Crescita lenta per gli investimenti pubblicitari in Italia. Secondo i rilevamenti di Nielsen il settore ha chiuso i primi sette mesi dell’anno con un incremento di appena l’1,8%. Se poi si esclude dalla raccolta web la stima su search, social, classified (annunci sponsorizzati) e sui cosiddetti “Over The Top” (Ott), l’andamento da gennaio a luglio rileva una crescita ancor più lieve, pari al +0,9%. In particolare, per il settore dei viaggi, che detiene quasi il 4% sul totale degli investimenti pubblicitari nel nostro Paese, in questi primi sette mesi si registra addirittura una significato contrazione del -11%, segno del mancato pieno recupero post Covid. Picco negativo nel mese di luglio, con l’advertising nel travel quasi dimezzato. Nel dettaglio dei mezzi che ospitano la pubblicità, il più forte calo si registra tra i quotidiani con -10,8%, seguiti dai periodici che si attestano su un -2,3%, mentre la radio registra una crescita del +6% e le Tv segnano un lievissimo incremento del +0,3%.

Interessante anche l’analisi di Nielsen sull’universo del web advertising che chiude i sette mesi del 2023 con un +3,4% con forti crescite segnalate per l’Out of Home e la Go Tv, così come molto buono risulta l’andamento delle pubblicità che transitano nei cinema (+7%), mentre preoccupa la flessione nella direct mailing che tocca un -9,5%.

Per gli analisti che osservano periodicamente il mondo pubblicitario, questa crescita così lenta, dopo l’impulso post pandemia del 2022, è dovuta essenzialmente alla mancanza di grandi eventi sportivi, alle previsioni economiche non esaltanti per via degli aumenti dei tassi di interesse e all’inasprimento delle condizioni di credito.

Mentre per il settore del turismo si parla di flessione fisiologica, diversi investitori del comparto, innanzitutto tour operator, compagnie crocieristiche e villaggi, son passati dalle massicce campagne promozionali dello scorso anno alla stagione della “raccolta dei benefici”, ovvero prenotazioni a pioggia e buone vendite per il forte desiderio di viaggiare degli italiani. Mentre per le compagnie aeree c’è ancora la prudenza che detta le strategie pubblicitarie, dovendo quasi tutte fare i conti con le immense perdite accumulate durante la pandemia e solo in parte compensate dalla pressoché totale ripresa dei collegamenti.

(Per maggiori informazioni: www.nielsen.com)