Il punto di vista delle imprese
Federalberghi, Confindustria Alberghi e Assohotel, organizzazioni nazionali maggiormente rappresentative delle imprese turistico ricettive, seguono con attenzione il dibattito sulla riforma dell’imposta di soggiorno.
Un turismo ‘ricco’, sarà così che ricorderemo il 2024 secondo i dati del Wttc che raccontano come quest’anno la spesa nella travel industry a livello mondiale sarà di 1 dollaro ogni 10 spesi.
Eurostat segnala che a luglio il prezzo al consumo dei pacchetti vacanza nell’Ue è stato del 6,6% più alto rispetto a luglio 2023. Il prezzo dei pacchetti vacanza nazionali è aumentato dell’11,1%, mentre i pacchetti vacanza internazionali hanno visto un aumento del 5,7%, proseguendo così la crescita iniziata ad agosto 2021.
Con il controesodo da bollino rosso finiscono le vacanze estive per la maggior parte degli italiani, che quest’anno hanno speso oltre 28 miliardi di euro per viaggi, pernottamenti, pasti e souvenir secondo l’analisi Coldiretti/Ixè, per la quale le ferie sono costate il 12% in più rispetto al 2023.
Nonostante i prezzi degli hotel siano aumentati di circa il 40-50% negli ultimi tre anni, con alcune aree che hanno registrato aumenti anche maggiori, i viaggiatori europei continuano a preferirli rispetto ad altre forme di alloggio.
Secondo la classifica degli scali più trafficati nell’alta stagione estiva redatta da Oag, il provider globale in materia di dati relativi all’aviazione mondiale che monitora costantemente l’andamento del traffico aereo internazionale, nelle prime dieci posizioni globali, quelle che incorporano sia il traffico domestico sia quello internazionale in termini di offerta dei posti, il primo gradino del podio resta a carico di Atlanta con 5,2 milioni di posti disponibili nel mese di agosto, seguita a ruota da Dubai, che nello stesso mese sfiora quota 5 milioni; medaglia di bronzo invece per Tokyo Haneda, con oltre 4,6 milioni.
Le presenze dei visitatori internazionali sono aumentate del 14% rispetto al 2023, la loro spesa è cresciuta di 20 punti percentuali nei primi due mesi di quest’anno e, in Italia, il travel potrebbe arrivare a contribuire fino al 15% del Pil secondo i dati Eurispes che fotografano una condizione particolarmente positiva per l’incoming nel nostro Paese, ma sottolineano anche l’altra faccia della medaglia: l’overtourism.
Il fenomeno del sovraffollamento turistico sta mettendo a rischio gli equilibri sociali, culturali ed economici di molte località famose e i dati confermano questo malessere. L’Italia è «affetta» da disomogenea distribuzione dei flussi turistici, soprattutto internazionali.
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