Uniche attività di impresa privata che sono impossibilitate ad operare sull’intero territorio nazionale. Discriminato un intero settore con l’incredibile appoggio e favore del governo all’esercizio di attività di spettacolo e ballo illegali, ormai fuori controllo, organizzate in ogni dove (ristoranti, bar, litorali, piazze, strade, circoli privati).
Tutta la società civile è consapevole di come, in questi mesi, ristoranti, bar, litorali, piazze, strade, circoli privati, si siano trasformati in luoghi (illegali) di pubblico spettacolo, caratterizzati da incontrollati assembramenti in spregio alle ben che minime norme di sicurezza, di prevenzione, di igiene pubblica e delle norme anti contagio da Covid-19.
La disposta chiusura delle discoteche è discriminante ed inammissibile: per le aziende del settore si tratta della definitiva perdita della patrimonialità, iniziando dall’azzeramento dell’avviamento, alla perdita di valore degli investimenti anche a lungo termine operati negli anni precedenti all’arrivo del Covid-19, alla definitiva perdita delle professionalità aziendali e della capacità operativa e commerciale di un intero comparto economico.
Riteniamo ormai necessario e opportuno che coloro che stanno dentro al Palazzo comincino ad uscirne e prendano coscienza della realtà. Che coloro che decidono della sorte di un intero comparto economico, lo facciano sentendo prima le parti sociali e concordando le opportune strategie di azione. Assistiamo invece ad una vera e propria campagna discriminatoria nei confronti delle discoteche , verificando invece su tutto il territorio nazionale il semplice spostamento dell’attività del “ballo” in luoghi non agibili. Si tratta di bieca cecità o di studiata strategia?
Riteniamo dunque che la scelta del Governo di tenere ancora chiuse le discoteche sia frutto di incoerenza, arbitrarietà e mancata conoscenza delle dinamiche giovanili.
Qualcuno crede che i nostri ragazzi non troveranno un luogo dove assembrarsi e socializzare? Il tutto a discapito della Salute Pubblica! Chi ne ha la responsabilità inizi ad agire secondo coscienza e non al solo scopo di scaricare responsabilità su altri soggetti, come invece sembra accadere oggi dove il ballo è vietato per norma ma, di fatto, tollerato e consentito su tutto il territorio nazionale al di fuori delle discoteche che rimangono invece chiuse.
Abbiamo richiesto in innumerevoli sedi un confronto costruttivo, delle assicurazioni: quantomeno per garantire la continuità delle nostre attività e la sopravvivenza delle migliaia di famiglie dei nostri dipendenti. Ora è necessaria una convocazione immediata delle Associazioni di Categoria Nazionali ed un risarcimento altrettanto immediato agli operatori del settore. Risarcimento che deve essere rapido, serio e congruo a differenza di quelli fino ad oggi erogati.
Nel caso in cui invece, lo Stato intenda discriminare gli imprenditori delle discoteche e sale da ballo, evitando la fase della dialettica e del confronto con le Associazioni di categoria, saranno poste in essere in tutte le sedi legali (nazionale e internazionali) le azioni più opportune per la tutela dei lesi diritti del nostro settore e per il risarcimento di tutti i danni subiti nei confronti di coloro che, a diverso titolo, si sono resi responsabili.