Secondo gli analisti di Thrends, società specializzata in strategie per l'economia delle vacanze, nel 2020 l'industria del turismo che ora assicura all'Italia tra il 13 e il 14% della ricchezza nazionale (Pil) fa un balzo indietro di più di quarant'anni tornando ai livelli del 1978: da 218 milioni le presenze turistiche scenderebbero a 154 milioni, proprio come alla fine degli anni Settanta del secolo passato, che si traduce in una perdita di 18 miliardi di spesa turistica : 9,2 per gli stranieri che non vengono, 8,8 per gli italiani che non se la sentono di andare in vacanza o non hanno più i soldi per farlo.
Negli ultimi due mesi Booking.com ha analizzato milioni di “liste di desideri” di viaggiatori fiduciosi in oltre 100.000 destinazioni diverse dall’inizio di marzo.
Bali, Andalusia, Londra, Florida e Parigi continuano ad essere al primo posto nei sogni dei viaggiatori di tutto il mondo, ma è il turismo domestico che occupa oltre la metà (51%) delle “liste di desideri” a livello globale, con una differenza del 18% rispetto ai dati del 2019 nello stesso periodo (33%). Il dato aumenta se si guarda l’Italia, dove i viaggi a livello nazionale rappresentano il 61% fra i desideri degli italiani, mentre nel 2019 erano al 53%.
Solo nel 2023 si potrà volare come prima del Covid-19 secondo le previsioni della Iata.
Secondo le stime, nel 2021 la domanda sarà inferiore al 24% rispetto al 2019 e il 32% rispetto alle previsioni formulate a ottobre dello scorso anno. Le cause sarebbero innanzitutto le varie misure restrittive ai viaggi nei diversi Paesi, ma anche alla possibilità di imporre quarantene ai viaggiatori una misura che sarebbe un deterrente per ben il 69% dei viaggiatori.
A non partire per le ferie sarà più di un italiano su due (55,2%) ovvero, in totale, oltre 24 milioni di individui secondo l’indagine realizzata per Facile.it da mUp Research e Norstat su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta. Nel 2018 gli italiani rimasti a casa erano stati circa 8 milioni di italiani, quest'anno sono più che triplicati.
Oltre 6,9 milioni di italiani hanno dichiarato che questa estate non si muoveranno da casa per la paura di essere contagiati. Nel 43,7% dei casi, corrispondenti a quasi 10,6 milioni di italiani, non si partirà per difficoltà economiche, percentuale che sale al 51,3% nelle famiglie composte da tre persone. Nel 42,3% dei casi (10,2 milioni di italiani) si rimarrà a casa propria perché scoraggiati dalle nuove regole imposte con i DPCM; il valore cresce al 46,5% tra i rispondenti che abitano al Sud e nelle Isole. Dei 6,9 milioni di individui (28,7% del campione) che hanno detto esplicitamente di rinunciare alle vacanze per la paura di essere contagiati il 37,6% risiede soprattutto al Sud e nelle Isole.
Dopo la firma del Presidente Sergio Mattarella, a seguito della bollinatura e dell’approvazione in Consiglio dei ministri, il decreto Rilancio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale nella sera di martedì 19 maggio, entrando immediatamente in vigore. Si tratta di un testo di 266 articoli, dove troviamo una serie di misure dedicate esclusivamente al settore per un valore di 4 miliardi (più uno per la cultura) e reperibili dall’articolo 176. C’è il fondo turismo di 150 milioni di euro; e uno da 20 per la campagna Viaggio in Italia da pianificare di concerto con l’Enit. Inoltre, per le agenzie di viaggi e i tour operator c’è un’ulteriore somma pari a 25 milioni, da erogare con decreto del Mibact.
Andrea Razeto, Vicepresidente di Confindustria Nautica, nominato Past President di ICOMIA – International Council of Marine Industry Associations a conclusione del suo mandato biennale di Presidente (2018-2020)
Rinnovato l’Executive Committee dell’Associazione mondiale, la canadese Sara Anghel nuovo Presidente.
Il decreto Rilancio ha profondamente deluso le aspettative del turismo organizzato: non prevede nulla di significativo per il settore e distrugge le prospettive di ripresa del comparto, che conta 13.000 imprese tra agenzie di viaggi, tour operator e organizzatori di eventi, 80.000 addetti e un valore di 20 miliardi, a cui si aggiungono 650.000 posti di lavoro e 85 miliardi di volumi creati dall’indotto. Sono a rischio entro giugno oltre mezzo milione di occupati nella filiera.
L'Italia che riparte ha un grande potenziale grazie alla crescita dei viaggi domestici da parte degli italiani che preferiranno l'Italia ai viaggi all'estero. Il 40 per cento dei viaggiatori italiani, infatti preferiva viaggi all'estero ma quest’anno resterà in patria per vacanze tricolore. La prospettiva è recuperare in parte con il turismo domestico il calo delle prenotazioni internazionali per l’estate - da giugno ad agosto – una diminuzione anche maggiore dei competitor diretti quali Spagna e Francia: l’Italia pur avendo il maggior numero di prenotazioni in corso per l’estate, realizza anche il calo più profondo pari a -81,4%, rispetto al -80,1% della Francia e al -77,5% della Spagna.