Il turismo ha bisogno dell’innovazione digitale come booster per uscire dalla pandemia, secondo i dati raccolti e analizzati dall’Osservatorio Innovazione Digitale del Politecnico di Milano, che nel 2021 sul 2020 stima in crescita in Italia sia il mercato ricettivo (+73%  pari a 9,5 miliardi di euro), sia dei trasporti (+33%,  pari a 8.5 miliardi)  La ricerca ha coinvolto  più di 2000 aziende e professionisti del turismo e ha  rilevato che, fra il 2019 e il 2021, l’incoming in Italia ha subito una flessione “media” a confronto con gli altri Paesi europei, di -69%: percentuale leggermente maggiore rispetto alla Grecia (-57%), ma ben lontana dai tracolli nordici del Regno Unito (-92%) o della Germania (-78%). La crisi più pesante sta investendo soprattutto il business travel (-57%), con una spesa complessiva di 8,8 miliardi di euro.
Fra gennaio e settembre del 2020-2021 le presenze nelle strutture ricettive sono tornate a crescere del 22% rispetto alla caduta del biennio precedente (-38%), evidenziando una maggior capacità di reazione alla crisi nell’ambito dell’ospitalità alberghiera (-18%) e, soprattutto, extra-alberghiera (+2%), a differenza di settori quali quello delle agenzie di viaggi (-72%), dei tour operator (-66%) e delle compagnie aeree (-59%).

Elemento di svolta del turismo 2021 l’e-commerce, tornato a raggiungere gli 11.1 miliardi di euro (+4%), con un calo complessivo del 32% rispetto al 2019, portando dal 55 al 62% la propria incidenza sulle transazioni (a discapito dell’offline) e guadagnando terreno soprattutto nei rapporti diretti del ricettivo (dal 23 al 41%). Il business travel  ha ripreso quota, dopo un 2020 disastroso con -63% in termini di spesa, nel 2021 ha recuperato un 15% raggiungendo quota 8,8 miliardi di euro, contro i 7,6 segnati nel primo anno covid, ben lontani dai 23,7 miliardi di euro che era stato il volume di spesa nel 2019.

Il numero totale dei viaggi business nell’anno appena conclusosi, è stato infatti di quasi 15.300 contro i 13.600 del 2020, pari ad un +12%, ma è stata la reattività del mercato nazionale a salvare l’anno con una spesa di 3,8 miliardi di euro (+16% sul 2020) mentre il mercato internazionale risulta ancora in forte sofferenza con 5 miliardi (nel 2019 erano il doppio).
E per il 2022 le previsioni dell’Osservatorio sono all’insegna della massima prudenza con una stima di spesa che si attesterà sugli 11 miliardi di euro, ancora a -47% rispetto ai livelli che si erano raggiunti nel 2019, ultimo anno di riferimento prima della pandemia.
Un’onda lunga che si è riversata pesantemente sulle modalità di spesa e sul pricing di questo prezioso segmento: nel 2021, infatti, i prezzi hanno registrato un incremento ad eccezione del trasporto con un -8% nelle tratte nazionali e -1% nei voli europei. Mentre le tariffe per i voli a lungo raggio hanno fatto segnare un aumento dell’8%, seguiti dai rincari del trasporto ferroviario (+7%) e del noleggio-sharing delle auto (+6%), con una impennata del costo-carburante lievitato del 9%, che spiega l’aumento generale della spesa, considerando  che la voce trasporti nelle trasferte di lavoro incide per il 52% sui budget delle aziende o degli uomini d’affari con una spesa complessiva di 4,5 miliardi di euro. Segue poi la voce di spesa degli alberghi, lievitata in un anno di 310 milioni di euro con 2,5 milioni di pernottamenti in più maturati prevalentemente nella seconda metà dell’anno. Lieve aumento anche nella spesa per la ristorazione con più di 200 milioni di euro rispetto al 2020.
Da qui, secondo gli analisti dell’Osservatorio, il cambio di rotta nella travel policy delle aziende: una su due (47%) ha infatti deciso di modificare le modalità dei viaggi aziendali e ben il 98%, praticamente tutte, hanno avviato già da quest’anno un processo di digitalizzazione del business travel management.
Prenotazioni e pagamenti si confermano le attività più digitalizzate con un buon 61% di aziende che prenota i servizi di viaggio attraverso strumenti digitali ed un 86% di queste che utilizza strumenti di pagamento elettronico per finalizzare l’acquisto, così come il 67% delle aziende ha già introdotto sistemi digitalizzati per la rendicontazione delle spese.
Il  2022 dovrebbe chiudersi con una spesa di  poco al di sotto degli 11 miliardi di euro, a -47% rispetto ai livelli pre-pandemia. Nel frattempo, però, crescono soprattutto i viaggi motivati da riunioni interaziendali (+17%), segnale della volontà di tornare ad incontrarsi di persona. 
L’Osservatorio evidenzia come le principali strategie adottate dalle aziende, sempre più sensibili anche alle tematiche green della sostenibilità  riguardano la riduzione delle emissioni con il 78% dei rispondenti che sostituisce, se possibile, il viaggio con incontri online, oppure il 29% che per le tratte medio-brevi predilige mezzi più sostenibili rispetto all’aereo o che offre ai dipendenti auto green (22%).
Assume, infine, maggior rilevanza rispetto al passato anche la gestione del bleisure (il 28% delle aziende dà la possibilità di aggiungere al viaggio di lavoro delle giornate di svago/vacanza) e sembra farsi strada anche l’attenzione al lavoro da remoto, con almeno il 14% delle aziende che offre ai propri dipendenti la possibilità di lavorare da spazi alternativi all’ufficio o, nel 6% dei casi, convenzioni per lavorare da luoghi di vacanza (workation), ma si tratta ancora di deboli segnali di quella che, comunque, potrebbe diventare una rivoluzione di un certo valore nei prossimi decenni.

(Per maggiori informazioni: https://www.osservatori.net/it/eventi/on-demand/convegni/convegno-dei-risultati-di-ricerca-osservatorio-innovazione-digitale-turismo)