Una perdita di 12,5 miliardi di dollari e un calo dell’incoming dai principali mercati di riferimento che arriva al 33% secondo le stime che il WTTC fa per il 2025 negli Stati Uniti.
Quasi un canadese su due ha rinunciato a viaggiare negli Usa, -33% dall’America Latina, -28% dalla Germania, -24% da Spagna e -15% dal Regno Unito. Tengono meglio i francesi, che scendono dell’8% e gli italiani che segnano un -3,4%, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore.
Nel primo trimestre del 2025 dal nostro Paese hanno volato verso gli Usa poco più di 80mila connazionali, contro i quasi 83mila dello stesso periodo dello scorso anno. La sola città di New York potrebbe segnare un meno 800 mila turisti solo quest’anno, secondo le stime del New York City Tourism and Convention.
Un’indagine di aprile del Corriere della Sera ha evidenziato parallelamente anche il crollo delle tariffe aeree. La tratta Roma-Washington, ad esempio, secondo il quotidiano che ha analizzato i prezzi dei biglietti nei primi 4 mesi del 2025, tocca il suo picco nel mese di marzo (1.213 euro), ma quattro settimane dopo il volo viene venduto a meno della metà, ovvero 564 euro.
E questo avverrebbe anche per altre rotte transatlantiche, come dichiarato anche da Air France che ha ridotto le tariffe proprio per incentivare la domanda verso il Nord America. E mentre Ita Airways vede dati positivi almeno fino a giugno, Swiss Air ha dichiarato che dal prossimo 1 settembre i voli tra Zurigo e Chicago saranno dimezzati, riducendoli ad una sola frequenza settimanale.
Air Canada ha dichiarato che per i prossimi 6 mesi ha già registrato un calo delle prenotazioni del 10% dall’Europa, mentre United, anche se ha aumentato i collegamenti dal nostro Paese, ha ridotto la capacità totale del 4%. Insomma, gli Usa devono dare una svolta, altrimenti in ballo ci sono anche lo 0,5% del Pil americano e 18 milioni di posti di lavoro.
(Per maggiori informazioni:www.wttc.org; www.ilsole24 ore.com; www.corriere.it)