Secondo l’indagine sull’impatto dell’emergenza Covid realizzato da Unioncamere e Isnart il 15% delle strutture alberghiere ed extralberghiere non ha ancora riaperto e sotto il profilo occupazionale il 98,4% delle imprese aperte ritiene di dover ridurre gli addetti – fissi e stagionali – rispetto allo scorso anno.
Dall’indagine, svolta su un campione rappresentativo di oltre 2000 imprese ricettive, interpellate attraverso le Camere di Commercio, emerge anche una modesta adesione al bonus vacanze, con il 30,8% delle strutture che afferma di non accettarlo e il 57,6% che dichiara di non avere ricevuto prenotazioni con questa modalità. A determinare la scelta di restare ancora chiusi sono gli elevati costi di adeguamento imposti dalle linee guida del Comitato Tecnico Scientifico (segnalati dal 46% delle realtà che non hanno riaperto in Italia), e le scarse prenotazioni (indicate dal 34% delle imprese ancora non operative).
Oltre sei alberghi e ristoranti su dieci rischiano la chiusura entro un anno a seguito dell’emergenza Coronavirus mettendo in pericolo oltre 800 mila posti di lavoro. Un’indagine dell’Istat, Nota Mensile sull'andamento dell'economia Italiana, indica che l’esistenza di fattori economici e organizzativi mettono a rischio la sopravvivenza del 65,2% delle imprese di alloggio e ristorazione (19,6 miliardi di euro di valore aggiunto).
Secondo i nuovi dati forniti dall’Osservatorio Deloitte Global State of Consumer Traker, la percentuale di consumatori italiani preoccupati di effettuare pagamenti imminenti (32%) e di ritardare i grandi acquisti (43%), non ha ancora mostrato segni di un calo consistente, anzi rimane piuttosto volatile, ma le intenzioni di spesa dei cittadini italiani in merito alla voce Travel mostrano un trend in costante miglioramento, si passa dal -64% di aprile, in pieno lockdown, al -22% di fine giugno.
Secondo il rapporto di Etc ( European Travel Commission) la crescita del turismo europeo rimarrà al di sotto dei livelli del 2019 fino al 2023, nello specifico i viaggi in Europa dovrebbero quest’anno subire una flessione del 54% rispetto al 2019.
Durante i primi quattro mesi del 2020, l'Europa ha registrato un calo del 44% degli arrivi di turisti internazionali rispetto al stesso periodo nel 2019 e la perdita di posti di lavoro nel settore turistico in Europa nel 2020 potrebbe essere compresa tra i 14,2 e i 29,5 milioni.
Dall'indagine “Termometro Italia” stilato da Innovation Team, la società di ricerca del Gruppo Cerved, emerge l’insicurezza degli italiani: sei famiglie su dieci (58,3%) quest’anno non andranno in vacanza. Al 21,2% di chi non andava abitualmente si aggiunge il 37,1% di coloro che ci rinunceranno per la prima volta. E se la ragione è prevalentemente economica (41%), un buon terzo (31,5%) è invece frenato dalle preoccupazioni per la salute e dalle restrizioni imposte alla vita sociale e allo svago. Segue il 14,6% di chi decide di rinviare il viaggio a quando potrà scegliere liberamente la meta e il 12,6% di chi le ferie ha dovuto usarle durante il lockdown.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato “salvo intese” il testo del decreto semplificazioni, un intervento organico volto a semplificare i procedimenti amministrativi, eliminare/velocizzare gli adempimenti burocratici, digitalizzare la pubblica amministrazione, sostenere la green economy e l’attività di impresa. Un ampio spazio è stato dedicato a ferrovie, porti e aeroporti.
Da cinque mesi ASTOI Confindustria Viaggi, in rappresentanza del comparto del tour operating, chiede al MIBACT e al Governo interventi urgenti e concreti per la sopravvivenza di queste imprese.
Giunti quasi al termine dell’iter di conversione in legge del DL Rilancio si può dire senza tema di smentita, che ogni aspettativa è stata disattesa e l’impressione è che non vi sia l’intenzione di salvaguardare un comparto e buona parte delle 80.000 famiglie che vi lavorano.
CONFINDUSTRIA NAUTICA, FEDERTURISMO CONFINDUSTRIA, ASSOMARINAS, ASSONAT-CONFCOMMERCIO, CONFARCA, ASSILEA: MENTRE PARLA DI RILANCIO E RIDUZIONE DELLE TASSE, IL GOVERNO FA SCELTE INCOMPRENSIBILI, CHE PORTERANNO ALL’INEVITABILE CHIUSURA DI CENTINAIA DI AZIENDE NAUTICHE E DELL’INDOTTO O AL LORO TRASFERIMENTO ALL’ESTERO. E PRIMA ANCORA, A RIMETTERCI SARÀ L’ERARIO.
Siamo furiosi per la debolezza del Governo. Dopo 10 anni di crisi e la catastrofe del Covid-19 abbiamo chiesto alla politica due sole cose sacrosante – dichiara il Presidente di Assomarinas Roberto Perocchio – per affrontare l’emergenza: la chiusura del contenzioso sui canoni non dovuti, come stabilito dalla Corte Costituzionale nel 2017, e l’applicazione della legge 145/2018 sul prolungamento delle concessioni, ossia un periodo transitorio che garantisca la continuita’ e la messa in sicurezza delle imprese.
"Le notizie riportate da tutti i maggiori quotidiani nazionali non sono confortanti, il PIL che crolla dell'11,2% è un dato peggiore di ogni previsione immaginabile - commenta lapidario Paolo Bianchini, Presidente di M.I.O. Italia - Federturismo Confindustria - questa contrazione economica alimenta uno stato non soltanto di incertezza, ma anche di profonda preoccupazione, in modo particolare negli imprenditori del comparto dell'ospitalità, duramente colpito dalla crisi legata al Covid", prosegue Bianchini "Fino ad ora le scelte del Governo Conte sono state inadeguate e insufficienti, c'è bisogno non soltanto di un cambio di marcia repentino per dare sostegno e risorse ai vari settori produttivi del nostro paese, ma anche di un cambio culturale nel concepire chi fa impresa nel nostro paese non come un nemico da vessare in ogni situazione, ma come la prima fondamentale risorsa dell'economia italiana.