Secondo l'Enit il turismo cinese è in forte crescita, nel 2024 infatti, si è registrato un +44,6% rispetto all’anno precedente e fra le mete più apprezzate figura l’Italia.
Nel 2024 i viaggiatori cinesi in Italia, circa 176 mila, sono aumentati del 24,7% in confronto al ‘23, per un totale di pernottamenti pari a 2,4 milioni (+14,1%) e una spesa complessiva di 226,6 milioni di euro (+10,2%).
La motivazione principale del viaggio è di natura personale: la vacanza coinvolge oltre il 53% dei turisti, seguita da visita a parenti (16,2%) e studio/formazione (12%). I vacanzieri cinesi prediligono le attività culturali, il 70% ha scelto le città d’arte come destinazione, generando qui circa l’81% della spesa totale in Italia ed il 78,4% dei pernottamenti complessivi. Quasi il 21% degli arrivi dalla Cina, invece, è stata legata a motivi professionali.
Segnali incoraggianti arrivano anche dall’anno in corso: come rileva Enit, tra gennaio e aprile 2025 gli arrivi aeroportuali dalla Cina in Italia sono complessivamente 67 mila 680 e registrano un incremento del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2024. La quasi totalità dei passeggeri (96,3%) viaggia per motivi turistici e le principali città di partenza sono Shanghai e Pechino, che insieme generano oltre la metà dei flussi diretti in Italia, con una maggiore concentrazione per i soggiorni di 4 -7 notti (37,9%) e di 2 settimane (35,3%).
Forti i gruppi di turisti cinesi in arrivo: il 36,8% dei nuclei è composto da 10 persone. Per i prossimi 6 mesi del 2025 si stima una crescita degli arrivi aeroportuali del 27% rispetto a maggio-ottobre 2024, con oltre il 96% degli arrivi legati al turismo e, secondo le ultime stime Enit, gli operatori turistici cinesi hanno segnato un aumento delle vendite verso l’Italia per il periodo estivo con incrementi medi del 22% rispetto all’estate 2024 (con picchi anche del 50%).
Tra le destinazioni più richieste per la prossima estate: Milano, Torino, le Cinque Terre, Cortina, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Pompei, Puglia, Sicilia e Dolomiti.
(Per maggiori informazioni: www.enit.it)