Soddisfazione in ASTOI Confindustria Viaggi per l'annunciata riforma del Titolo V della Costituzione, ma dura reazione all'aumento di un punto percentuale dell'Iva a partire dal prossimo luglio, come previsto dalla Legge di Stabilità approvata dal recente Consiglio dei Ministri.

"Con l'annunciata riforma del Titolo V della Costituzione, finalmente il turismo torna materia concorrente, consentendo nuovamente allo Stato di emanare linee guida vincolanti per riprendere in mano la governance di un settore strategico che, in questi ultimi undici anni, è stato penalizzato da politiche frammentate, con conseguente dispersione di risorse, da un'assenza di coordinamento a livello centrale, nonché da una forte conflittualità tra Stato e Regioni", ha dichiarato Nardo Filippetti, Presidente di ASTOI Confindustria Viaggi.

"Questo provvedimento va, quindi, nella direzione da noi sempre auspicata e ci auguriamo che possa costituire il giusto ponte anche per attuare finalmente una promozione univoca del brand Italia, cosa oggi più che mai necessaria ed improcrastinabile. Siamo invece nettamente contrari all'aumento dell'Iva che, sebbene dimezzato rispetto alle misure contenute nella Manovra dell'anno scorso, avrà un impatto ancora più recessivo sulla nostra economia, portando con sé un ulteriore decremento dei consumi ed un aggravio di tassazione per le imprese del settore, già in forte difficoltà. A tale ultimo proposito", ha evidenziato Filippetti, "nei vari documenti inviati a più interlocutori Istituzionali, abbiamo chiesto da tempo l'introduzione di un meccanismo perequativo che consenta alle agenzie di viaggi e ai tour operator di non rimanere colpiti dalla misura in questione.

Infatti, per via della particolare metodologia di calcolo dell'Iva a cui sono tenuti gli operatori turistici – incentrato su un modello 'base da base', previsto all'art. 74-ter del DPR 633/72 – la differenza di aliquota fra i servizi acquistati per l'allestimento del pacchetto turistico (generalmente assoggettati ad Iva 10% o non imponibili) e l'imposta applicata sul pacchetto, in misura ordinaria, rimane a carico dell'operatore, che quindi subisce l'Iva come un costo.

Ciò conduce sia ad una violazione del principio di neutralità dell'imposta che ad una decurtazione del margine di profitto degli operatori. Per porre quindi rimedio a tale disparità di trattamento nei confronti dei tour operator e delle agenzie di viaggi, riteniamo indispensabile introdurre un principio che permetta la ripartizione dell'imponibile in base ad un meccanismo che consenta di determinare il margine da tassare tenendo conto delle diverse aliquote Iva applicate dai fornitori dei servizi inclusi nel pacchetto, secondo la logica della 'ventilazione dei corrispettivi', già prevista per il commercio al dettaglio".

(Per maggiori informazioni: comunicazione@astoi.com)