 2019. Infine i costi per l’inventario in eccesso (1,4 miliardi Usd) in quanto le compagnie accumulano più pezzi di ricambio per far fronte a interruzioni imprevedibili della supply chain, aumentando le spese di magazzino.
(Per maggiori informazioni: www.iata.org)
