L’inverno 2025/2026 per l’Osservatorio Italiano del Turismo Montano di Jfc sarà una stagione di crescita contenuta ma solida: +3,8% di presenze complessive, grazie al forte incremento degli ospiti stranieri (tra +8% e +8,8%) che compenserà la riduzione delle presenze italiane (-3,9%) ed il consistente calo dei giornalieri (-14,5%).

Il fatturato complessivo della filiera della Montagna Bianca Italiana raggiungerà i 12 miliardi e 101 milioni di euro, con un incremento del +3,6% rispetto alla scorsa stagione. Un risultato che conferma la solidità del comparto e la capacità della montagna italiana di bilanciare qualità e sostenibilità in un contesto economico complesso. Sicuramente interessante la tendenza che vede aumentare l’interesse, da parte dei nostri connazionali, per periodi non canonici, come pure un anticipo sulle prenotazioni: il 38,9% di coloro che hanno deciso di fare una vacanza in montagna ha già prenotato. Il 2025/2026 sarà una stagione nella quale le settimane di Natale, Capodanno e Carnevale registreranno il classico pienone,  ma non sold out, ma che vedrà altresì le prenotazioni (soprattutto degli italiani), diluirsi al di fuori di canonici periodi delle festività. Le prenotazioni si confermano solide, ma con due tendenze opposte: cresce la quota di chi prenota con largo anticipo, per garantirsi le migliori soluzioni e bloccare i prezzi, mentre altri preferiscono attendere l’ultimo momento, scegliendo in base a meteo e disponibilità. Gli italiani confermano l’amore per la montagna, ma accorciano i soggiorni, preferendo short break e long week-end alle tradizionali settimane bianche. Cresce invece la frequenza dei viaggi: molti residenti del Nord Italia tornano in montagna più volte durante l’inverno, cambiando però destinazione. Le settimane bianche restano, invece, la formula preferita della clientela straniera, attratta dalla certezza dei pacchetti (e dei prezzi) e dalla qualità dei servizi. In forte crescita i flussi dalla Polonia (indicata dal 29,6% degli operatori), dal Regno Unito (indicato dal 15,9% degli operatori) e dalla Repubblica Ceca (8,2%). Gli ospiti internazionali soggiornano mediamente 6,2 notti, contribuendo in modo decisivo al bilancio positivo della stagione. La Montagna Bianca Italiana è, a tutti gli effetti, un prodotto turistico tanto amato dagli italiani quanto dagli stranieri: stranieri che, negli anni post pandemia, hanno pareggiato le presenze di turisti italiani (per poi superarli nell’ultimo biennio). Un dato, questo, che pone le destinazioni alpine ed appenniniche a dover comprendere come recuperare quote sul mercato interno, perché si rischia un’emorragia non positiva per il comparto, nonostante il continuo incremento di clientela internazionale. Il mercato interno manifesta segnali di difficoltà, riducendo la permanenza media, spostandosi eventualmente su periodi di bassa stagione (con migliore rapporto prezzo/qualità), limitando gli spostamenti giornalieri, etc. Sempre, però, con un desiderio enorme di vacanze bianche in montagna. La prevista riduzione dei flussi nazionali del -3,9% verrà assorbita – e fortunatamente superata – dall’incremento di oltre 8 punti percentuali da parte del mercato internazionale. La questione non si risolve con una semplice ricalibratura, ma può e deve essere affrontata con una ragionamento d’insieme che sia in grado di avvicinare sempre di più l’offerta bianca alla clientela leisure, la quale si muove per motivazioni rispondenti non unicamente a esigenze di vita attiva e sportiva, ma anche ad altre modalità e interessi legati ad una piacevole fruizione del tempo libero. Tra le regioni italiane dalle quali sono previsti i maggiori flussi di turisti quest’inverno  al primo posto, per quanto riguarda il mercato nazionale, troviamo  la Lombardia indicata dal 32% degli operatori, seguita dal Lazio con il 17,3% e dall’Emilia Romagna con il 15,4%. A seguire, il Veneto (7,4%), la Toscana (4,3%), il Friuli Venezia Giulia (4,1%), il Piemonte (3,8%), la Puglia (2,8%), le Marche (2,5%), la Campania (1,5%), l’Abruzzo con l’1,4% e la Sicilia con lo 0,9%. I mercati esteri dai quali gli operatori della filiera si attendono i maggiori flussi di arrivi sono, invece, la Polonia, indicata dal 29,6% degli operatori che gestiscono prenotazioni alberghiere ed extra-alberghiere, seguita dal Regno Unito (15,9%) e dalla Repubblica Ceca (8,2%). Seguono poi  la Germania (7,9%), il Belgio (5,3%), gli Stati Uniti d’America (5,2%), la Svezia (3,6%), i Paesi Bassi (3,5%), la Danimarca (2,7%) e l’Ungheria (1,9%). Vengono indicati anche altri Paesi come l’Islanda (1,3%), la Romania (1%), la Lituania (0,8%), ed ancora la Slovenia, il Brasile, il Giappone, la Slovacchi e altri Paesi. La situazione cambia se, invece, si analizzano i mercati dai quali gli stessi operatori prevedono di avere i maggiori indici di crescita nel corso della stagione invernale 2025/2026. Emerge così che al primo posto viene indicata nuovamente la Polonia da parte del 17,1% degli operatori del settore, seguita dai Paesi Bassi (13,8%), dagli Stati Uniti d’America (12%), dalla Repubblica Ceca (11,5%) e dai Paesi Scandinavi (10,5%). Indicazioni di crescita anche da parte dei flussi provenienti dal Regno Unito (9,9%), dall’Austria (5,9%), dal Medio Oriente (4,6%), dal Belgio (4,1%), dalla Germania (2,8%) e da altri Paesi.

(Per maggiori informazioni: www.jfc.it)