Facciamo un appello urgente a tutti i partiti politici - dichiara la Presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli - affinché il tema dei costi energetici sia messo in cima all'agenda elettorale come problema da risolvere con urgenza nella nuova legislatura.
I costi che le imprese del turismo stanno sostenendo in questi mesi di attività hanno azzerato i guadagni di tutta la stagione e stanno portando i bilanci in perdita. Le previsioni per l'autunno, con il PUN in aumento del 40%, disegnano uno scenario apocalittico che porterà alla chiusura di migliaia di attività turistiche e non.
Ci sono strutture, come un hotel sul mare in Sicilia, che sono passate da 40.000 euro nel luglio 2021 a 144.000 euro nello stesso mese di quest'anno. Altre, come un villaggio turistico in Veneto, da 350.000 euro a 1.3 milioni di euro su base annua, tanto da decidere di chiudere in anticipo la stagione rimborsando i clienti che avevano già prenotato.
Con questo trend sono poche le attività che potranno resistere ad ulteriori aumenti previsti dopo l'estate.
La stagione invernale rischia addirittura di non partire perché i costi per innevamento e gli impianti a fune con questi prezzi non potranno garantire il servizio pena il fallimento dell'impresa.
Ribadiamo quindi l'appello urgentissimo a trovare strumenti di mitigazione dei costi energetici, ne va del 13% del PIL italiano.
Roma, 22 agosto 2022