Il report di Lombardini 22  mette in luce che le presenze turistiche negli alloggi extralberghieri sono una percentuale considerevole del totale in ognuna delle città metropolitane.

A Roma sono circa la metà delle presenze alberghiere (14 milioni contro quasi 29 milioni). A Milano sono 4,5 milioni contro 9,5 milioni circa. A Venezia quasi appianano le presenze in hotel: 6,3 milioni contro 7 milioni. A Firenze 3 milioni contro 6,2. A Catania sono più della metà delle presenze in albergo. Soltanto Napoli, fra i grandi centri metropolitani, vede un numero ridotto di presenze in appartamenti dedicati agli affitti brevi: 836 mila presenze contro gli oltre 3 milioni negli alberghi. Nonostante si parli quasi sempre di affitti brevi nelle grandi città, in realtà più della metà, il 55%, avviene in aree non urbane. Le piccole città toscane, ad esempio, hanno registrato una considerevole crescita turistica da 1,75 volte a 4 volte grazie agli affitti brevi. Questi ultimi permettono un turismo diffuso in luoghi dove manca l'offerta turistica tradizionale. Per le famiglie mettere sul mercato una casa da destinare ad affitto breve significa portare a casa rendimenti netti compresi tra il 3,7 e il 4,9% annuo, a seconda della località. Gli affitti brevi vincono anche sugli affitti lunghi: rispetto a questi ultimi producono un reddito superiore da almeno 2,3 volte a 4,4 volte.  Tra il 2 e il 5% del patrimonio immobiliare abbandonato è stato riconvertito in uso turistico, evitando degrado e inutilizzo e mettendo in moto investimenti. In particolare, molti centri minori o rurali privi di strutture alberghiere sono stati rivitalizzati. I lati negativi si concentrano nelle città a vocazione turistica. L'offerta di affitti lunghi è diminuita del 36% in Italia ma nei centri turistici si arriva fino al 66%. Dal lato dei prezzi, Lombardini 22 ha calcolato che ogni aumento dell'1% delle case cedute in affitto breve provoca una crescita nel prezzo medio dell'affitto dello 0,618 %. Inoltre, tra il 10 e il 20% dell'aumento degli affitti urbani è attribuibile agli affitti brevi. La crescita degli affitti brevi provoca una sequenza deleteria di espulsione di studenti, famiglie e anziani. A Venezia - caso limite - tra il 1951 e il 2024 c'è stata una riduzione del 72% dei residenti. A Firenze e Bologna la concentrazione delle case in affitto breve supera il 30 per cento del totale. Nel comparto c'è un'eccessiva concentrazione del mercato. La sola Airbnb controlla il 55-60% del mercato e addirittura il 70% dei ricavi. Dal lato degli host, l'1,3% di quelli professionali ottiene ben il 38% dei ricavi. 

 

(Per maggiori informazioni: https://www.lombardini22.com/)